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Pavia: torna l’incubo azzardo nella Las Vegas d’Italia

Consumi pro-capite alle stelle e il tessuto sociale messo a dura prova. A Pavia città nel 2016 il consumo totale in azzardo è stato di 170milioni di euro, con una spesa pro-capite di 2330 euro. Ecco tutti i numeri di un territorio lasciato incredibilmente solo

di Marco Dotti

Pavia: ritorno al passato

Che cosa succede a Pavia? Città di 72mila abitanti, relativamente giovane poiché l'età media è 46 anni e con 35mila nuclei famigliari. Pavia è stata per anni il cuore nero dell'azzardo in Italia, la "nostra" per nulla invidiabile Las Vegas. Consumi pro-capite in azzardo alle stelle, presenza diffusa di machine gambling, un tessuto sociale messo a dura prova. Poi le cose sembravano cambiate. Ma i dati, oggi, ci dicono ben altro. E dicono – sempre i dati – che a Pavia città si consumano 170 milioni di euro l'anno in azzardo, con una spesa pro-capite di 2330 euro. Neonati compresi.

Il confronto fra i dati del 2015 e quelli del 2016 (gli ultimi, a oggi, disponibili) è impietoso e fotografa una situazione particolarmente critica. Crescono, infatti, quasi tutte le forme di "gioco".

Il ritorno delle scommesse

Tanto i "giochi" a raccolta fisica (slot, bingo, scommesse, lotterie, lotto, giochi numerici), ovvero tramite agenzie, corner, bar, locali e sale da gioco. Quanto quelli a raccolta "telematica" – i cui dati potete vedere nelle due tabelle riportate qui sotto.

Cresce, in particolare, la categoria dei cosiddetti "giochi di abilità". E le scommesse ippiche in agenzia.

Che cosa sono i "giochi di abilità" secondo le direttive e le disposizioni dello Stato italiano sono forme di azzardo che si praticano su piattaforme digitali, «in modalità interattiva attraverso una piattaforma di gioco su Internet, TV o telefono e non con la presenza fisica del giocatore ad un tavolo di gioco o in uno specifico luogo o locale».

I territori lasciati soli

Confrontando i dati, si nota che

nella sola città di Pavia, fra il 2015 e il 2016, si è registrato un incremento delle somme giocate, ovvero del consumo in azzardo dell'8,14% (10.745.523 di euro in più), mentre se si tiene conto del gambling su base telematica l'aumento è addirittura del 15,08% (3.830.236). Preoccupano anche i dati legati alle scommesse sportive a quota fissa che sono passate dai 3milioni 742mila euro del 2015, a oltre 5milioni di euro nel 2016, registrando un incremento del 42,44%. Crescono, nello stesso lasso di tempo, anche lotto (+ 17,44%) e supernenalotto (+50,12%). Ma il dato più allarmante è proprio sulle slot da bar, anche in conseguenza dei regolamenti restrittivi comunali: le slot registrano una variazione del + 8,07%.

Numeri impietosi, che fotografano una situazione reale preoccupante della quale si erano accorti cittadini e operatori. Fuori dai dibattiti e dai convegni. Lontano dalle telecamere e dai convenevoli, la realtà non fa sconti a nessuno. Lasciare soli i territori, comporta le sue conseguenze.

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