Famiglia
Sabina Santilli e la Lega del Filo d’Oro, un profilo su Civiltà Cattolica
La Civiltà Cattolica celebra la figura di Sabina Santilli, la fondatrice della Lega del Filo d’Oro. Lo fa nel numero in edicola da oggi, il 4019, in un bell'articolo a firma di Francesco Occhetta SJ che cita anche i volumi scritti da Vita per l'Associazione che si occupa di riabilitare e reinserire nella società le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali
di Redazione
La Civiltà Cattolica celebra la figura di Sabina Santilli, la fondatrice della Lega del Filo d’Oro. Lo fa nel numero in edicola da oggi, il 4019, in un articolo dal titolo «Sabina Santilli e la Lega del Filo d’Oro» a firma di Francesco Occhetta. La Civiltà Cattolica è la più antica fra tutte le riviste italiane ancora attive (viene stampata ininterrottamente dal 6 aprile 1850), con un particolare legame con il Papa, e oggi come alla sua fondazione è curata da un gruppo di gesuiti, con l’obiettivo di «leggere e interpretare la storia, la politica, la cultura, la scienza, l’arte alla luce della fede cristiana proposta dal Magistero della Chiesa».
Occhetta traccia il profilo di Sabina nel centesimo anniversario dalla sua nascita, celebrando insieme a lei «la missione sociale della Lega del Filo d’Oro» verso «una realtà troppo spesso taciuta», quella delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali. Per narrare Sabina e la Lega del Filo d’Oro, «un’associazione non “per” i sordociechi, ma “dei” sordociechi», da lei fondata nel 1964, Occhetta ha scelto di partire dai quattro volumi che Sara De Carli, giornalista di Vita, ha scritto per la Lega del Filo d’Oro, allegati negli anni scorsi alla nostra rivista.
«La vita è bella in ogni circostanza, sia nel bene che nel male e noi tutti dobbiamo amarla»: questo appunto di Sabina viene citato da Occhetta, che sintetizza la vita di Sabina come «ricca di giorni spesi per gli altri e nutriti dalla forza che emana la fede. “L’unico mezzo per superare e dominare le difficoltà della vita – lascia scritto – è la forza della speranza in un Dio Padre che provvede il più gran bene mediante le prove più dure”». Da Sabina l’articolo passa alla sua Associazione, il cui tratto caratteristico è, oggi come ieri, lo «scommettere su un progetto riabilitativo che vede nel diritto alla rieducazione e alle relazioni umane un’àncora di salvezza e di riscatto; e poi su un modello organizzativo che mette al centro la persona e i suoi bisogni; infine, su un approccio basato su programmi personalizzati e individualizzati. Su questi tre punti, cinquant’anni fa, la Lega del Filo d’Oro è stata un pioniere. E ancora oggi rimane vincente l’approccio interdisciplinare, che include la musicoterapia, il gioco, la ginnastica, i soggiorni estivi e i fine settimana di riposo per i familiari».
C’è spazio per i volontari della “Lega”, per le famiglie, per il metodo riabilitativo. Con una bella chiusa sulla «forza del volontariato, valore aggiunto per il Paese: vedere la persona oltre il disabile, l’ammalato, il carcerato, lo straniero. È così che il volontariato continua a costruire uno sguardo nuovo, che diventa contagioso a livello sociale, genera positività e si trasforma in un patrimonio comune di valori universali propri: valori che appartengono anche alla Lega del Filo d’Oro e vivono con forza nella testimonianza che Sabina Santilli ha lasciato nella storia».
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