Non profit

Azzardo, c’è un buco nella rete. Nomisma: il 10% dei minorenni gioca

Si parla tanto di legalità da parte degli operatori del gioco lecito, ma tutte le ricerche convergono oramai su un punto: gran parte dei minorenni gioca d'azzardo. Prevalentemente ai gratta & vinci. C'è un problema enorme con la rete di distribuzione: permeabile, con scarsi controlli e pochissime sanzioni

di Marco Dotti

C'è un buco nella rete. Una voragine. Oramai le ricerche convergono e segnalano un dato allarmante: a fronte di un divieto assoluto, circa il 10% dei minorenni giochi d'azzardo.

Prendiamo i numeri di una ricerca seria e non in conflitto d'interesse. L'ha condotta Nomisma e l'ha presentata oggi a Milano.

I ragazzi non distinguono fra legale e illegale. La retorica del "gioco responsabile" non ha fatto presa (qualche dubbio?) e per loro l'illegalità è semplicemente il passaggio all'atto in una rete di distribuzione "legale", rappresentata in primis da tabaccai e negozi generalisti, che, evidentemente, ha più buchi di un gruviera.

Dalla ricerca Gioco e giovani, condotta da Nomisma in collaborazione con l'Università di Bologna e con il Gruppo Unipol, emerge che il 48% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni si è avvicinato allazzardo e, tra questi, il 6% ha sviluppato problematicità.

Quasi un minorenne su due (46%) ha avuto almeno una occasione di gioco nel 2018. La forma di azzardo più popolare tra i giovani è il Gratta&Vinci. seguiito dalle scommesse sportive praticate quasi sempre in gruppo e, per aggirare i divieti, con la presenza di un minorenne.

Nel 2018 lo ha provato il 37% di studenti maggiorenni e il 33% di studenti minorenni. Poiché non esistono gratta & vinci illegali, la domanda di partenza si colora di tinte ancora più cupe: come è possibile che il retail dei popolari "grattini" sia tanto vulnerabile?

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