Salute

La misurazione dell’impatto sociale? Ha senso solo se profit, pubblico e privato sociale fanno sistema

L'intervento della presidente di Fondazione Ant: «Ognuno di questi attori deve funzionare da vaso comunicante con l’altro in termini di credibilità, know – how e sostenibilità dei progetti e delle idee e dei modelli. Solo così non ci potranno essere interruzioni di processo e obiettivi non condivisi»

di Raffaella Pannuti

Quello che leggete è l'intervento della presidente di Fondazione Ant, Raffaella Pannuti pronunciato in occasione del Premio Eubiosia 2018 dello scorso 20 novembre

"Per l’Ant questa è il giorno più importante dell’anno perché è la giornata dedicata ai nostri benefattori. Ogni edizione del Premio si è arricchita nel tempo di contributi fondamentali che ci hanno permesso di arrivare a oggi ancora più maturi e forti. Questo è fondamentale per i nostri ammalati per i quali affrontiamo sfide sempre più complesse. La lotta contro il dolore e la solitudine insite nelle malattie croniche e invalidanti è e resterà sempre la nostra missione. Ant è nata per rispondere al richiamo della sofferenza. grazie per quanto state facendo assieme a noi. L’alleanza con i benefattori Ant ci ha permesso di strutturare strategie sempre a più ampio respiro. Nel solo 2018, siamo riusciti assieme ad attivare una equipe sanitaria a Rimini, a implementare i servizi di prevenzione oncologica a Pieve di Cento e abbiamo aperto un filone residenziale in Basilicata, con l’Hospice di Viggiano che noi intendiamo come una struttura assistenziale di transizione finalizzata a fare da ponte fra l’assistenza domiciliare e l’ospedale tradizionale. Vorremmo con voi oggi siglare un patto a continuare a sostenere sempre nuovi progetti per i malati di tumore.

Sempre quest’anno abbiamo fondato Academy Ant, uno spazio di condivisione di esperienze e saperi da mettere al servizio della collettività. Il bene comune diventa occasione di crescita. Ant e le aziende stanno insieme per promuovere comportamenti socialmente attivi e formare cittadini responsabili in un rapporto di reciproca costruzione del business e dell’attività. Per introdurre il tema specifico della giornata, l’innovazione, ricordo anche l’istituzione del fondo Sprint4ideas. In questo caso Ant, con grande coraggio e lungimiranza, si è fatta promotrice – soggetto attivo – di un processo innovativo che ha messo in comunicazione aziende interessate a finanziare innovazione, con aziende e startup con idee innovative da finanziare. Ci sono arrivati 30 progetti in soli 2 mesi da parte di 30 realtà nazionali e non solo. Una commissione di esperti li ha valutati e il finanziamento di 50 mila euro è andato a Ugo, startup che affianca i pazienti negli spostamenti e nelle relative terapie, proprio come un caregiver personalizzato. Tutto questo, affinché il modello di assistenza domiciliare possa essere più rispondente alla società che cambia.


L'innovazione per Ant è da intendersi anche come apertura verso settori che apparentemente possono sembrare distanti dal socio-sanitario. La dimostrazione di questo viene dalle convenzioni che nel 2018 Ant ha siglato con l’Accademia delle Belle Arti di Bologna, con il corso di laurea in Advanced Design della Facoltà Ingegneria dell’unibo e con la partecipazione ai Business Elevator Day della Regione che mettono in relazione il mondo dell'arte con il benessere e la salute. Riteniamo che gli Enti del Terzo settore siano, per loro natura, degli innovatori, in quanto colgono per primi i bisogni espressi dalla società.

Ma adesso c’è bisogno di altro. Gli Enti del Terzo settore hanno dimostrato nel tempo di voler maturare, sviluppando sistemi di controllo e di crescita per riuscire ad avere un maggior peso nella società. Perché gli Ets possano essere considerati soggetti attivi nel sistema di bene pubblico, non si possano limitare a portare avanti i progetti per cui sono nati, ma debbano sviluppare meccanismi e idee che possano testimoniare la vivacità tipica dell’innovazione. Soggetto attivo nella società significa non limitarsi ad aspettare finanziamenti a fondo perduto, ma creare anche progettualità virtuose e generative di risorse, e, dico anche, di opoortunità. L’innovazione di processo, al pari dell’innovazione di idee, è una sfida da cogliere per dare una dimostrazione di attenzione verso la realtà che cambia negli anni. Lo dimostreranno gli interventi di oggi dei nostri ospiti. La nostra società inevitabilmente si evolve. Quello che gli Ets possono e devono fare è cogliere i bisogni, sollecitare il sistema pubblico e cercare di indirizzare verso il bene comunele soluzioni. Pretendere innovazione e misurare l’impatto sociale degli Ets ha significato se e solo se esiste una stretta correlazione con gli altri attori della società: le aziende e il pubblico. Ognuno di questi attori deve funzionare da vaso comunicante con l’altro in termini di credibilità, know – how e sostenibilità dei progetti e delle idee e dei modelli. Solo così non ci potranno essere interruzioni di processo e obiettivi non condivisi. Del resto, qualsiasi siano la finalità, profit o non profit, per banalizzare, ma per capirci, l’obiettivo comune di tutti i nostri ragionamenti deve essere, molto semplicemente, ma altrettanto chiaramente, l’uomo e l’eubiosia, la dignità della vita. La civiltà dell’amore che il nostro fondatore Franco Pannuti ci ha descritto è una civiltà in cui il valore della vita dell’uomo rimane intatto in ogni momento. Combattere l’indifferenza verso il dolore e assicurare la salute e il benessere per tutti a tutte le età".

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.