Cultura

“Cacciaguida” e la cura del sogno: la vita di Vincenzo Casillo diventa un film

Il cortometraggio ispirato alla vita dell'imprenditore di Corato, scomparso nel giugno 2006, è firmato dal regista Davide Del Mare e prodotto da Lateral Film. Voluto dalla fondazione omonima vuole narrarne l’amore per il grano e il coraggio dell’innovazione

di Marilù Ardillo

Lo chiamavano così Vincenzo Casillo, perché nella Divina Commedia Cacciaguida è la figura che più di ogni altra evoca la purezza dei costumi antichi, con quella sua fusione di aspettative universali che si proiettano verso l’avvenire.

Già a dieci anni gli somigliava molto: ovunque posasse il suo sguardo era l’immenso. Pinuccio, Masino e Cannelunga, i suoi amici di sempre, vi ritrovavano lo stesso sguardo indomito.

Due anni fa la famiglia ha contattato il regista milanese Davide Del Mare e gli ha chiesto di imprimere una traccia, per fissare il ricordo e tramandare i suoi valori più saldi.
La giovane squadra di Lateral Film, un laboratorio creativo che da 10 anni opera in qualità di casa produzione video, ha accolto la sfida con rara sensibilità e impegno. E scegliendo alcuni tra i luoghi più suggestivi del territorio pugliese ha ridisegnato la storia di Vincenzo Casillo, padre fondatore del Gruppo Casillo.

«In un campo di grano ogni spiga sembra sollevata dalle dita di uno scultore invisibile che lavora una materia fatta di cielo, oro e luce. Sono bravi i poeti, ma nel 1951 io ero solo un ragazzino e questi campi li chiamavo semplicemente casa».


Il cortometraggio si apre così e insieme a tutta la luce e l’oro cattura lo spettatore fino all’ultima immagine, riuscendo a raccontare l’irraccontabile: odori, sapori, consistenze che scopriamo appartenerci in un legame atavico con le cose buone. Si assiste a come si modella e si nutre il sogno di un bambino attraverso il fascino della tradizione. Perché questo film solletica il sogno e stimola la cura del sogno.

A Vincenzo l’amore per il grano è stato insegnato da chi insegna l’amore per antonomasia: suo padre. Ha imparato da lui a pesarlo e valutarlo con le mani. Da lui ha appreso il sapere, con la lungimiranza di saperlo arricchire attraverso l’intuito e il coraggio dell’innovazione. Con il desiderio dell’accrescimento e l’auspicio della grandezza. Ma sopratutto, con la gioia di costruire in virtù del bene di chi arriverà, avendo la certezza che meriterà tutta la fatica e tutto il buono.

Cacciaguida è il film di tutti, è la storia di un uomo semplice che è riuscito a credere, a costruire e affidare. È il racconto in cui ognuno di noi si sente chiamato dal desiderio, consapevole o inconsapevole, di solidità, di unione, di conforto. Di famiglia.

Cacciaguida è uno spazio intimo, dove i valori più elementari eppure più indispensabili tornano ad essere legittimati: l’amicizia, il diritto alla scoperta, l’appartenenza, l’amore. Uno spazio dove non ci sono segreti, dove l’unica regola è l’autenticità.

Le inquadrature e i movimenti della macchina da presa nel cortometraggio si ispirano ad alcuni maestri del cinema italiano che in passato si sono cimentati nel racconto per immagini di situazioni e personaggi simili a questo film, come Bertolucci e Tornatore. Il cast è composto interamente da attori pugliesi.

La fotografia di Matteo De Martini rievoca la maestria di Salvatores, colui che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare i paesaggi di grano del nostro sud.
In ultimo, la bellissima colonna sonora appartiene a Michael Stevens, compositore premiato ad Hollywood che ha realizzato colonne sonore per numerosi film di Clint Eastwood. Una colonna sonora che ha lo stesso sapore di un tempo sospeso che inizia e finisce lì dove inizia e finisce una corsa in bicicletta. E trascina con la stessa forza di un’emozione antica che appartiene a tutto e tutti.

«La terra produce il grano, ma l’uomo produce il sogno del grano». Questo l’auspicio che Vincenzo Casillo ha lasciato. Queste le parole che chiudono il cortometraggio, come in un saluto. E questo ci rimane addosso, insieme al desiderio di affidare al vento e alla luce il nostro per lui.

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