Welfare
Migranti al centro dell’inaugurazione dell’anno giudiziario
Il tema dei migranti e dei loro diritti è stato tra quelli centrali all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario sia in Cassazione che nelle sedi delle Corti d’Appello delle varie città tra ieri e oggi. Le norme che appesantiscono la giustizia e l'arretramento sui diritti i temi che si sono rincorsi da Torino a Palermo
di Redazione
Il tema dei migranti e dei loro diritti è stato tra quelli centrali all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario sia in Cassazione che nelle sedi delle Corti d’Appello delle varie città tra ieri e oggi.
Norme che appesantiscono la Giustizia
Boom di ricorsi in Cassazione nel settore dei diritti dei migranti. Lo ha evidenziato il Primo presidente della Cassazione, Giovanni Mammone, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello Stato. Per quanto riguardo il contenzioso sull’immigrazione, nel 2018 si sono riversati sulla Suprema Corte gli effetti del decreto dello scorso anno, che ha previsto che le neoistituite sezioni specializzate dei tribunali in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione europea decidono con provvedimento non reclamabile e ricorribile solo per Cassazione. "Tale disposizione – spiega Mammone – ha comportato l’improvviso aumento dei ricorsi in materia di protezione internazionale, con un afflusso che, nonostante l’impegno della Sezione interessata (la Prima civile), ha comportato un aumento considerevole della pendenza. I nuovi ricorsi civili in materia di protezione internazionale sono aumentati del 512,4%.
Anche il presidente della Corte d'appello di Milano Marina Tavassi ha sottolineato il tema dei procedimenti legati alle richieste d'asilo e di protezione internazionale: "In appello si è passati dai 291 procedimenti pendenti nel 2016 ai 2.509 del giugno 2017", con "un residuo al termine dell'anno giudiziario di 1.651" che si conta di "smaltire nell'anno in corso".
Non arretrare sui diritti
Giovanni Mammone presidente della Cassazione ha chiesto di "Evitare ogni regressione in materia di diritti umani è un compito che si è data la comunità internazionale".
Il Procuratore di Torino Francesco Saluzzo: il contrasto all'immigrazione clandestina, ha detto, è "dovuto e sacrosanto", ma la politica è "al tempo stesso totalmente disinteressata al profilo umanitario: potrei dire che la pietà, declinata nel suo senso laico, è morta"
Giovanni Salvi procuratore generale di Roma afferma: "Legalità non è solo repressione. Occorre avere piena consapevolezza, ad esempio, della complessità della questione migratoria, che tanto impatto ha sia sulla percezione della sicurezza che sulle attuali politiche securitarie"
E a Genova il procuratore generale Valeria Fazio ha criticato il decreto sicurezza per l’abolizione della cosiddetta protezione umanitaria che, dice:“Dovrà confrontarsi con il diritto d’asilo previsto dall’articolo 10 della Costituzione”.
Attenzioni agli sbarchi invisibili
Il presidente della Corte d’appello di Palermo Matteo Frasca lancia l’allarme sugli sbarchi invisibili: "Oltre alle impervie e insicure traversate di cittadini extracomunitari, ammassati, a centinaia, in condizioni disumane su barconi fatiscenti vengono realizzati altri sbarchi, specie dalle coste tunisine verso quelle siciliane, attraverso mezzi più sicuri e veloci riguardanti numeri ridotti di immigrati – di una o poche decine- che, giunti a destinazione, riescono a sfuggire ad ogni vigilanza e ad operare al di fuori dei circuiti istituzionali dell’accoglienza. Per rispondere alle politiche di contenimento e di controllo dei flussi degli immigrati adottate dagli Stati, la criminalità organizzata, dunque, si è attrezzata per offrire nuovi servizi volti a rendere le traversate più sicure, ovviamente in cambio di retribuzioni maggiorate con lauti guadagni, ma anche, e soprattutto, a garantire la non identificazione dei soggetti sbarcati da parte delle autorità nazionali, e ciò sia per assicurare una loro maggiore libertà di movimento una volta giunti a destinazione.”
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