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Repubblica Democratica del Congo, 800mila bimbi sfollati a causa delle violenze

L'allarme è stato lanciato da UNICEF che parla, facendo un drammatico bilancio del 2017, anche di 800 casi di abusi sessuali e di 3mila minori reclutati dalle milizie. «È una situazione semplicemente brutale la cui fine sembra ancora lontana», ha sottolineato Tajudeen Oyewale, Rappresentante dell'associazione nel Paese

di Redazione

Secondo l’UNICEF, almeno 1,3 milioni di persone, fra cui oltre 800.000 bambini, sono sfollati nel 2017 a causa di violenza interetnica e scontri fra l’esercito regolare, le milizie e i gruppi armati nelle province di Tanganyika e Kivu Sud, nella Repubblica Democratica del Congo orientale. In tutto il paese si sta verificando una delle crisi di sfollati più grandi al mondo per i bambini.

«I bambini nella Repubblica Democratica del Congo orientale continuano a subire conseguenze devastanti, mentre ondate di violenza destabilizzano la regione», ha dichiarato il dott. Tajudeen Oyewale, Rappresentante pro-tempore dell’UNICEF nella Repubblica Democratica del Congo. «Centinaia di migliaia di bambini nella regione non hanno più accesso ad assistenza sanitaria e istruzione, mentre molti hanno subito atrocità per mano dei combattenti. È una situazione semplicemente brutale per i bambini, e la fine sembra ancora lontana».

I bambini nella Repubblica Democratica del Congo orientale sono anche stati vittime di abusi sessuali e reclutati per combattere. L’UNICEF e i suoi partner hanno identificato oltre 800 casi di abusi sessuali, sebbene la vera portata del fenomeno contro i bambini sembri essere molto maggiore. Gli ultimi dati evidenziano che oltre 3.000 bambini sono stati reclutati dalle milizie e dai gruppi armati negli anni passati.

L’UNICEF è profondamente preoccupato per l’impatto che i combattimenti hanno avuto sulla salute e sul benessere alimentare dei bambini. Molti centri medici non sono più operativi e il rischio di insicurezza alimentare si è acuito, mentre le violenze hanno impedito a molte persone di lavorare nei campi per coltivare la terra. La possibilità che migliaia di bambini possano soffrire di malnutrizione a causa della mancanza di cibo è molto concreta. Ciò va ad aggiungersi alle epidemie di malattie sia a Kivu Sud sia a Tangyanika. Nel 2017, le due province hanno registrato 18.250 casi di sospetto colera, un numero duplicato rispetto al 2016, e 18.000 casi di sospetto morbillo.

Come parte del suo programma di risposta di emergenza a Tanganyika e Kivu Sud, l’UNICEF sta fornendo supporto multisettoriale alla popolazione sfollata, fra cui: vaccinazione dei bambini contro il morbillo; prevenzione e cura del colera; assistenza ai bambini malnutriti; distribuzione di kit scolastici e formazione di insegnanti all’educazione alla pace; protezione, cura e supporto psicologico per i bambini colpiti da violenza e a quelli feriti o non accompagnati.

L’UNICEF continua a chiedere a tutte le parti in conflitto di garantire accesso umanitario alle persone che hanno bisogno urgente di assistenza.

Per portare assistenza ai bambini colpiti dalla crisi nelle province di Tanganyika e Kivu Sud, l’UNICEF ha lanciato un appello di 65 milioni di dollari in supporto ai suoi programmi di risposta per i prossimi sei mesi.

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