Cultura
The Big slowdown. L’allarme della Web Foundation: Internet sta creando un mondo sempre più diviso
Nel mondo, 3,8 miliardi di persone non hanno accesso alla rete. Lo rivela un report della Web Foundation di Tim Berners-Lee, che lancia l'allarme: il digital divide non colma, ma moltiplica la disuguaglianza economica, sociale, culturale e di genere fra mondo ricco e connesso e mondo povero e disconnesso
di Marco Dotti
Dobbiamo riprendere il controllo della rete, scriveva di recente Slavoj Žižek. Uno strumento nato senza centro e, per design e struttura, potenzialmente democratico è oggi sotto attacco. O sotto scacco. Se per i cittadini connessi il problema è sempre più quello indicato dal filosofo – ovvero la torsione autoritaria e la centralizzazione attraverso cloud della rete -, per metà del globo il problema è ancora l'accesso.
Internet sta infatti creando un mondo sempre più diviso. Il web, da rete mondiale che doveva connetterlo, sta tagliando il mondo in due: mondo e sottomondo. L'allarme arriva da Tim Berners- Lee – autore nel 1991 del primo sito web al mondo, oltre che del "www." – e dalla sua Web Foundation.
In un report della non profit, che ha come motto «a web #ForEveryone» si evidenzia infatti un dato allarmante: il tasso di crescita dei nuovi accessi a Internet è passato dal 19% del 2007 al 6% del 2017. Internet è dunque sempre più un privilegio. Tanto economico, quanto sociale. La crescita degli accessi si registra infatti soprattuto in aree del mondo più ricche, mentre i cittadini dei paesi più poveri sono sempre meno connessi. Il serpente si morde la coda: meno connessione significa meno svilluppo. A meno sviluppo, consegue meno connessione.
Più della metà degli abitanti del pianeta, precisamente 3,8 miliardi di persone, non hanno accesso alla rete. Il trend è “preoccupante” e lo slowdown è drammatico, spiega Dhanaraj Thakur, research director della Web Foundation. Dei 3,8 miliardi di persone disconnesse dalla rete, gran parte sono donne.
«Abbiamo sottovalutato il rallentamento. Il fatto che alcune persone siano online e altre no significa inasprire le diseguaglianze che già esistono“. Tutte le opportunità di lavoro, crescita economica, studio, informazione e comunicazione offerte da Internet sono precluse ancora a molti abitanti del pianeta» ha raccontato Dhanaraj Thakur al Guardian, che ha anticipato il report che verrà diffuso domani.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.