Cultura

Gli scatti di Barry dentro la crisi del Lago Ciad

Si apre a Roma, il 29 novembre, la mostra con le immagini del fotografo ciadiano che ha potuto documentare le attività di Coopi a favore delle popolazioni in fuga da Boko Haram. Lo sguardo di Abdoulaye Barry non è scontato e aiuta a entrare in relazione con chi sta vivendo sulla propria pelle una crisi umanitaria

di Redazione

Le immagini sono uno dei mezzi più potenti che abbiamo a disposizione per conoscere realtà lontane. Sono uno strumento per provare a essere parteci, ma anche per raccontare drammi che le sole parole non riescono a descrivere compiutamente come la crisi umanitaria in corso sulle rive del Lago Ciad dove sono confluite migliaia di persone in fuga da Boko Haram.
Al Museo Pigorini di Roma inaugura, il 29 novembre (ore 18,30 – presente Pap Yeri Samb, percussionista dell’Orchestra di Piazza Vittorio), la mostra fotografica “Popoli del Lago Ciad – Una crisi umanitaria vista dall’interno” di Abdoulaye Barry e curata da Laura Serani, già direttrice di Les Rencontres de Bamako (qui la sua presentazione alla mostra), e Giuseppe Frangi.

Dopo l’esposizione allo spazio MiFac di Milano del novembre 2017 (qui, qui e qui le news) le immagini del fotografo ciadiano sbarcano nella capitale. Barry che ha viaggiato attraverso il sud del Niger , al confine con la Nigeria, nell’estremo nord del Camerun, e in Ciad, ha potuto documentare l’intervento di Coopi e la quotidianità di chi vive la crisi sulla propria pelle, ogni giorno. I luoghi e i volti protagonisti delle immagini sono quelli di chi sta vivendo la crisi umanitaria del Lago Ciad.


Qui e in apertura immagini del fotografo ciadiano Abdoulaye Barry

Sono oltre 10,7 milioni gli uomini, le donne e i bambini afflitti dalle violenze scoppiate con la nascita del gruppo terroristico nigeriano Boko Haram, un conflitto che, dal 2014 ad oggi, ha avuto un tragico effetto domino, creando 2,4 milioni di sfollati e mettendo 5 milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare e 3 milioni di bambini fuori dal sistema scolastico.

È proprio in Nigeria, Niger, Ciad e Camerun, quattro Paesi coinvolti dall’emergenza, che l’ong Coopi, finanziata dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo, è impegnata nel sostegno di centinaia di migliaia di sfollati, rifugiati e comunità locali, attraverso progetti di assistenza umanitaria multisettoriali, dall’educazione alla salute fino alla sicurezza alimentare.

Abdoulaye Barry è nato a N’Djamena nel 1980 e come tanti fotografi africani ha iniziato la sua carriera fotografando matrimoni, funerali e feste celebrative di neonati. Dopo una formazione finanziata dal Centre français des fonds et fondations per la fotografia Barry produce la sua prima serie sul tema dei bambini di strada che, esposto nel 2009 alla Biennale di Bamako gli vale il premio della giuria.

La mostra – realizzata da Coopi e da Vita, con il sostegno della Cooperazione italiana allo sviluppo – rimarrà aperta dal 30 novembre al 13 gennaio al Museo Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma Eur

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