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La Diciotti a Catania, l’Aquarius a Valencia: lo sbarco a due direzioni targato Salvini

In Sicilia lo sbarco di 932 migranti e 2 salme. Marco Rotunno, portavoce in Sicilia dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati sottolinea: «dalle testimonianze abbiamo notato che il tempo di permanenza nei lager libici è aumentato, queste persone sono state rinchiuse e torturate per oltre un anno»

di Alessandro Puglia

Catania – Nella banchina numero 24 del porto di Catania la macchina dei soccorsi è pronta per lo sbarco di 932 migranti e due salme dalla nave CP941 Diciotti della Guardia Costiera. La banchina numero 24 è la stessa dove fino a qualche settimana fa ormeggiava la nave Aquarius della Ong Sos Mediterranée, ora in navigazione verso il porto di Valencia con 106 sopravvissuti, scortata dalla nave Dattilo della Guardia Costiera e dalla nave Orione della Marina Militare con a bordo rispettivamente 274 e altri 250 migranti.

Mentre l’Aquarius, come riferisce Medici Senza Frontiere in un tweet, affronterà onde fino a 4 metri e venti fino a 35 nodi per arrivare nel porto spagnolo nella giornata di sabato, la Diciotti è già approdata a Catania con il suo carico di esseri umani e gli oltre 200 bambini che gioiscono perché non conoscono distinzioni tra di loro, ma sanno soltanto di essere stati salvati.

Tutti sono più che mai provati, dal viaggio, ma soprattutto dai mesi in cui sono stati rinchiusi nei campi di detenzione in Libia.

Delle due salme si sa che erano due giovani somali, un uomo e una donna visibilmente denutriti, morti di stenti e a causa delle loro pessime condizioni di salute: “La ragazza è morta nel gommone in cui viaggiava, subito dopo la partenza, l’altro ragazzo qualche ora dopo”, spiega Federica Montesanti, a bordo della nave Dattilo per Intersos.


I 932 migranti che in queste ore stanno sbarcando in Italia sono stati trasbordati da altre navi del dispositivo EunavFormed per un totale di cinque eventi SAR e circa tre giorni di navigazione. Tra gli oltre 200 minori, 167 sono non accompagnati, ragazzini dai 14 ai 17 anni, 13 le donne incinte.

«Sono tutti molto provati, disidratati e ci sono tantissimi casi di malnutrizione. Un uomo siriano scappato dalla guerra presenta dei disturbi psichici, sembrava aggressivo, ma non appena lo abbiamo ascoltato si è rasserenato», spiega Stefano Principato del comitato della Croce Rossa di Catania.

Lo sbarco è in corso. I soccorritori della Croce Rossa rientrano nuovamente nella nave Dattilo. Alcuni ragazzi, nonostante le operazioni di sbarco procedono rapidamente, si accasciano sul pontile della Diciotti e vengono stesi sulle barelle.

La lunga permanenza nei campi di detenzione in Libia è sicuramente il dato più allarmante di questo primo sbarco targato Salvini-Toninelli, oltre all’evidente assenza sulla banchina 24 della nave Aquarius.

M. è una giovane donna eritrea, ha lasciato il suo paese quando suo figlio aveva tre mesi, mentre adesso ha tre anni. A raccogliere la sua testimonianza è Marco Rotunno, portavoce in Sicilia dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati: «Nel campo di detenzione in Libia, M. ha visto morire l’altra figlia che aveva soli tre mesi. Dalle testimonianze raccolte, abbiamo notato che il tempo di permanenza nei lager libici è aumentato, queste persone sono state rinchiuse e torturate per oltre un anno. In uno stanzone, così come lo hanno definito, erano in tremila. Dormivano seduti addossati gli uni sugli altri, mentre subivano percosse. Raccontano che lì si muore anche per una semplice tosse, mentre i trafficanti li controllano a vista, trasferendoli spesso da una prigione a un’altra», aggiunge Rotunno.

Il campo di detenzione di Ban Walid è lo stesso dove per più di 18 mesi era stato rinchiuso Segen, il migrante eritreo che pesava appena 30 chili, morto il giorno dopo lo sbarco a Pozzallo del 12 marzo scorso.

Anche i bambini, che giocano con i peluche e le bambole donate dai volontari sono più che mai denutriti. Una bimba ha in mano Olaf, il pupazzo di neve del cartone animato Walt Disney Frozen. I maschietti giocano invece a salire sulle transenne, mentre il più piccolo non ci riesce.

É ormai tardo pomeriggio quando i migranti sono già seduti in autobus per raggiungere varie destinazioni in Italia, Puglia, Veneto e Lombardia. Sulla banchina 24 il migrante appena sbarcato è il numero 700 di 932. Nel chiosco adiacente, ci sono soltanto giornalisti, medici e qualche volontario. Per chi segue gli sbarchi, è strano non vedere i soccorritori dell’Aquarius, tra cui anche ragazzi italiani, che tra un salvataggio e un altro qui si riunivano per bere una birra o per mangiare una buona granita.

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