Non profit

4 mln per valorizzare i beni confiscati alle mafie al Sud

Promosso da Fondazione Con il Sud e Fondazione Peppino Vismara il bando è rivolto alle organizzazioni del Terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Tra gli obiettivi favorire proposte che prevedano iniziative con attività capaci di generare valore sociale ed economico. Domande entro il 22 maggio prossimo. Nelle prime tre edizioni - 2010, 2013 e 2016 - sono stati sostenuti 39 progetti con circa 14 milioni di euro

di Redazione

4 milioni di euro di risorse private per valorizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata. A metterli a disposizione la quarta edizione del Bando promosso da Fondazione Con il Sud e Fondazione Peppino Vismara che intervengono rispettivamente con 3 milioni e 1 milione di euro.
Il Bando è rivolto alle organizzazioni del Terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia le quali possono presentare proposte di valorizzazione di beni confiscati già assegnati, prevedendo l’avvio di nuove attività di economia sociale. I progetti dovranno rendere il bene confiscato un “patrimonio collettivo”, occasione di sviluppo sociale ed economico del territorio, coinvolgendo attivamente la comunità locale.

«L’esperienza ci insegna che l’impatto di un bene confiscato valorizzato va oltre l’aspetto simbolico, seppur importante, legato al riscatto della comunità dal potere mafioso», dichiara Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione Con il Sud. «Se i beni vengono realmente trasformati in “produttori” di valore sociale, con azioni collettive e anche attività economiche sostenibili, possono essere considerati occasioni di sviluppo locale. Partendo dalla riappropriazione di un “bene comune” è possibile costruire percorsi di coesione e inclusione sociale, iniziative di economia civile, capaci di generare una ritrovata fiducia nel territorio e alternative credibili alle econome e alle logiche criminali».

Da parte sua, Paolo Morerio, presidente della Fondazione Peppino Vismara che – sottolinea «partecipa per la seconda volt al Bando per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità in collaborazione con la Fondazione con il Sud nella convinzione che il contrasto alla criminalità e l'educazione alla legalità che passano attraverso il recupero per fini sociali dei beni confiscati, siano essenziali per il rilancio del Paese – dichiara: «La risposta al fenomeno mafioso proposta dal mondo non profit attraverso l'uso dei beni confiscati per la crescita della comunità, è insieme una risposta di economia civile e di rinascita culturale che rappresenta un investimento di grande qualità per il riscatto delle comunità locali».

In Italia su più di 30mila beni immobili confiscati, oltre 15mila sono “destinati”, ovvero già assegnati dall’Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc) agli enti locali. L’82% è localizzato nelle regioni meridionali. Anche per le dimensioni che il fenomeno sta via via assumendo (solo nel 2018 sono stati destinati oltre 1.700 immobili nelle regioni del Sud), i beni confiscati possono costituire una grande opportunità per il consolidamento e lo sviluppo di iniziative di imprenditorialità sociale, su cui costruire modelli socio-economici alternativi e liberi dalle mafie.
La destinazione dei beni confiscati a usi sociali e di pubblica utilità può, e deve, riuscire a produrre effetti importanti sui territori del Mezzogiorno: dalla creazione di lavoro e occupazione, alla riaffermazione del valore etico e civico derivante dalla riappropriazione da parte delle comunità di ciò che le è stato sottratto con la violenza, dal contrasto al disagio sociale e all’emarginazione, al sostegno di minori, famiglie svantaggiate, anziani e tossicodipendenti. I beni confiscati possono, inoltre, contribuire all’integrazione della popolazione immigrata, che, spesso, in aree a forte infiltrazione mafiosa, è vittima del caporalato delle mafie locali.

Con le prime tre edizioni del Bando – 2010, 2013 e 2016, quest’ultima in collaborazione con la Fondazione Peppino Vismara – la Fondazione Con il Sud ha sostenuto 39 progetti con circa 14 milioni di euro.

Il Bando è aperto a partnership composte da tre o più organizzazioni, almeno due delle quali appartenenti al mondo del Terzo settore. Nei progetti potranno essere coinvolti, inoltre, il mondo economico, quello delle istituzioni, delle università e della ricerca. I partenariati dovranno dimostrare l’effettiva disponibilità del bene confiscato per almeno 10 anni dalla data di scadenza del bando.
Pubblicato sul sito fondazioneconilsud.it, il Bando scade il 22 maggio 2019 e prevede la presentazione delle proposte esclusivamente online tramite la piattaforma Chàiros.

In una nota si sottolinea che saranno valutate positivamente le proposte che prevedano, tra le altre azioni: un’efficace strategia di promozione e di sostegno della legalità nei territori; il coinvolgimento attivo della comunità locale, con l’obiettivo di sviluppare un senso di riappropriazione comunitario del bene; la sostenibilità nel tempo degli interventi, in termini di capacità di generare o raccogliere risorse per garantire la continuità delle azioni proposte.

Nell'immagine in apertura Ostello Bella Calabria, nato all'interno di un bene confiscato alla 'ndrangheta a San Leonardo di Cutro (KR) – foto da fondazioneconilsud.it

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