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Robot e AI: fisica e filosofia a confronto in un dibattito con Roger Penrose, il 12 maggio a Milano
Che cosa non sappiamo e che cosa non capiamo dell'Intelligenza Artificiale? Computer, robot, algoritmi: uno dei più grandi matematici e fisici viventi, Sir Roger Penrose e il filosofo Emanuele Severino ne discutono il 12 maggio, a Milano, presso il Centro Congressi della Fondazione Cariplo
La mente umana è molto più che potenza di calcolo, computazione e numeri. Per questo, spiega sir Roger Penrose, fra i massimi matematici e fisici teorici al mondo, docente a Oxford, maestro e poi collega di Stephen Hawking col quale ha elaborato alcuni dei teoremi di Relatività Generale più discussi degli ultimi decenni, nessun algoritmo o sistema di Intelligenza artificiale (AI) potrà mai spiegare appieno il funzionamento della mente umana, né replicarlo. A meno di non voler supporre che la mente umana sia soltanto computazione e calcolo.
Esiste dunque una differenza qualitativa incolmabile tra ciò che chiamiamo Intelligenza Artificiale e l’intelligenza naturale o umana? «L’intelligenza richiede comprensione, la comprensione richiede consapevolezza». E la consapevolezza, spiega Roger Penrose, che il 12 maggio prossimo sarà a Milano, presso il Centro Congressi della Fondazione Cariplo per una lecture sul tema dell’AI, è una qualità prettamente umana. Per questa ragione l’uomo è in grado di compiere azioni coscienti che vanno oltre ogni tipo di attività computazionale.
L’insieme delle capacità cognitive chiamate “intelligenza” non può essere replicata in toto da un programma, innestata in un computer classico e implementata in un robot. Benché Penrose non arrivi a negare che, in linea di principio, sia possibile automatizzare qualche funzione particolare o che progetti di Intelligenza Artificiale debole possano anche acquisire grandi capacità strumentali, tuttavia, da oltre 25 anni, con la pubblicazione di best-seller noti al grande pubblico, quali La mente nuova dell’imperatore e La strada che porta alla realtà, Roger Penrose traccia un solco profondo, anche critico, nel dibattito e nello studio alla base dei programmi e progetti di ricerca che vanno sotto il nome di AI.
Soprattutto nella sua variante forte (Strong Artificial Intelligence), ossia in quella somma di aspettative e posizioni di ricerca per le quali, osserva il filosofo John Searle, «il computer non sarebbe soltanto, nello studio della mente, uno strumento; piuttosto, un computer programmato opportunamente s, sarebbe una mente vera e propria».
Secondo Nick Bostrom, direttore del Future of Humanity Institute dell’Università di Oxford, entro il 2075 una super intelligenza artificiale, dotata di autocoscienza, potrebbe eguagliare l’intelligenza umana. Superandola nei trent’anni successivi. Secondo gli apocalittici, il confronto fra Intelligenza Artificiale e Intelligenza Naturale è già iniziato e, se non corriamo subito ai ripari, l’uomo è destinato a soccombere. Come stanno davvero le cose? Quali sono i risvolti concreti, quotidiani, della contrapposizione fra Artificial Intelligence e Natural Intelligence? Quali i suoi presupposti? E le conseguenze di un impatto che, già oggi, va ben oltre l’automazione? Come risponderanno il sociale, l’economia, il mondo del lavoro?
Stephen Hawking riteneva che l’AI contenesse in sé un pericolo, non in quanto “intelligenza”, ma in quanto potenza strumentale espansiva. In base al principio di precauzione, dovremmo fermarci o cercare di concentrare il massimo potenziale di riflessione possibile per delineare lo scenario entro il quale circoscrivere il troppo entusiasmo e gli incauti allarmismi.
Primo, capire: è quanto si cercherà di fare sabato 12 maggio a Milano, alle 15:00, per la seconda edizione delle Communitas Lectures: appuntamento annuale, aperto al pubblico e a ingresso libero, organizzato dall’associazione culturale Communitas, con il patrocinio della Fondazione Cariplo e il supporto di Vita.
L’incontro di sabato 12 maggio vede a confronto sir Roger Penrose e Emanuele Severino, uno fra i più maggiori filosofi teoretici italiani. L’incontro, presso il Centro Congressi della Fondazione Cariplo a Milano (via Romagnosi 9, inizio lavori alle h 14,30; è prevista la traduzione simultanea inglese-italiano) si aprirà con gli interventi dei due main speakers sul tema Intelligenza Artificiale vs. Intelligenza Naturale.
La discussione sarà poi animata da un panel di fisici, matematici, filosofi, psicologi, scienziati che allargheranno la riflessione e apriranno il dibattito in una prospettiva pluridisciplinare.
L’incontro prosegue il filo rosso della ricerca sulla libertà e sulle nuove tecnologie intrapresa lo scorso anno, quando il Premio Nobel 1999 per la FisicaGerard ‘t-Hooft, le cui scoperte sono oggi al centro anche delle ricerche sui computer quantistici, si è confrontato su “Determinismo e libero arbitrio” con il filosofo Emanuele Severino, il teologo monsignor Piero Coda e un pubblico di oltre 400 persone, per lo più giovani.
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