Non profit
Fundraising: come cambiano le donazioni
Impatto sociale e relazioni autentiche sono i due aspetti a cui i donatori danno sempre maggiore importanza. Cresce quindi l’esigenza di competenza e professionalità. La nuova proposta formativa di The FundRaising School
di Redazione
La rilevanza economica e sociale raggiunta dal non profit in Italia e la recente riforma del Terzo settore sono segnali che indicano chiaramente un ruolo sempre più da protagonista dell’economia sociale nel nostro Paese che, secondo l’Istat, conta oltre 336mila organizzazioni, circa 788mila dipendenti e oltre 5 milioni di volontari. Sul fronte donazioni, per la prima volta in Italia è stata superata la soglia dei 5 miliardi di euro da singoli cittadini (anno 2016), come conferma la III edizione del Report Giving Italy di Vita. La principale fonte di fundraising delle organizzazioni non profit restano i privati, a seguire le aziende con circa 873 milioni di euro, di cui 200 milioni da fondazioni d’impresa e 673 milioni da imprese. Significativo anche l’aumento dei contributi alle scuole (oltre 724mila euro raccolti ad ottobre 2017), agli enti culturali (oltre 200mila euro e più di 6mila mecenati) e l’interesse verso i lasciti (l’11% degli italiani hanno intenzione di fare testamento solidale).
Il comportamento dei donatori italiani, però, è in evoluzione continua. Oggi assistiamo ad un forte aumento della digitalizzazione delle relazioni che condiziona anche le modalità di donazione.
In Italia quasi tre quarti della popolazione è online (43 milioni di persone), con 34 milioni di utenti attivi sui social media (Report Global Digital 2018); l’83% degli internauti è un donatore – ossia una persona che almeno una volta all’anno ha sostenuto un progetto a finalità sociale – con una donazione media annuale di circa €90 (Donare 3.0 – Doxa Duepuntozero con Rete del Dono e PayPal).
Come cogliere le opportunità offerte dal fundraising digitale e non solo?
Da alcuni anni assistiamo in Italia a una vera e propria esplosione di interesse per il fundraising e per i temi a esso connessi. Tuttavia, come sottolinea Paolo Venturi, direttore The FundRaising School: «In troppi guardano al fundraising come a una mera tecnica di persuasione, mentre il senso consiste in una richiesta di co-produzione»
La mancanza nelle organizzazioni non profit di una cultura manageriale orientata alla raccolta fondi può compromettere lo sviluppo strutturale ed economico del fundraising. In questo scenario nasce l’esigenza di una maggior competenza e professionalità nel promuovere le proprie buone cause.
Dal 1999 The FundRaising School, promossa da AICCON – Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit – sostiene una visione di fundraising orientata alle relazioni e alla creazione del senso di comunità. La scuola, con sede presso l’Università di Bologna Scuola di Economia, Management e Statistica di Forlì, si avvale della direzione scientifica del Prof. Pier Luigi Sacco e del contributo dei maggiori fundraiser italiani.
Come si diventa un buon fundraiser?
Affiancando all’esperienza sul campo un percorso formativo ed una metodologia specifica. Le competenze in fundraising, infatti, stanno diventando una high skill sempre più richiesta, e non solo nel mondo delle organizzazioni non profit.
Per questo motivo The FundRaising School ha ideato 2 Certificati, che si ottengono partecipando a 3 corsi:
CERTIFICATO IN FUNDRAISING MANAGEMENT (XVIII edizione), per imparare ad elaborare una strategia di fundraising ad hoc per la propria organizzazione;
CERTIFICATO IN DIGITAL FUNDRAISING (V edizione), ideato per acquisire le competenze e gli strumenti indispensabili per progettare la strategia online di un’organizzazione, dai social media al crowdfunding.
Per chi ha già mosso i primi passi nel mondo del fundraising o è interessato a focalizzarsi su un tema specifico, The FundRaising School ha previsto dei corsi specialistici su organizzazioni sportive, fondazioni internazionali, impresa sociale, cultura, social media e crowdfunding, impatto sociale, enti ecclesiastici e religiosi.
Tra le novità di quest'anno ci sono due nuovi corsi avanzati: Il piano strategico per il fundraising (24-25 maggio 2018) e La campagna di fundraising (13-14 giugno 2018) e i LAB, workshop di una giornata volti approfondire conoscere e mettere subito in pratica strumenti specifici di fundraising come il 5×1000, i lasciti, Ad Words e Google Ad Grants e Inbound marketing per le organizzazioni non profit.
I corsi sono rivolti non solo a chi vuole intraprendere questa carriera, ma anche a lavoratori con esperienza pregressa e a professionisti che vogliono continuare la loro formazione, specializzarsi e aggiornarsi. La durata dei corsi, che va da 1 a 3 giorni, è stata infatti pensata per permettere anche a chi lavora di poter partecipare.
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