Welfare
Mezzo secolo di condivisione: buon compleanno Comunità Papa Giovanni XXIII
Oggi venerdì 7 dicembre a Rimini il presidente della Repubblica Sergio Mattarella visita i luoghi da cui è partita l'attività di gratuità e condivisione di don Oreste Benzi (1925-2007), fondatore di una realtà associativa che oggi conta su 201 case famiglia in Italia e 50 all'estero. Ecco l'intervista all'attuale presidente, Giovanni Paolo Ramonda
Oggi, ma 50 anni fa, ovvero il 7 dicembre 1968: un prete dalla tonaca lisa, con fare risoluto, si aggira nela notte di Rimini per intercettare gli ultimi della società e cercare di dare loro sollievo, declinato in cibo, alloggio ma soprattutto ascolto. Si chiamava don Oreste Benzi. Oggi, 7 dicembre 2018: la comunità di persone fondata da don Benzi compie 50 anni di vita, e il presidente delala Repubblica italiana Sergio Mattarella in persona è questa mattina a Rimini, proprio alla chiesa della Grotta Rossa da cui il prete – salito al cielo nel 2007 – muoveva i suoi passi, per rendere omaggio a quello che oramai è diventato un popolo di membri di comunità diffuso in tutto il mondo: Oggi la comunità Papa Giovanni XXIII conta 201 case famiglia in Italia, in cui sono accolte 1283 persone, più 50 case famiglia all'estero.
Il presidente, in carica dall’anno successivo della morte del prete fondatore e ispiratore, è Giovanni Paolo Ramonda, 58 anni, piemontese di Fassano, membro di comunità da 40, da quando ha svolto l’anno di servizio civile in una delle prime case famiglia. Oggi è lui, con la moglie, ad avere una casa aperta all’accoglienza, con 11 figli di cui tre naturali, due dei quali l’hanno già fatto diventare 8 volte nonno. “Siamo onorati di ricevere il Presidente della Repubblica, è la prima volta che viene da noi, con i suoi predecessori ci siamo incontrati ma sempre recandoci in visita a Roma”, spiega Ramonda raggiunto da Vita.it
Che messaggio darete al Presidente che viene a festeggiare la comunità Papa Giovanni XXIII?
A mezzo secolo dalla nostra nascita, vogliamo ribadire il nostro impegno per contribuire a migliorare l’Italia, in termini di promozione di coesione sociale, bene comune e approccio educativo. Mattarella, oltre a incontrare una casa famiglia adiacente alla chiesa della Grotta rossa, sentirà parlare una persona portatrice di handicap, una ragazza riscattata dalla prostituzione, un ex detenuto e un volontario del corpo civile di pace Operazione Colomba: quattro ambiti in cui la Papa Giovanni è impegnata da sempre, proprio per rimarcare come quelli che sono considerati spesso ultimi della società non sono “scarti” ma risorse.
Qual è il caposaldo della vita comunitaria?
La condivisione. Gli ultimi rappresentano un valore per la società perché ci mettono davanti ai nostri doveri verso chi sta peggio, doveri che impongono l’agire con gratuità e il considerare un dono il rapporto con loro, dato che mette a nudo anche la nostra umanità. <in un mondo che va molto veloce, bisogna invece rallentare e andare al passo dei poveri, per capire come migliorare le cose, sia dal punto di vista economico che ambientale, perché il contesto in cui si vive è fondamentale per lo sviluppo della persona.
Quali sono invece le vostre attuali priorità di azione?
La vigilanza sui territori, intesa come presenza concreta e solidale e stimolo propositivo verso i decisori politici affinché promuovano leggi giuste. Sant’Agostino lo diceva bene: o gli Stati operano nella giustizia o sono ladri. In questo senso abbiamo necessita di leggi giuste per garantire i diritti fondamentali delle persone, senza alcuna distinzione o discriminazione. Da sempre agiamo in prima persona, non delegando a nessuno quello che possiamo fare noi direttamente, denunciando in modo nonviolento quello che non ci sembra giusto. Ultimamente abbiamo promosso il ministero della Pace sia a livello di governo italiano che mondiale, siamo stati anche alla Nazioni unite a Ginevra e c’è forte interesse, è una delle nostre battaglie più grandi degli ultimi anni.
Ultimamente sembra esserci in atto una guerra istituzionale ai poveri, più che alla povertà: si vedano per esempio le diverse ordinanze comunali anti accattonaggio e bivacco. Come reagire?
Con la tenacia di sentirsi dalla parte giusta, quella che alla lunga porta a risultati concreti per il bene di tutti. La nostra decennale battaglia di contrasto allo sfruttamento della prostituzione, ci ha portato a liberare decine di ragazze. Anche in questo caso continueremo a denunciare i rischi di alcuni provvedimenti, così come lo stiamo facendo, per esempio, per il decreto sicurezza appena diventato legge: siamo molto preoccupati per i suoi effetti sulle persone in accoglienza e c’è il rischio effettivo che porti più irregolarità anziché contrastarla.
A proposito di migrazioni forzate, siete stati tra gli enti che hanno collaborato, assieme tra l’altro a Unhcr e ministero dell’Interno, agli ultimi arrivi di richiedenti asilo tramite i corridoi umanitari lo scorso 1 4novembre 2018 all’aeroporto di Pratica di Mare. Continuerete?
Assolutamente sì. Accogliamo le persone nelle nostre case famiglia è un’azione che crea cultura di solidarietà, così come riteniamo sia fondamentale salvare vite umane. Il ministro dell’Interno Salvini, presente all’arrivo dei richiedenti asilo, ha detto in conferenza stampa al mio fianco che non sarà l’ultimo arrivo, e noi crediamo alle sue parole, che rappresentano un varco di umanità in un periodo in cui alcune decisioni governative verso i migranti sono per noi, come detto poco fa, fonte di preoccupazione.
C’è un’altra proposta che negli ultimi tempi ha avuto presa a livello culturale?
Sì, è quella di dare uno stipendio alle mamme durante i primi anni della loro maternità. Non è una richiesta assistenzialista, tutt’altro: consideriamo la maternità un vero e proprio lavoro, alla pari di ogni altro lavoro che una donna svolge fuori dall’ambito famigliare. La proposta dello stipendio alle mamme va nella direzione di fare ripartire il Paese, perché farebbe aumentare le nascite e quindi lo ringiovanirebbe. Inoltre, i nostri 50 anni di esperienza di migliaia di madri di casa famiglia hanno fatto emergere con chiarezza che le mamme i soldi li spendono bene, dato che spesso tengono le redini dell’economia familiare: questo darebbe nuovo impulso ai consumi delle famiglie d’Italia, negli ultimi anni sempre più al ribasso.
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