Politica
Scuole aperte, nuovo avviso da 130 milioni
Si aprono due nuovi avvisi con fondi europei, di cui uno da 130 milioni per aprire le scuole il pomeriggio e nelle vacanze, soprattutto nelle aree disagiate e periferiche. Avvisi ancora riservati alle scuole statali, benché l'accordo di partenariato sia stato modificato dalla Commissione europea l'8 febbraio
Scuole al Centro, atto terzo. Dopo la sperimentazione in quattro città – Napoli, Roma, Palermo e Milano – dell’estate 2016, con cui il Miur stanziò in via sperimentale 10 milioni di euro, dopo il bando valido per l’intero territorio nazionale da 240 milioni di euro con fondi PON che finanziò a partire dall’estate scorsa 4.633 progetti, con un milione di ore aggiuntive di sport, musica, laboratori di lingue, teatro, innovazione digitale, ecco una nuova chance per le scuole che vogliano lavorare per ridurre il fallimento formativo e la dispersione scolastica, rafforzare gli apprendimenti linguistici, espressivi, relazionali e creativi nonché per lo sviluppo delle competenze in lingua madre, lingua straniera, matematica e scienze.
Si tratta di una seconda edizione dell’avviso pubblico per progetti di inclusione sociale e lotta al disagio nonché per garantire l’apertura delle scuole oltre l’orario scolastico soprattutto nella aree a rischio e in quelle periferiche, del valore di 130 milioni di euro, appena pubblicato dal Miur. Le scuole statali di ogni ordine e grado potranno presentare progetti per attività extracurricolari per un monte totale di 220 ore (6 ore a settimana in più) che consentano di tenere gli istituti scolastici aperti nel pomeriggio, il sabato, nei tempi di vacanza, in luglio e settembre. I progetti potranno riguardare laboratori di creatività, musica, arte, scrittura creativa, teatro, educazione alimentare, iniziative per il contrasto alla violenza nei contesti scolastici, ma anche promuovere iniziative per la parità di genere e per la lotta al bullismo e alla discriminazione, in sinergia stretta con il PON “Per la scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento, per cui c’è allo stesso modo un secondo avviso da 150 milioni di euro.
Con l’avviso Scuola al Centro – che prevede anche un modulo per il coinvolgimento dei genitori e delle famiglie – le scuole fino a mille studenti potranno ricevere finanziamenti fino a 40mila euro, quelle con più di mille studenti potranno ricevere fino a 45mila euro. I progetti dovranno essere presentati fra il 21 marzo e il 9 maggio 2018. L’obiettivo primario è «riequilibrare e compensare situazioni di svantaggio socio-economico, in zone particolarmente disagiate, nelle aree a rischio e in quelle periferiche»: l’obiettivo europeo sulla dispersione scolastica è – lo ricordiamo – quello di scendere sotto il 10% (oggi siamo al 13,8%). I moduli dovranno coinvolgere 15/20 studenti e saranno immediatamente sospesi dopo due incontri consecutivi con meno di 9 partecipanti. Il progetto formativo può svolgersi negli anni scolastici 2018/19 e 2019/20. La metodologia formativa deve essere quella dell’approccio non formale o dell’imparare facendo ed è auspicabile che le attività coinvolgano gli studenti in situazioni concrete e in luoghi diversi dai normali contesti formativi.
Il secondo avviso pubblicato mette a disposizione 150 milioni di euro per il potenziamento delle competenze di base per tutte le scuole del primo e del secondo ciclo, con moduli da 30 o 60 ore, con la possibilità di realizzare moduli di durata inferiore anche nelle scuole dell’infanzia (massimo di 30 ore). Sarà possibile attivare moduli di italiano, italiano per stranieri L2, lingua straniera, matematica, scienze. Nelle scuole dell’infanzia sarà possibile realizzare anche moduli di musica, espressione corporea ed espressione creativa. I finanziamenti andranno da un minimo di 20mila euro per le scuole dell’infanzia a un massimo di 45mila euro per le scuole del primo e del secondo ciclo. Complessivamente i progetti consentiranno agli istituti un monte di ore aggiuntivo pari a 210 (circa 6 ore in più a settimana). Gli istituti comprensivi con sezioni dell’infanzia, quelli omnicomprensivi e i convitti nazionali potranno presentare due diversi progetti. L’avviso si chiude l’11 maggio 2018.
In entrambi i casi i beneficiari dell’avviso sono le scuole statali di tutte le Regioni italiane ad eccezione della Valle d’Aosta e della provincia autonoma di Trento destinatarie di un avviso specifico (in base all’accordo stretto nel febbraio 2017) mentre per le scuole paritarie, si legge nell’Avviso, ancora una volta sono state accantonate risorse specifiche «in attesa della modifica del Programma operativo nazionale». La negoziazione con la Commissione Europea è in realtà terminata da poco: la notizia era stata diffusa dall’onorevole Simonetta Rubinato già nei giorni scorsi. Da Bruxelles ci confermano che «l'8 febbraio 2018 con Decisione della Commissione C(2018)598, non soggetta a pubblicazione, l'accordo di partenariato è stato modificato». L'accordo di partenariato originario adottato nel 2014 prevedeva che «in linea con i deficit e i bisogni identificati nella mappatura delle esigenze, il FSE e il FESR interverranno nel settore dell'educazione pubblica, con esclusione delle scuole private e/o parificate» mentre l'accordo di partenariato modificato nel 2018 (C(2018)598 – 08/02/2018) prevede che «in linea con i deficit e i bisogni identificati nella mappatura delle esigenze, il FSE e il FESR, interverranno nel sistema nazionale di istruzione», come indicato dalla legge di bilancio del dicembre 2016 ( art. 1, comma 313). Il cambiamento tuttavia «non costituisce automaticamente autorizzazione alla realizzazione di azioni a favore di istituti scolastici non pubblici», perché tale autorizzazione resta subordinata all'analisi della conformità alla normativa europea, anche rispetto alla tipologia di azioni e della rispondenza delle azioni stesse agli obiettivi specifici del programma operativo interessato. Nei fatti, anche per questi due nuovi bandi per le scuole paritarie resta l’accantonamento di risorse.
Foto Miur/Flickr, concerto nel cortile della Minerva, giugno 2017
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