Non profit

Legge di Bilancio: che cosa prevede sull’azzardo

Aumentano le tasse per le slot machine e le videolotteries che, da sole, muovono oltre 50 miliardi di euro l'anno. Quasi la metà dei 110 miliardi incassati dall'azzardo legale nel 2018

di Redazione

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della manovra finanziaria, ovvero della legge del 30 dicembre 2018, n. 145 dedicata al «Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021» si chiude un capitolo. E se ne aprono decine di altri: l'annoso problema dei decreti attuativi, che da sempre sono la quinta colonna di chiunque voglia disinnescare provvedimenti virtuosi.

Limitiamoci per ora alla Legge di Bilancio 2019, sulla sua attuazione la partita è tutta da giocare.

Se guardiamo ai provvedimenti sul settore dell'azzardo legale – un settore, ricordiamolo, che è arrivato a muovere 110 miliardi di euro nell'anno appena concluso – qualcosa è successo.

Il provvedimento più significativo è l'incremento del PREU per le macchinette a partire dal 1 gennaio 2019. Il PREU è la particolare imposizione fiscale di questo settore che, ricordiamolo, non è assoggettato a Iva.

In ragione della manovra, il prelievo erariale unico è aumentato dell’1,35% sulle slot machine e e dell’1,25% sulle VLT, le macchinette presenti solo nelle sale gioco appositamente dedicate. Al contempo, ci sono stati ritocchi al cosiddetto payout, ovvero alla percentuale di possibilità di vincita del giocatore: il payout delle Vlt diminuisce del 1 %, mentre cala del 2% per le macchinette da bar.

Viene inoltre previsto l'aumento del prelievo fiscale anche per le scommesse a quota fissa su rete fisica, ad eccezione di quelle ippiche: la nuova tassazione è del 20%. Le scommesse online, invece, pagheranno il 24%. Per le scommesse virtuali l'imposta passa al 22%, mentre per gli altri giochi online sarà il 25% di quanto giocato.

Altre norme sono previste per il cosiddetto "restyling" del totocalcio e per il rilancio del Casinò di Campione d'Italia.

Scongiurati, ad oggi, i tentativi affaristici di destrutturare il sistema delle norme regionali no slot. Tentativi portati avanti dai lobbysti fino agli ultimi giorni dell'anno.

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