Cultura
I festival della società civile si mettono in rete
A Roma oggi l'incontro fra Leonardo Becchetti (Festival Nazionale dell’Economia Civile); Enrico Giovannini (Festival dello Sviluppo Sostenibile); Mauro Magatti (Festival della Generatività); Anna Lisa Mandorino e Marco de Ponte (Festival della Partecipazione); Emmanuele Massagli (ADAPT International Conference); Ermete Realacci (Festival della Soft Economy); Alessandro Rosina (Mappa celeste. Forum per il Futuro del Paese); Paolo Venturi (Le giornate di Bertinoro per l’economia civile)
di Paolo Biondi
Quanti sono i festival che la società civile organizza ogni anno in piccoli e medi centri del nostro Paese? Difficile dirlo tanto la galassia è affollata e frastagliata. Basti il racconto del responsabile di uno di loro, Enrico Giovannini (Festival dello sviluppo sostenibile), che ha raccontato che quando hanno dovuto decidere in quale città fare ospitare la propria iniziativa si sono accorti che quasi ogni piccolo e medio centro del Paese era già occupato da un festival. Otto di questi avvenimenti hanno deciso di mettersi in rete, una sorta di festival dei festival per fare sì che le parole rilanciate da ognuna delle manifestazioni possano trovare momenti di riflessione e ripresa nel corso di tutto l’anno.
È nato così l’appuntamento che si è svolto a Roma, ospitato dalla sala del Refettorio in Parlamento, con le testimonianze degli otto organizzatori: Leonardo Becchetti (Festival Nazionale dell’Economia Civile); Enrico Giovannini (Festival dello Sviluppo Sostenibile); Mauro Magatti (Festival della Generatività); Anna Lisa Mandorino e Marco de Ponte (Festival della Partecipazione, in foto); Emmanuele Massagli (ADAPT International Conference); Ermete Realacci (Festival della Soft Economy); Alessandro Rosina (Mappa celeste. Forum per il Futuro del Paese); Paolo Venturi (Le giornate di Bertinoro per l’economia civile). Una iniziativa che si è subito dichiarata «aperta» a tutti coloro che vorranno aderire – e la lista d’attesa è già lunga, a detta degli organizzatori – per riflettere sulle dodici parole chiave di quest’anno: Competenza, Democrazia, Economia civile, Fiducia, Generatività, Green economy, Inclusione, Partecipazione, Soddisfazione di vita, Sostenibilità, Sussidiarietà, Uguaglianza/Pari opportunità.
«Siamo troppo insoddisfatti di quella che è l’interazione fra società civile e comunicazione politica», ha detto concludendo l’appuntamento Leonardo Becchetti, una insoddisfazione che ha avuto come plastico riscontro il fatto che quasi tutti i direttori di organi di stampa chiamati a dibattere hanno dato forfait, mostrando l’insensibilità del sistema dell’informazione a capire e raccontare quanto si muove nella società civile. Unico a essersi presentato all’appuntamento è stato Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, quotidiano che ha una assidua frequentazione dei festival della società civile e dei loro protagonisti. Non è un caso dunque se in un panorama di stampa in crisi e in crollo verticale di pubblico, il quotidiano cattolico sta scalando le classifiche e ha raggiunto il quarto posto a ridosso dei grandi quotidiani nazionali.
Fra le parole lanciate nella riflessione di quest’anno, all’appuntamento ha fatto la parte del leone il concetto di competenza, individuata come una delle cose delle quali c’è grande assenza e, grande necessità. Rosina ha sottolineato come il nostro tempo sia dominato da «rancore, rifiuto e rassicurazione intesa come rifugio nell’ipersemplificazione, mentre abbiamo bisogno di comprendere la complessità». «Abbiamo bisogno di competenza e gran parte del veleno nel dibattito pubblico è legato alla mancanza di competenza», ha fatto eco Rossella Muroni, deputata Leu. E il viceministro dell’istruzione, università e ricerca, Lorenzo Fioramonti, ha detto di «non riuscire ad accettare che il dibattito nel nostro Paese sia un dibattito urlato. Bisogna trovare nuovi modelli di interazione», dicendo aperto a rilanciare iniziative dei festival nel mondo della scuola.
Da qui la proposta di Giovannini: «Bisogna creare una piattaforma informativa per usare i contenuti emersi da ciascuno dei festival come scintilla per sviluppare il dibattito durante l’anno e aiutare la piattaforma a usare i materiali e crescere».
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