Comitato editoriale
Mattarella: «La ricerca è una porta che apre il futuro»
Il Presidente della Repubblica ha ricevuto oggi al Palazzo del Quirinale i rappresentanti del mondo della scienza e della ricerca oncologica in occasione dell'inaugurazione de "I Giorni della Ricerca". Premiati Maurizio D’Incalci dell’Istituto Mario Negri di Milano, Carolyn Smith e la Lega Calcio Serie A
di Redazione
Si è svolta oggi al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’annuale cerimonia dedicata ad Airc, appuntamento che inaugura simbolicamente “I Giorni della Ricerca”, iniziativa in programma dal 4 all’11 novembre per informare l’opinione pubblica sui progressi raggiunti nell’ambito della prevenzione, della diagnosi e della cura del cancro e sostenere con le donazioni dei cittadini nuovi programmi scientifici pluriennali.
Il Capo dello Stato ha consegnato il Premio Airc "Credere nella Ricerca" a Carolyn Smith, per il sostegno alla divulgazione delle attività di AIRC e alla Lega Calcio Serie A, per la visibilità offerta alla missione di Airc negli stadi e sui mezzi di comunicazione. Il Premio "Guido Venosta 2018" è stato consegnato a Maurizio D'Incalci dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, per il contributo allo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali.
Davanti ai rappresentanti delle Istituzioni, delle Autorità e a una platea di centinaia di donne e uomini di scienza e di sostenitori della ricerca, il Sottosegretario di Stato alla Salute Armando Bartolazzi, il Presidente Airc e Firc Pier Giuseppe Torrani, il Direttore Scientifico Airc Federico Caligaris-Cappio e la dottoressa Elisa Giovannetti, ricercatrice presso il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, Università di Pisa, hanno presentato al Presidente Sergio Mattarella i risultati di un anno di impegno sul fronte della ricerca oncologica e hanno sottolineato l’importanza per la comunità scientifica di innovare e fare rete a livello nazionale e internazionale, perché se il cancro non conosce confini neppure la ricerca li deve conoscere.
«AIRC ha nel suo statuto diversi compiti: sostenere la ricerca scientifica quale strumento primario per la cura del cancro; informare l’opinione pubblica sui risultati conseguiti dalla ricerca e far crescere la consapevolezza nei cittadini sul rilievo della attività scientifica nel nostro Paese – ha ricordato Pier Giuseppe Torrani – Il cancro è una malattia globale che impegna in tutto il mondo comunità di scienziati, medici oncologi e volontari che li affiancano in una lotta senza quartiere. Anche noi di Airc partecipiamo a questa comunità, incentivando una relazione attiva tra volontari e ricercatori, mantenendo bene informati i 4 milioni e mezzo di persone che ci sostengono e promuovendo programmi condivisi con centri di ricerca europei, americani e asiatici. Lo sforzo comune caratterizza questa comunità portatrice di un’unica tensione che ci guida nel ricercare le ragioni del nostro vivere insieme. Tensione dominata da una continua curiosità di sapere. La scienza non ha confini geografici, è l’anelito dell’uomo a conoscere e a innovare per migliorare le proprie condizioni e la sua comprensione dell’ambiente in cui viviamo. Questo è il progetto del movimento nel quale dobbiamo riconoscerci e nel quale impegnarci con decisione: la realizzazione degli obbiettivi costituzionali di sostenere la ricerca scientifica e valorizzare l’impegno sussidiario a quello dello Stato dei nostri volontari e sostenitori».
Innovazione, tecnologia e internazionalizzazione sono elementi indispensabili per vincere la battaglia contro il cancro, come ha spiegato Federico Caligaris-Cappio: «Il cancro è un nemico subdolo e complesso e per contrastarlo la ricerca deve innovare senza sosta. Airc crede che le nuove formidabili tecnologie debbano essere al servizio delle idee e queste a loro volta al servizio dei pazienti; pertanto incoraggia la creatività, l’innovazione, la collaborazione, l’interdisciplinarità unite al talento, alla preparazione e alla cultura. Nostro impegno è anche quello di identificare le modalità di finanziamento più idonee, facendo tesoro dei risultati sinora ottenuti, sfruttando la maturità raggiunta dal sistema della ricerca oncologica in Italia, favorendo una omogenea crescita scientifica e culturale e sostenendo al meglio i giovani talenti. Nel 2018 hanno preso il via il nuovo Programma Speciale Airc 5xmille, di durata settennale e sostenuto con un importante impegno economico, per affrontare uno dei problemi cruciali che rendono il cancro incurabile: le metastasi; e sei progetti di durata quinquennale, finanziati in partnership Cancer Research UK e Fundación Científica de la Asociación Española Contra el Cáncer, basati su priorità condivise e su di una strategia unitaria che promuove lo sviluppo di reti sovranazionali di altissimo livello e la creazione di risorse di alta qualità. Queste non potrebbero essere sviluppate in maniera autonoma a livello nazionale e verranno rese disponibili a tutta la comunità scientifica».
Formazione culturale, creatività, capacità di collaborare: sono le caratteristiche necessarie per fare il ‘mestiere del ricercatore’, così ha raccontato Elisa Giovannetti, intervenuta in rappresentanza dei 5.000 ricercatori sostenuti da Airc: «Se oggi faccio la ricercatrice molto lo devo al sostegno che ho ricevuto negli anni da Airc: prima con una borsa Marie Curie per l’estero e ora con un grant Airc Start-Up per lo studio dei tumori del pancreas. Il mio è il lavoro più bello del mondo, fatto di curiosità e intuizioni, studi condotti seguendo rigorose regole sperimentali, ed essenziali confronti e collaborazioni con la comunità scientifica internazionale, allo scopo di dare un contributo al progresso ed al benessere della collettività. Ma non posso certo nascondere i problemi che riguardano la precarietà e il riconoscimento del merito. I giovani che fanno il mestiere del ricercatore sono l'investimento più proficuo e produttivo per il futuro del nostro Paese, è necessario costruire possibilità perché possiamo lavorare al meglio. Per riuscire a sconfiggere il cancro dobbiamo aumentare le nostre collaborazioni e partecipare alla creazione di infrastrutture comuni. L’Italia non deve chiudersi su sé stessa, ma deve invece investire in collaborazioni internazionali in cui la ricerca sia intesa come strumento di conoscenza e di sviluppo».
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