Politica

Chi è Salvatore Giuliano, il nuovo sottosegretario all’Istruzione

Classe 1967, laurea in economia, da nove anni dirige l'IISS Majorana di Brindisi. Il suo mantra? L'innovazione è contagiosa. È tra i fondatori di Avanguardie educative, la rete di scuole che vogliono mettere a sistema le esperienze che stanno rivoluzionando la scuola. E sulla Buona Scuola disse #iononsciopero. L'altro sottosegretario all'Istruzione è Lorenzo Fioramonti, onorevole M5S, classe 1977, professore di Economia politica all’Università sudafricana di Pretoria, autore di "Presi per il Pil"

di Sara De Carli

Il suo mantra è che l’innovazione è contagiosa. Giuliano è dirigente scolastico dell’IISS Majorana di Brindisi, una delle scuole più raccontate d’Italia in quanto vera e continua fucina di innovazione. Nato nel 1967, una laurea in economia bancaria, finanziaria e assicurativa, in campagna elettorale era stato indicato da Luigi Di Maio come ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in caso di vittoria del M5S. Ieri, 12 giugno 2018, è stato nominato sottosegretario al Miur guidato dal ministro Marco Bussetti, insieme a Lorenzo Fioramonti, onorevole M5S, classe 1977, professore di Economia politica all’Università sudafricana di Pretoria, autore di "Presi per il Pil", indicato in campagna elettorale dal Movimento 5 Stelle per il ministero dello Sviluppo economico. «Con l'incarico all'Istruzione, Università e Ricerca potrò stimolare innovazione e merito nelle scuole, negli atenei e negli enti scientifici italiani. Sarà un privilegio potermi dedicare a rilanciare un settore così strategico per lo sviluppo del Paese. Il cambiamento comincia proprio dall'istruzione e dalla formazione. Come diceva Nelson Mandela, “la qualità di un Paese si misura in base a come investe sul futuro dei più giovani"», ha scritto poche ore fa Fioramonti su Facebook.

Salvatore Giuliano guida il Majorana di Brindisi da nove anni: ha raddoppiato il numero degli iscritti, portandoli da 600 a 1.300. In un territorio – la Puglia – dove il tasso di povertà minorile supera il 40%, il 31,25% dei ragazzi sono NEET, e la dispersione scolastica sta al 17%, lui ha un tasso di abbandono nullo. Al Majorana si iscrivono studenti dalla Lombardia e dalla Sicilia, come – e lui ne è anche più orgoglioso – tanti ragazzi con bisogni educativi speciali o disturbi di apprendimento, che nella didattica innovativa e inclusiva del Majorana trovano l’humus giusto per il successo formativo. A questa scuola il numero di VITA di marzo aveva dedicato un approfondimento, in un viaggio fra le scuole innovative del Sud Italia.

Qui per primi nel 2009 hanno sostituito i libri di testo con materiali didattici realizzati dai docenti, per 35 euro l’anno, con un risparmio stimabile in oltre 300 euro l’anno che viene investito in tecnologia. Oggi quella di Book in progress è una rete nazionale, di cui il Majorana è scuola capofila. Qui hanno fatto uno dei primi ordini d’Italia per un Oculus Rift, che consente ai ragazzi di immergersi nel sistema solare o nella Cappella Sistina direttamente dalla classe, hanno sperimentato il liceo in quattro anni. Nel 2017 Ashoka ha inserito il Majorana fra le sue “changemaker school”, ma ben da prima, dal 2014, era fra le 22 scuole che hanno fondato insieme a Indire la rete Avanguardie Educative, quelle scuole che già allora avevano completamente trasformato il loro modello didattico, soprattutto attraverso un utilizzo diffuso delle tecnologie, che sono riuscite a rompere lo schema-classe, abbandonando la centralità della lezione frontale, modificando orari, calendari, libri di testo. Il Majorana è stata anche la scuola polo per gli oltre 600 animatori digitali della Puglia, voluti dalla Buona Scuola.

Nella sua prima affermazione da “candidato ministro”, negli studi di “L'aria che tira” con lo stesso Di Maio, Salvatore Giuliano ha detto che la Buona Scuola «no, non va abolita, va sicuramente migliorata e superata». Un'affermazione che suona contraddittoria sia rispetto a quello che i 5 stelle ripetono da sempre (l'abolizione della legge 107) sia al sostegno che Giuliano ha dato nel tempo al disegno della Buona Scuola e alla sua attuazione. Nel 2015, in piena discussione della legge, Giuliano fu promotore insieme ad altri dirigenti scolastici (si beccarono tutti insulti e minacce, nel clima rovente di quei giorni) di un documento intitolato #iononsciopero, dove scriveva che «nessuno può parlare di tagli. Nessuno può parlare di precariato. Nessuno può parlare di distruzione della scuola pubblica. Pur riconoscendo che il DDL 2994 Giannini-Madia-Padoan (non era ancora legge, ndr) sia suscettibile di elementi migliorativi e di chiarimenti interpretativi, ne difendiamo con forza l’impianto e il coraggio con il quale interviene a riformare la scuola con l’obiettivo di rinnovarla e renderla rispondente ai bisogni della società complessa».

Salvatore Giuliano ha la grinta e la capacità di rinnovare la scuola e sa anche quanto sia necessario cambiarla per renderla più rispondente ai bisogni della società complessa. Ma soprattutto ha la consapevolezza che innovare la scuola non è un’operazione fine a se stessa: è un innovare con la scuola. Al Majorana di Brindisi, Giuliano e i suoi studenti hanno accolto il quinto appuntamento della manifestazione nazionale #Conibambini – Tutta un’altra storia, organizzato per ragionare sull’innovazione della scuola come via contrastare la dispersione scolastica e i fenomeni legati alla povertà educativa minorile. Lo hanno fatto con un hackathon in cui gli studenti hanno portato le loro idee sulle tre parole chiave della manifestazione: povertà educativa minorile, comunità educante e periferie. In perfetto stile Majorana.

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