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Ong italiane nei centri libici, inizio attività dopo metà gennaio 2018
Ecco la tabella pubblicata da Aics con le informazioni sui progetti che si sono aggiudicati il bando di intervento in tre strutture in cui le autorità libiche detengono le persone migranti. Per motivi burocratici la partenza delle quattro azioni - in cui sono coinvolte sei organizzazioni taliane e una svizzera - slitta dopo l'inizio del nuovo anno
Sono quattro i progetti approvati da Aics, Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (ente del ministero degli Esteri), dei cinque presentati al bando per le ong per operare nei tre centri libici di detenzione di migranti e rifugiati ritenuti idonei, ovvero Tarek al Matar, Tarek al Sija, Tajoura.
Qui sotto la tabella (pubblicata sul sito di Aics) con le specifiche dei progetti, compresi i finanziamenti, e degli enti che li hanno presentati: Cefa, Cir e Fondazione Albero della Vita che hanno costituito una Ats (Associazione temporanea di scopo), così come Ccs e la svizzera Fsd, Fondation suisse déminage, mentre Cesvi ed Emergenza sorrisi hanno concorso in solitaria. È rimasta esclusa la proposta dell’ong Gus, Gruppo umano solidarietà.
Importante la questione delle tempistiche: pur essendo un bando di prima emergenza che utilizza strumenti d'intervento rapido, a causa di passaggi burocratici relativi alle fidejussioni bancarie previste nel testo del bando Aics, i tempi di start up non saranno così veloci come preventivato (si era pensato a un avvio delle azioni prima di Natale) e si partirà presumibilmente nella seconda metà del mese di gennaio 2018, nonostante una parte delle ong potessero essere già operative dall'inizio del nuovo anno.
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