Famiglia
Ruben e quei bambini che dormono in stazione
Un ragazzo spagnolo si sta occupando di una famiglia di Sesto San Giovanni che, sfrattata da casa, si è stabilita in stazione Garibaldi. Mamma, papà e tre figli (di 4, 7 e 11 anni) hanno vissuto all'addiaccio finché la solidarietà di tanti privati cittadini non li ha sottratti alla strada. Ma intanto il Comune di Sesto San Giovanni, dove sono residenti, non se ne occupa
Ruben Lopez, spagnolo di Barcelona, sposato con una milanese, ogni venerdì si reca alla Stazione Garibaldi per aiutare i senza fissa dimora che vivono lì. «Una cosa che ho visto fare Madrid. Si chiama Boctas, che significa "panino”. Privati, senza darsi forma giuridiche ma solo privatamente, aiutano persone in difficoltà». La forma così informale garantisce tantissima flessibilità. «Un cittadino privato può invitare chi vuole a casa, portare in giro chi gli pare e nessuno può dirgli nulla», ride Ruben.
In una di queste uscite, venerdì 11 maggio, incontra Mohamed e Ramona. «Li ho trovato sdraiati su dei cartoni, vicino al supermercato della stazione, piano -1. Avevano con sé due figli, uno di 6 anni e una di quattro. A parte alcuni sacchetti di effetti personali non avevano altro», ricorda Ruben.
Mohamed (egiziano) e Ramona (romena) sono spasati hanno tre figli. «La terza figlia, di 11 anni, soffre di asma. Per questo non era in stazione perché è stata affidata ad una signora italiana di Cremona che conoscono», sottolinea Ruben, «possiamo dire che i servizi sociali hanno obbligato, senza occuparsene, una famiglia a separarsi».
Dal momento dell'incontro Ruben, con alcuni amici, ha cercato di aiutarli. «Li abbiamo dapprima in albergo fino a domenica. Il problema più grosso è che dormivano per strada da quasi una settimana». Una soluzione costata solo 183 euro, «l'albergatore, una bravissima persona, ci è venuta incontro una volta vista la situazione».
La vera difficoltà però è la scuola dei bambini. «I tre bimbi la mamma non vuole che saltino la scuola. Così dovevamo trovare una gestione che lo permettesse. E l'albergo non andava bene». Ruben si rivolge a don Vincent, un prete di MIlano, il quale lo indirizza da una ragazza che si chiama Maddalena.
«Questa giovane di 28 anni che abita a Lambrate mi ha fatto sapere che era disponibile per ospitarli fino a quando fosse stato necessario. Una cosa che mi ha commosso tantissimo. Una giovane ragazza sola sta ospitando quattro persone sconosciute. E presta la macchinaa Mohamed la mattina per portare i bimbi a scuola».
Ma le istituzioni? «Tutto nasce a Sesto San Giovanni, dove Ramona è residente con i figli. Era in subaffitto, in nero, da un signore africano. Ad un certo punto questo signore, che era affittuario, se n'è andato. Intorno al 3 maggio è stato comunicato alla famiglia che se ne sarebbe dovuta andare. Il 7 maggio arriva la Polizia che comunica loro che sarebbero stati trasferiti a Milano in un altra casa. Naturalmente non c'è nulla di scritto. Ma la famiglia si fida. Una volta arrivati a Milano per capire cosa fare scoprono che il Comune di Milano non sa nulla e non può intervenire: sono residenti da un'altra parte. A quel punto però la serratura è già stata cambiata, con tutte le loro proprietà dentro», racconta esterrefatto Ruben.
Da quel momento Ramona e Mohamed con i propri figli, non hanno più un tetto.
«Quello che mi fa bollire il sangue è semplice: vabene, non hanno soldi, vabene non avevano un contratto regolare, ma stiamo parlando di una famiglia regolare che viene abbandonata sul marciapiede con i figli. È scandaloso».
Dal Comune di Sesto San Giovanni, che abbiamo provato a contattare, non è stato possibile sapere se sono al corrente della situazione o se stanno provvedendo a trovare una soluzione. Non ci hanno risposto né il sindaco Roberto Di Stefano (FI) né l'ufficio stampa e neanche gli assessori resposnabili per i servizi alla persona (Roberta Pizzochera), i servizi al cittadino (Alessandra Magro) e alle politiche abitative, dei diritti umani e tutela del cittadino (Claudio D'Amico).
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