Salute

Un borgo per i malati
 di Alzheimer

A Monza è nato il Paese Ritrovato della Cooperativa La Meridiana: le case dei pazienti sono inserite in un vero contesto di quartiere che comprende un teatro, una cappella, un bar, un mini-market, alcuni negozi, la sartoria, il ferramenta e anche un orto

di Diletta Grella

Una cittadina, un borgo con diverse case colorate, un teatro, una cappella, un bar, un mini-market, alcuni negozi, la sartoria, il ferramenta e anche un orto, dove le persone con Alzheimer e demenza possono vivere il loro quotidiano, grazie all’aiuto di personale specializzato, mantenendo il più a lungo possibile le loro abilità residue.

Il Paese Ritrovato è stato inaugurato a Monza il 24 febbraio scorso dalla Cooperativa La Meridiana, che fa parte del gruppo cooperativo Cgm e che da oltre quarant’anni propone qualificati ed innovativi servizi per gli anziani.

Nata nel 1976 come associazione di volontariato,
La Meridiana oggi gestisce
centri diurni, centri residenziali e comunità alloggio per gli anziani, oltre ad una struttura specializzata nella cura dei malati di Sla e in stato vegetativo.

Il Paese Ritrovato si ispira ad un modello olandese che già da una decina di anni ha trovato una risposta innovativa all’Alzheimer e, a partire dalla prossima primavera, accoglierà 64 persone, suddivise in otto appartamenti.

«L’abbiamo costruito in poco meno di 14 mesi», afferma Roberto Mauri, direttore della cooperativa. «Abbiamo superato tutti gli ostacoli e in tempo record siamo riusciti a far sorgere la struttura. Un progetto innovativo, che avrà importanti effetti sia sul piano della cura sia a livello scientifico. Sul piano della cura, ci attendiamo che le persone colpite da un progressivo calo cognitivo possano vivere meglio e con minor stress, mentre dal punto di vista scientifico, la comunità accademica è molto interessata a capire quale sarà l’effetto sulla persona malata e sulle relazioni fa- miliari. Fondamentale è stata la collaborazione di tanti cittadini, di enti pubblici e privati che hanno aderito a questa causa e che ringraziamo di cuore. Il Paese Ritrovato è un bene della città, del territorio, un luogo concreto per proseguire la sfida alla malattia del secolo e diventa- re importante punto di riferimento per persone e famiglie che hanno subito e subiscono i pesanti effetti della malattia».


«La sindrome di Alzheimer è la più comune causa di demenza» interviene Mariella Zanetti, geriatra della cooperativa. «Al momento ne soffrono circa 47 milioni di persone nel mondo e un milione in Italia, ma i numeri sono in aumento, a causa dell’incremento della popolazione anziana. La patologia non coinvolge solo il singolo individuo, ma anche la sua famiglia. Il Paese Ritrovato desidera rispondere alle necessità di entrambi. Abbiamo immaginato un luogo di cura, ma anche di inclusione sociale, in cui i pazienti possano vivere una vita attiva e siano liberi di muoversi, parlare, fare la spesa, andare dal parrucchiere… proprio come farebbero se fossero a casa».

Ovviamente i “negozianti” che gli ospiti incontreranno saranno tutti operatori qualificati. Le persone manterranno la capacità di scelta, quindi potranno decidere a che ora alzarsi, come vestirsi, dove andare. Si farà il possibile perché le funzioni cognitive residue si- ano molto stimolate. «Dal Paese Ritrovato ci aspettiamo quindi che possa aiutare a contenere stress, a ridurre il consumo di farmaci e il decadimento mentale, e pertanto a garanti- re una qualità di vita migliore», conclude Zanetti.

«Per noi è fondamentale che un individuo sia libero e autonomo», continua Marco Fumagalli, formatore ed educatore della Meridiana. «Per questo il borgo sarà dotato di una tecnologia avanzata che permetterà di sorvegliare in modo non invasivo i residenti e di salvaguardare nello stesso tempo la loro sicurezza. Fondamentale è anche l’utilizzo di colori vivaci, sia sulle pareti esterne degli edifici che internamente: da un lato renderanno l’ambiente più bello e allegro, dall’altro aiuteranno gli ospiti a orientarsi». «Penso che il Paese Ritrovato sia una splendida opportunità» spiega Nella, moglie di un malato di Alzheimer, ospite in una delle residenze della Meridiana. «Mio marito è ammalato da vent’anni e ormai è in una fase avanzata. Vorrei che tutti coloro che sono in una fase intermedia potessero entrare in un villaggio come questo. Non avete idea di cosa significhi vedere il proprio famigliare in un luogo in cui riesce ancora a fare qualcosa e a gestirsi come fosse a casa!» .

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Le immagini della fase progettuale e del borgo ristrutturato

Il Paese Ritrovato sarà monitorato a livello scientifico da tre enti altamente qualificati: il Cnr, il Politecnico di Milano, la Fondazione Golgi Cenci. Direttore scientifico sarà Antonio Guaita, uno dei massimi esperti di Alzheimer. I tre enti collaboreranno con la Cooperativa La Meridiana, per mettere a punto, con l’Università Carlo Cattaneo di Castellanza, un modello di misurazione che permetterà di stabilire l’efficacia terapeutica del progetto. L’ateneo varesino, in collaborazione con La Meridiana, rielaborerà le osserva- zioni e proporrà alla Regione Lombardia un modello, che potrà poi essere inserito nel sistema di cura e che assumerà una posizione intermedia tra il domicilio del paziente e le case di riposo. I risultati della ricerca saranno a disposizione delle famiglie e potranno trovare applicazione anche presso il domicilio dei malati, migliorando così l’assistenza dei caregiver.

Il costo del progetto supera i 9 milioni di euro. «Attualmente ne abbiamo raccolti quasi 6,5» spiega Mauri. «Alcune famiglie monzesi hanno contribuito con importanti donazioni. Numerosi cittadini, imprese, associazioni, fondazioni ci hanno dato il loro sostegno. Non è mancata la collaborazione con gli enti pubblici: comune di Monza, Regione a, Ats Brianza, Asst Monza. L’obiettivo che ci anima non è solo quello di aiutare 64 malati di Alzheimer e le loro famiglie, ma è quello di creare un modello di cura che sia replicabile anche altrove».

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