Politica

Il Reddito di cittadinanza? «Maggiori risorse, peggiori risposte»

L'Alleanza contro la Povertà ha analizzato il Reddito di Cittadinanza come politica contro la povertà. Un documento molto duro, secondo cui il Reddito di Cittadinanza «è disegnato in modo da poter erogare rapidamente il maggior numero possibile di contributi economici, anche a prescindere da qualunque azione di inserimento lavorativo. Nei prossimi mesi, dunque, più che ad interventi di attivazione, assisteremo ad una distribuzione a pioggia di risorse»

di Redazione

«Maggiori risorse, peggiori risposte» ha un titolo molto duro il documento con cui gli esperti dell’Alleanza contro la Povertà in Italia analizzano la decreto sul Reddito di Cittadinanza (il cui testo in realtà è stato cambiato rispetto alle bozze fatte circolare al termine del Consiglio dei Ministri di giovedì scorso, che lo ha approvato).

«In un’unica mossa si stabilisce un ampio stanziamento a favore dei poveri, ma si peggiorano gli interventi disponibili oggi e quelli che si potranno costruire domani», scrive il documento dell’Alleanza. E ancora: «Il Reddito di Cittadinanza è disegnato in modo da poter erogare rapidamente il maggior numero possibile di contributi economici, anche a prescindere da qualunque azione di inserimento lavorativo. Nei prossimi mesi, dunque, più che ad interventi di attivazione, assisteremo ad una distribuzione a pioggia di risorse». Oppure «la situazione in cui versano i Centri per l’impiego rende le indicazioni tese ad evitare i comportamenti passivi dei poveri – le cosiddette “norme anti-divano” – perlopiù inapplicabili. Si tratta di disposizioni tanto inefficaci sul piano pratico quanto dannose su quello culturale». E ancora: «Il RdC viene introdotto con troppa fretta. La partenza prematura comporta un elevato rischio di caos […] I danni causati dalla fretta ricadranno sul funzionamento del RdC – e quindi sui poveri – più a lungo di quanto oggi non si pensi».

E soprattutto, conclude l’Alleanza, «il nostro timore è che il profilo del Reddito di Cittadinanza non consenta di valorizzare l’opportunità di disporre di un ampio finanziamento. C’è il rischio che il RdC si riveli la strada sbagliata per rispondere alle esigenze dei poveri, senza peraltro raggiungere gli obiettivi di incremento occupazionale. Ciononostante, quando si comprenderà che non si è scelta la via migliore per combattere l’esclusione sociale, tornare indietro sarà complicato. E a farne le spese saranno i poveri. In aggiunta, esiste il pericolo che tutto ciò faccia crescere la schiera di chi si oppone alla lotta contro la povertà. Se pensiamo all’Italia tra sei mesi o un anno, temiamo che il malfunzionamento del Reddito di Cittadinanza indurrà molti ad affermare che: “il RdC ha fallito, quindi sostenere i poveri è sbagliato”».

L’Alleanza contro la Povertà è nata nel 2013 per portare all’attenzione della politica il tema della povertà assoluta e promuovere l’introduzione in Italia di una misura unica nazionale contro la povertà, misura che l’Italia è stato l’unico Paese d’Europa a introdurre, con il REI (l’ultima prima di noi è stata la Grecia). Oggi l’Alleanza raccoglie 38 organizzazioni tra realtà associative, rappresentanze dei comuni e delle regioni e dei sindacati, oltre ad avere coordinamenti locali nelle diverse Regioni italiane.

Il documento integrale dell'Alleanza contro la Povertà è allegato in fondo all'articolo.

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