Welfare

Una via nuova per il nostro welfare

In due anni e mezzo sono 500mila le famiglie che hanno beneficiato degli interventi dell’impresa sociale Con i Bambini, nata nell’alveo di Fondazione Con il Sud e sostenuta dalle Fondazioni di origine bancaria

di Carlo Borgomeo

Dalla costituzione di Con i Bambini da parte della Fondazione Con il Sud, avvenuta a giugno 2016, ad oggi sono trascorsi due anni e mezzo. In questi 30 mesi sono stati promossi 4 bandi (uno è in corso) e diverse iniziative che hanno interessato quasi 30mila soggetti che a vario titolo sono coinvolti nell’attività di contrasto alla povertà educativa minorile.

Partendo dai dati, il risultato fin qui raggiunto in termini di efficienza e impatto (sull’efficacia dobbiamo attendere i risultati degli interventi) non può che essere soddisfacente: oltre 270 progetti sostenuti, 6.500 organizzazioni coinvolte tra Terzo settore, scuola, università, enti locali. Il dato più significativo, però, riguarda i beneficiari diretti degli interventi in corso di attuazione: circa 500mila minori e relative famiglie che vivono in condizione di disagio. Questa potrebbe essere considerata già una risposta concreta al milione e 200mila minori che vivono in povertà assoluta. Riteniamo però che i risultati veri, quelli che incidono sulla vita reale dei bambini, dei cittadini e delle comunità, li avremo man mano che i pro- getti avanzano e si concludono. Gli inter- venti hanno una durata compresa tra i 24 e 48 mesi.

Una delle principali innovazioni che abbiamo promosso, è stata quella di prevedere a monte, nella fase di presentazione delle proposte di progetto, un serio piano di valutazione dell’impatto sul territorio, con l’obbligo di indicare nel partenariato un soggetto terzo, altamente qualificato, con il quale impostare il lavoro di valutazione di impatto durante i due, tre o quattro anni di vita del progetto.

Insieme a questa innovazione che ha determinato qualche disorientamento iniziale, ma che rappresenta uno straordinario avanzamento in termini dell’affermazione di una corretta “cultura del risultato” tra chi presenta progetti, mi preme sottolinearne un’altra più “politica”, nel senso ampio del termine: si realizza con il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile una importante sperimentazione di intreccio tra pubblico e privato. Non è più il pubblico protagonista di un importante, anche per dimensioni, intervento di welfare, ma le organizzazioni di Terzo settore.

E la valutazione, l’accompagnamento , il monitoraggio dei progetti è affidata ad un soggetto privato espressione del lavoro comune delle Fondazioni di origine bancaria e Terzo settore. Mi riferisco all’avvio di un nuovo modello, di una nuova via al welfare, che tiene molto in conto, anzi che rende compartecipi e attive, le comunità locali, la società civile, nel proporre buone soluzioni per i territori di riferimento.

La crisi del tradizionale sistema di welfare non va considerata come una parentesi; non si tornerà più e non solo per motivi di finanza pubblica ad un welfare pubblico, onnipresente, autoreferenziale. Su questo punto si è già dibattuto molto. L’intuizione e l’iniziativa delle Fondazioni traccia un percorso nuovo.

Un esperimento importante, che dimostra come un vero intervento “pubblico”, nella sua accezione più ampia ovvero che va a beneficio di tutti, si possa realizzare anche quando il ruolo dello Stato — pur essendo ovviamente strategico e necessario, anche nell’indicazione dei percorsi — fa un passo indietro, lasciando la proposta direttamente alle comunità, e la promozione e la valutazione dei progetti al privato non profit.

Inoltre, con questo nuovo percorso è cambiato anche il modo di valutare il fenomeno della povertà educativa minorile. Viene affermato il principio che a contrastarla non deve essere solo la scuola, ma l’intera comunità di un determinato territorio, quella che noi definiamo “comunità educante”. I risultati della sperimentazione sono sotto gli occhi di tutti: monitoriamo gli interventi sia dal punto di vista amministrativo, verificando come vengono spesi i soldi, sia dal punto di vista del confronto e del dialogo con i soggetti coinvolti, con una preziosa funzione di accompagnamento.

A due anni dal termine dei progetti, inoltre, è richiesto un report contenente i risultati sulla valutazione di impatto degli interventi realizzati, permettendo concretamente di valutarne la portata nel territorio di riferimento, e quindi i cambiamenti che hanno prodotto sia relativamente ai beneficiari diretti, cioé i bambini, i ragazzi e le loro fami- glie, sia in quelli indiretti, ovvero la comunità di riferimento.

Mi preme fare il punto anche sull’innovatività intrinseca del Fondo. È alimentato grazie alle risorse private stanziate dalle Fondazioni di origine bancaria (rappresentate dall’Acri), alle quali per il triennio precedente il Governo ha riconosciuto un credito d’imposta del 75% sui versamenti effettuati fino a un massimo di 100 milioni di euro l’anno. Un fatto positivo è sicuramente che l’attuale Governo, nonostante le difficoltà legate alla manovra economica, ha rinnovato il Fondo, dimostrando attenzione al tema e interesse sulla sperimentazione in corso. La Legge di Bilancio 2019 conferma il Fondo per un altro triennio, riducendo però la sua portata a 55 milioni di euro per ciascuno anno del periodo 2019 – 2021, con un riconoscimento del 65% di credito d’imposta a favore delle Fondazioni. Queste risorse continueranno ad essere gestite da Con i Bambini, impresa sociale interamente partecipata da Fondazione Con Il Sud, seguendo le linee di indine esecutiva. Ai progetti sostenuti tramite i bandi vanno poi sommate 16 idee progettuali legate alle Iniziative di cofinanziamento con altri Enti erogatori privati e 6 progetti sostenuti tramite un’iniziativa ad hoc rivolta alle aree terremotate. Per quanto riguarda questa ultima azione, la scelta è stata quella di evitare di innescare processi competitivi su territori e comunità già provate dal dramma del terremoto, adottando invece la logica della progettazione partecipata. In collaborazione con l’Associazione IF – ImparareFare, abbiamo avviato questo percorso partecipato nelle aree terremotate di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria coinvolgendo le realtà non profit del territorio. L’obiettivo è stato quello di avviare un processo di potenziamento educativo fortemente condiviso in quelle aree, facendo leva sulle esperienze maturate nelle comunità locali, capace di coinvolgere tutti gli attori del privato sociale e del volontariato, le scuole, gli enti locali e ogni altra risorsa educativa, per costruire il sistema delle alleanze educative territoriali.

Ora siamo nella fase di avvio o avanzamento dei progetti, anche in realtà sociali spesso veramente drammatiche (penso ad esempio ai tanti quartieri delle aree metropolitane, soprattutto del Sud o ai territori fortemente depressi). Dietro ogni progetto si celano criticità e prospettive, difficoltà e speranze, che riguardano centinaia di migliaia di famiglie, bambini e ragazzi. In altre parole, dietro ai numeri, seppur importanti, vi sono buone pratiche e storie di riscatto che ci impegniamo a condividere per renderle patrimonio comune…


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*Carlo Borgomeo è presidente di Fondazione Con il Sud e dell’impresa sociale Con i Bambini

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