Economia

La rivoluzione etica della Dichiarazione Non Finanziaria

Il nuovo Regolamento in materia di informazioni di carattere non finanziario, adottato in attuazione di una direttiva europea (2014/95/UE), recepita nell'ordinamento nazionale (decreto legislativo 254/2016) introduce la DNF che riguarda aspetti ambientali, sociali, quelli attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva

di Marco Marcocci

Non solo numeri, ma anche valori. Questo potrebbe essere lo slogan che accompagna un’importante novità recentemente introdotta nel nostro sistema economico e finanziario.

Si tratta del nuovo Regolamento in materia di informazioni di carattere non finanziario, adottato in attuazione di una direttiva europea (2014/95/UE), recepita nell'ordinamento nazionale (decreto legislativo 254/2016), che disciplina le modalità di pubblicazione, verifica e vigilanza sulle dichiarazioni di carattere non finanziario.

Così, a partire dai bilanci relativi agli esercizi avviati nel 2017 le società quotate, le banche e le assicurazioni di grandi dimensioni (che abbiano almeno 500 dipendenti e soddisfino determinati requisiti dimensionali) sono tenute a redigere, a corredo della tradizionale rendicontazione finanziaria, anche una dichiarazione sui temi di carattere non finanziario, la DNF (Dichiarazione Non Finanziaria), come gli aspetti ambientali, sociali, quelli attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva .

L’obiettivo della DNF è quello di armonizzare, sia pure con rilevanti margini di flessibilità, la pubblicazione delle informazioni non finanziarie così da renderle facilmente accessibili a investitori e consumatori.

Il Gruppo bancario Iccrea, in adempimento alla normativa vigente, ha presentato ufficialmente alla Consob la prima DNF interpretandola non solo quale obbligo normativo, ma anche come leva di crescita aziendale.

Nell’ottica della futura costituzione del Gruppo bancario Cooperativo e, più in generale, della nascita della prima banca locale del Paese, il Gruppo Iccrea ritiene la sostenibilità una fondamentale opportunità per individuare ed esprimere – nell’ambito della riforma del Sistema – i valori del Gruppo e delle BCC a favore del territorio.

La sostenibilità, in questo senso, traspare non solo nelle attività tradizionali bancarie verso le famiglie e le PMI clienti, ma anche nel rapporto con i soci delle BCC e nel coinvolgimento dei collaboratori del Gruppo.

La DNF targata Iccrea, mette in primo piano le numerose esperienze ed attività di coinvolgimento degli stakeholder, facendo della sostenibilità un fattore ulteriormente distintivo e competitivo per il Gruppo Iccrea e per il futuro Gruppo bancario Cooperativo.

In particolare, la Dichiarazione Non Finanziaria Consolidata del Gruppo bancario Iccrea rendiconta i risultati raggiunti in ambito di sostegno delle PMI; le iniziative a beneficio dei territori e della comunità; la centralità riservata alle persone: innovazione e nuovi modelli di business; l’impegno continuo nel ridurre gli impatti ambientali.

Nel dettaglio, su quest’ultimo punto, il Gruppo acquista la totalità dell’energia elettrica da fonti rinnovabili ed ha inoltre investito significativamente nell’efficientamento energetico delle sedi principali, ottenendo una riduzione della dispersione termica degli immobili del 67%.

Dalla DNF, inoltre, emerge l’evidenza di un consistente presidio sistemico – da parte delle diverse strutture del Gruppo – dei rischi non finanziari rilevanti per il Gruppo Iccrea, così come la presenza di specifiche policy a copertura di tutti i temi non finanziari del Gruppo.

«La prima redazione della Dichiarazione Non Finanziaria del Gruppo bancario Iccrea coincide con un momento di profonda e radicale trasformazione dell’assetto organizzativo e strategico del Credito Cooperativo», commenta Giulio Magagni, presidente del Gruppo bancario Iccrea. «La riforma avviata con la Legge 49 del 2016 – ha proseguito Magagni – ha portato il nostro sistema ed il Gruppo ad una radicale riorganizzazione, con l’obiettivo di assicurare alle Banche di Credito Cooperativo, ai loro soci e clienti profili più sicuri di patrimonializzazione, maggiore capacità di rispondere alle esigenze di garanzia, innovazione e sviluppo dei prodotti e dei servizi offerti, funzionali all’incremento della redditività e della solidità delle Banche di Credito Cooperativo».

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