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Procuratore generale di Brescia: l’azzardo è un cavaliere dell’Apocalisse in mano alle mafie
Per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, il Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Brescia ha usato un'immagine forte: «quattro cavalieri dell'Apocalisse» che aggrediscono la nostra comunità. Sono: femminicidio; gioco d'azzardo; traffico di rifiuti; reclutamento jihadista. La rete dell'azzardo legale usata per il riciclaggio è oramai al centro delle preoccupazioni delle Procure italiane
di Redazione
Strumento di riciclaggio e di controllo del territorio, l'azzardo è un dispositivo perverso e a doppio binario. Da un lato, ci sono i canali classici dell'illegale. Dall'altro, la legalizzazione massiccia e la sostanziale deresponsabilizzazione, attraverso il sistema concessorio "legle", della rete di vendita capillare autorizzata, ma non debitamente controllata, l'ha resa non solo penetrabile, ma particolarmente adatta per operazioni che stanno nella "zona grigia".
Se ne accorgono, giorno dopo giorno, le procure italiane alle prese con trasferimenti sospetti di valuta, riciclaggio e racket tramite i canali dell'azzardo.
Non stupisce, dunque, che durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, il Procuratore generale di Brescia – una delle province più ricche e industrializzate e proprio per questo non immune dal controllo mafioso – Pier Luigi Maria Dell’Osso abbia richiamato il problema all'interno di un'immagine forte
«Quattro cavalieri dell’Apocalisse cavalcano nel distretto di Brescia», ha detto il procuratore. Questi i Cavalieri che devastano il legame sociale dei bresciani:
- i femminicidi, «che sono l’emergenza principale»;
- il gioco d’azzardo: «dono immenso alla criminalità organizzata»;
- il traffico criminale di rifiuti: «soprattutto metallici e che arrivano da altri territori, anche dalla criminalità organizzata»;
- il terrorismo jihadista: «con i foreign fighters che attratti come falene dalla luce dello Stato islamico ora, con la sua caduta, non possono che rivolgersi alla patria d’origine, ai territori che conoscono perché ci sono cresciuti. E per questo è un’emergenza».
La corruzione, ha spiegato Dell'Osso, è un «cancro sociale, reato e strumento di reato», anche se è sottostimata e i processi sono ancora pochi. Serve vigilanza da parte della società civile
«I quattro Cavalieri dell’Apocalisse di antica memoria – ha concluso il Procuratore – cavalcano ancora nel distretto di Brescia. Sono altri, ma cavalcano ancora».
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