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Giulio Regeni: decine di migliaia di persone chiedono la verità

Mentre le autorità egiziane non hanno ancora rivelato i nomi dei responsabili del rapimento, della tortura e dell’omicidio del ricercatore di Cambridge, a due anni dalla sua scomparsa, i genitori continuano a chiedere la verità, accompagnati da una straordinaria mobilitazione della società civile. Giovedì decine di eventi in tutta Italia

di Ottavia Spaggiari

Sono passati esattamente due anni dal sequestro di Giulio Regeni, il ricercatore dell’Università di Cambridge, scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016, nell’anniversario delle proteste di Piazza Tahrir, mentre portava avanti uno studio sui sindacati indipendenti.

Il suo corpo, con evidenti segni di tortura, era stato ritrovato nove giorni più tardi, il 3 febbraio, a lato di una strada, nella periferia della capitale egiziana. Aveva 28 anni.

Le indagini, spesso intralciate da diversi tentativi di depistaggio, non hanno ancora portato a risultati concreti e mentre si sospetta che nell’uccisione di Giulio siano coinvolti i servizi segreti egiziani, le autorità locali continuano a non rivelare i nomi di chi ha ordinato, eseguito e coperto il rapimento, la tortura e l’omicidio del ragazzo.

Ad essere impegnati in una determinatissima ricerca della verità i genitori del ricercatore, Paola e Claudio Regeni. «Ho riconosciuto mio figlio solo dalla punta del naso», ha raccontato la madre di Giulio, per fare capire la violenza a cui è stato sottoposto il ragazzo prima di morire.

Subito dopo la tragedia i coniugi Regeni, hanno lanciato la campagna Verità per Giulio Regeni. Un’iniziativa che, dopo 24 mesi, continua a mobilitare decine di migliaia di persone in Italia e nel mondo, un calore che i genitori raccontano come un vero e proprio abbraccio della società civile.

In questi due anni di dolore un aspetto che ci ha accompagnato è l’affetto delle persone. Le innumerevoli iniziative, nate per dire con noi, “noi non ci stiamo, verità e giustizia per Giulio e per tutte le persone che subiscono violazioni dei diritti umani".

Paola Regeni

«In questi due anni di dolore un aspetto che ci ha accompagnato è l’affetto delle persone che ci circonda. Le innumerevoli iniziative, nate per dire con noi, “noi non ci stiamo, verità e giustizia per Giulio e per tutte le persone che giornalmente subiscono violazioni dei diritti umani. La mobilitazione è iniziata subito dal febbraio 2016, quando Amnesty Italia e Repubblica hanno lanciato la campagna Verità per Giulio Regeni e da allora un grande abbraccio ci circonda», ha spiegato la madre un videomessaggio.

Nel secondo anniversario della scomparsa saranno decine gli eventi organizzati in tutta Italia.

«Il popolo giallo uscirà nelle piazze. Ci sarà tanta luce, una luce che vuole illuminare la ricerca di verità e giustizia, che fin dai primi istanti della tragica e impensabile notizia abbiamo iniziato a ricercare. Vi ringraziamo perché ci siete vicini. Giulio ha subìto una inenarrabile violazione dei diritti umani. La sua barbara uccisione ha riflesso un mondo che per molti era oscurato o appena illuminato». Ha continuato il padre, «Ormai il nostro calendario mensile ha l’evidenza su tre date principali, il 25 gennaio, come il il 25 gennaio la scomparsa di Giulio, il 3, giorno del ritrovamento del suo corpo, il 14 punto sulla situazione della scorta mediatica. Speriamo a breve si aggiunga la data in cui verrà consegnata la verità vera e completa su tutto il male del mondo che si è abbattuto su Giulio. Sulle responsabilità di chi ha agito quel male, di chi ha consentito e di chi ha coperto per tanto tempo. È con la verità che si arriva alla giustizia. Per Giulio e per tutti i Giuli e le Giulie del mondo».

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