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A Reggio Calabria solo 5 alunni su cento hanno la palestra a scuola

Con i bambini presenta il suo Primo rapporto sulla povertà educativa minorile in Italia, andando ad esplorare la situazione esistente su quattro fronti decisivi per combattere la povertà educativa: asili nido, biblioteche, scuole con palestra e raggiungibilità delle scuole. Lo ha fatto mettendo insieme per la prima volta più data base, anche con dati comunali. Ecco alcuni passaggi

di Sara De Carli

Asili nido e servizi per la prima infanzia; diffusione delle biblioteche; presenza di palestre nelle scuole; stato e raggiungibilità degli istituti scolastici. Sono quattro servizi strettamente connessi al contrasto della povertà educativa, che per la prima volta un report di Con i bambini mette insieme, nello stesso quadro nel Primo rapporto sulla povertà educativa minorile in Italia. I dati aggregati fanno emergere due tendenze, peraltro prevedibili: la spaccatura Nord-Sud in termini di servizi per minori e giovani, e una minore copertura della domanda potenziale nelle aree montane. Il fatto nuovo di poter utilizzare una banca dati comunale sui servizi rivolti ai i minori ha permesso però anche di individuare anche realtà territoriali che performano meglio di quanto fosse ragionevole attendersi, ad esempio alcuni comuni montani del ragusano rispetto alla presenza di asili nido. Nell’analisi svolta, sono soprattutto i comuni delle province calabresi e campane ad avere le minori coperture nei servizi selezionati. Ecco una scelta di passi.

Asili nido e servizi per la prima infanzia
Il dato più evidente è che tutte le regioni del mezzogiorno (con l’eccezione della Sardegna che si attesta al 28%) si collocano al di sotto della media italiana di copertura. La copertura è addirittura inferiore al 10% in Sicilia, Calabria e Campania. Quest’ultima ha il più basso indice di copertura in base ai da2014/15: solo 6 posti ogni 100 bambini sotto i tre anni. I dati aggregati a livello regionale mostrano quindi una minore offerta di servizi per la prima infanzia da parte delle regioni del sud. Ma andando ad esplorare il livello comunale, si vede che nei comuni non montani (ovvero circa la metà di tutti i comuni italiani) il rapporto tra posti nelle strutture per la prima infanzia e minori tra 0 e 2 anni è in linea con la media nazionale, attestandosi al 22%. Nei comuni parzialmente montani questa quota invece è pari al 25%, ovvero superiore al dato medio di 3 punti percentuali. Nei comuni totalmente montani, al contrario, si trova la percentuale più bassa di posti sul totale dei residenti tra 0 e 2 anni, il 20%, con i comuni montani delle province di Foggia, Caltanissetta, Siracusa e Reggio Calabria che presentano una percentuale di copertura pari allo 0%. I dati però dicono che alcuni comuni totalmente montani della provincia di Prato (Cantagallo e Vaiano), hanno un indice di copertura pari al 51%, una quota ampiamente superiore allo stesso obiettivo europeo del 33%. Superano la soglia del 33% anche i comuni montani delle province di Trieste e Ravenna (46%), di Aosta (vicina al 40%), anche di Ragusa (35%). Se poi utilizziamo come lente il grado di urbanizzazione, vediamo che nei comuni densamente popolati, i posti disponibili sono 28 ogni 100 bambini residenti, cioè quasi 6 punti sopra la media nazionale e a 5 punti di distanza dall’obiettivo europeo del 33%. In quelli intermedi, la quota scende sotto della media italiana, con il 21%. Nei comuni rurali infine si nota come vi siano solo 17 posti disponibili ogni 100 residenti tra 0 e 2 anni di età e tutte le 15 aree rurali più servite appartengono al centro nord. Un terzo indicatore per analizzare il livello di offerta è il reddito dei comuni reddito. Per quanto riguarda gli asili nido e in generale l’offerta di strutture dedicate alla prima infanzia, «l’elemento dominante è la carenza del servizio nel Mezzogiorno del Paese, proprio nelle aree caratterizzate da maggiore utenza potenziale. Appaiono particolari carenze nei comuni montani, in particolare quelli delle province di Foggia, Caltanissetta, Siracusa, Reggio Calabria, e nei comuni rurali, come quelli limitrofi a Salerno, Caserta, Crotone e Cosenza. Ma anche comuni capoluogo di città metropolitana come Bari, Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Catania e Messina presentano indici di copertura molto inferiori sia agli obiettivi europei sia alla media nazionale».

