Salute

Risparmiare soldi pubblici e investire nell’economia reale? Con la psicologia si può

A Roma si è tenuto il convegno “Investire in Psicologia” promosso da Enpap e Social Impact Agenda per l’Italia. «Abbiamo presentato il modello Impact Bond con cui misurare i risultati e ci siamo messi a disposizione per investire in questi progetti. Ora tocca allo Stato», sottolinea il presidente dell'ente previdenziale, Felice Damiano Torricelli

di Lorenzo Maria Alvaro

Un'iniziativa per riunire i principali referenti nelle Istituzioni Pubbliche e della Politica per illustrare il progetto ENPAP “Investire in Psicologia” che, tramite innovativi strumenti finanziari, si propone di rilanciare gli interventi psicologici per la prevenzione sociale in Italia, che hanno subito drastici tagli ai finanziamenti negli ultimi dieci anni. Infatti, sono stati individuati meccanismi finanziari e programmi concreti, fondati sulla Psicologia scientifica, attraverso i quali attivare investimenti che rendano non solo un utile monetario ma anche un’utilità sociale alla collettività e all’Economia reale del Paese nonché nuove possibilità di valorizzare la professione di Psicologo. Per capire cosa voglia dire abbiamo chiesto a Felice Damiano Torriccelli, presidente di Enpap – Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi, che ha organizzato l'evento.



Presidente è la prima volta che si affronta con un convegno e un'analisi di impatto il tema della psicologia scientifica. Come nasce l'idea?
In primo luogo, il movente, è che abbiamo constatato il calo dei redditi dei colleghi dal 2008 in poi. L'analisi che ha seguito questa constatazione è che il motivo sono i tagli ai fondi al privato sociale e alla prevenzione nei settori classici dell'impegno degli psicologi e inibiti gli inserimenti di noi psicologi nel servizio sanitario nazionale piuttosto che nei servizi sociali pubblici.

Questo avviene per altro in un momento di particolare bisogno…
Si c'è un aumento strutturale di bisogno di psicologia. La caduta dei punti di riferimento che fa seguito alla liquefazione dei legami sociali mette le persone in difficoltà

Può fare degli esempi concreti?
Certo, penso concretamente al cambio costante di lavoro e di relazioni sociali. La fluidità della famiglia che spesso è un nucleo ricostruita senza punti di riferimento, reti sociali o parentele allargate. Penso anche alla Chiesa. Papa Francesco che rappresenta la stabilità di 2mila anni di fede coerente sta cercando punti nuovi di aggancio con fenomeni completamente nuovi. Tutto questo dimostra il bisogno di psicologia.

Quello che però voi aggiungete è che il modello che avete pensato non solo farebbe risparmiare lo Stato ma avrebbe anche una ricaduta positiva sull'economia reale. Può spiegarlo?
Per quello che riguarda il risparmio è intuitivo. Se qualcuno interviene là dove lo Stato non riesce toglie voci di spesa allo Stato sia in termini di servizi da erogare nel breve che di emergenze da affrontare nel lungo periodo.

E per quanto riguarda l'economia reale?
La possibilità di evitare tante spese, legate all'affrontare emergenze sociali e individuali, dei privati. Ad esempio oggi abbiamo presentato un progetto di intervento sulle patologie diabetiche. Le persone che scoprono di avere questa patologia sappiamo che facciano una grande attenzione alla sua aderence ai programmi farmacologici per circa sei mesi. In assenza di sintomi questa aderenza viene meno e il paziente crede di poter riprendere la sua vita. Questo fa sì che i peggioramenti delle patologia diabetiche e metaboliche in generale sia costanti e continui con costi enormi sul sistema sanitario, sul sistema sociale – perché bisognerà pagargli una pensione – e sul sistema di vita perché qualcuno in famiglia o in una rete di prossimità che dovrà occuparsi di queste persone. Siamo in grado con metodi di psicologia ormai consolidati in altri paesi di intervenire e far sì che queste persone abbiano una maggiore aderence alle terapie farmacologiche e alle prescrizioni mediche. Ma non offriamo solo questo…

Che altro offrite?
Siamo talmente sicuri che è possibile risparmiare in maniera significativa e valorizzabile esattamente, è per questo che abbiamo presentato il modello Impact Bond con cui misurare i risultati, che ci siamo messi a disposizione per investire in questi progetti. Non ci metteremo solo la faccia ma anche i nostri soldi.

Cosa chiedete allo Stato?
Uno strumento normativo che consenta di mettere insieme i risparmi che, ad esempio, la patologia diabetica permette di avere sui capitoli che oggi riguardano la sanità pubblica ma anche l'assistenza delle pensioni che non vengono erogato. È necessario uno strumento normativo che consenta di sperimentare queste innovazioni, in termini di meccanismo e di finanziamento, che consenta di unificare e restituire i risparmi generati a chi investe.

Per sintetizzare chiedete di poter sperimentare il vostro modello in cambio di ricevere quello che sarà il risparmio per le casse pubbliche…
Esatto. Non possiamo investire i nostri soldi in un pozzo senza fondo perché noi di mestiere custodiamo i denari che ci affidano i colleghi con cui poi paghiamo le loro pensioni.


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