Le biblioteche
Esistono oltre 17mila biblioteche in Italia, di cui 13.598 censite con una quantità di dettagli tale da consentire un’analisi ai ricercatori. Di esse 5.801 (circa il 43%) sono categorizzate come “biblioteche pubbliche”, quindi potenzialmente fruibili anche dalle fasce d’età dei minori. A queste si possono aggiungere le 1.333 biblioteche comunali, parrocchiali, scolastiche. Valle d’Aosta e Molise risultano le regioni con più biblioteche rispetto alla popolazione con 6-17 anni: risultano 3,76 biblioteche pubbliche ogni 1000 ragazzi in Valle d’Aosta e 3,14 in Molise. In fondo alla classifica compaiano Sicilia, Lazio, Campania e Puglia. Guardando ai comuni montani, a Belluno, Torino, Bolzano e Salerno c’è una buona offerta potenziale, mentre il rapporto più basso tra numero di biblioteche censite e popolazione 6-17 anni si riscontra nelle aree montane di Sondrio, Potenza, Trento e Perugia.

Scuole con palestra
Secondo i dati Miur relativi all’anno scolastico 2015/2016, gli alunni che in Italia frequentano le scuole statali dalla primaria alle superiori sono 6,7 milioni. Di questi, quelli che nella loro scuola hanno a disposizione una palestra sono 3,5 milioni, cioè il 53% del totale. Una media nazionale che cela situazioni territoriali ampiamente differenti tra loro: gli alunni che frequentano scuole con almeno una palestra supera il 75% in Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Abruzzo, Puglia, mentre in Veneto, Calabria e Campania meno del 30% degli studenti frequenta una scuola attrezzata con la palestra. Tre regioni del Mezzogiorno, Abruzzo, Puglia e Basilicata mostrano una quota superiore alla media nazionale, mentre in Lombardia e Veneto la percentuale è inferiore di numerosi punti (quantificabili in oltre 10 per gli alunni lombardi e 25 per quelli veneti). Ma è in Calabria e in Campania, dove la palestra a scuola è prerogativa di poco più di un alunno su cinque, che si presentano le situazioni di maggiore carenza. In Calabria, in particolare, solo il 15% degli edifici scolastici è dotato di palestra. A Reggio Calabria la percentuale di alunni con palestra non raggiunge il 5%.

Raggiungibilità delle scuole
Sono 6,7 milioni gli alunni nelle scuole statali italiane, dalla primaria alle superiori. Per molti di essi, specialmente per quelli provenienti da contesti a maggior rischio sociale, la scuola costituisce l’istituzione fondamentale nel contrasto alla povertà educativa, nonché per lo sviluppo delle proprie capacità cognitive e relazionali. Una caratteristica chiave nella concreta fruizione del sistema scolastico è la raggiungibilità e la sicurezza delle scuole. Per quanto riguarda il trasporto con scuolabus, le regioni dove gli istituti presentano la maggiore raggiungibilità per gli studenti sono la Basilicata, le Marche e l’Abruzzo, mentre agli ultimi posti troviamo Lazio, Campania e Calabria. Rispetto al trasporto pubblico urbano, le regioni dove le scuole sono maggiormente raggiungibili da parte degli alunni sono Liguria, Basilicata e Abruzzo con Sicilia, Campania e Calabria in fondo alla classifica. In fatto di trasporto pubblico interurbano, si trovano ai vertici per raggiungibilità le scuole abruzzesi, quelle della Basilicata e quelle del Piemonte, mentre agli ultimi posti troviamo Sicilia, Campania e Calabria. Quale che sia il mezzo di trasporto in esame, Basilicata e Abruzzo svettano in tutte le classifiche per raggiungibilità, mentre Campania e Calabria risultano agli ultimi posti in tutte le classifiche. In queste aree del Paese è possibile quindi che sia più difficile per gli alunni rinunciare all’auto e all’accompagnamento a scuola da parte dei genitori.

FOTO DI © GIUSEPPE DISTEFANO/AG.SINTESI

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