Mondo
40 Stati firmano il trattato per la messa al bando delle armi nucleari: e l’Italia?
Da ieri all'Onu il Nuclear Ban Treaty è aperto alle firme degli Stati: più di 40 le firme nel primo giorno. L'Italia non ha partecipato ai lavori preparatori, ma ora Rete Disarmo e Senzatomica chiedono al Governo e al Parlamento di ripensarci. Nel frattempo l'invito è alla “sottoscrizione simbolica” del Trattato da parte di associazioni, organizzazioni, enti locali, cittadini
Da ieri, 20 settembre 2017, il “Trattato sulla proibizione delle armi nucleari” (Nuclear Ban Treaty) è aperto alla firma da parte degli Stati. La cerimonia è stata aperta dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, cui sono seguiti gli interventi del Presidente dell'Assemblea Generale, del Presidente del Costa Rica e infine in rappresentanza della società civile internazionale, dal Presidente della Croce Rossa Internazionale e da Beatrice Fihn coordinatrice della campagna ICAN. «Oggi è un giorno storico per chi crede nel disarmo e vuole la completa eliminazione degli inumani ordigni nucleari dalla faccia della Terra», afferma Rete Disarmo, che in Italia insieme a Senzatomica sta portando avanti la campagna ICAN.
Inizia dunque la fase di adesione formale alla prima norma internazionale che mette fuorilegge le più potenti armi di distruzione di massa. Si tratta di un passo ormai non più rimandabile, come testimoniano le tensioni internazionali che in questo momento coinvolgono anche la proliferazione nucleare. Sono circa 15.000 le testate ancora presenti nel mondo, in leggera diminuzione numerica ma in continuo e problematico ammodernamento. Oltre 40 Stati già ieri hanno firmato il Trattato, altre arriveranno entro questa settimana: un buon viatico per le 50 ratifiche necessarie affinché il Trattato possa entrare in vigore.
L’apertura della firma del Trattata è l’occasione, in Italia, per dire “Italia Ripensaci!”: come è noto infatti il nostro Paese non ha sostenuto il percorso di disarmo multilaterale, ha votato contro la risoluzione nell’Assemblea Generale dell’Onu dello scorso anno che convocava una Conferenza di elaborazione del Trattato e non ha partecipato alle negoziazioni di New York concluse lo scorso luglio con l’approvazione di un testo condiviso. Rete Italiana per il Disarmo e Campagna Senzatomica lanciano quindi un’iniziativa di pressione sul Governo, con lo slogan “Italia Ripensaci!”.
La richiesta all’Esecutivo e al Parlamento è quella di cambiare rotta, allineandosi a quello che è il sentire comune degli italiani, dimostrato anche dalle 150mila firme raccolte nei mesi scorsi da Senzatomica: che le armi nucleari di distruzione di massa siano messe al bando. Lo strumento scelto dalle campagne italiane per il disarmo nucleare è quello della “sottoscrizione simbolica” del testo del Trattato da parte di associazioni, organizzazioni, Enti Locali, semplici cittadini: un atto chiaro per dimostrare che se il Governo e la politica non riescono ad interpretare il vero sentire della popolazione saranno gli stessi cittadini a farsi carico di un sostegno al percorso multilaterale di disarmo nucleare.
«Noi di Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo abbiamo partecipato ad entrambe le sessioni della Conferenza per negoziare il Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari, con l’assoluta convinzione che un nuovo strumento legale internazionale fosse necessario e urgente affinché nessuno sperimenti più l’atrocità di tali armi di distruzione di massa», dichiara Daniele Santi, Segretario Generale di Senzatomica. «Questo Trattato è l’espressone di un sentire umano condiviso, di un desiderio popolare diffuso anche negli Stati nucleari o dipendenti dal nucleare, come l’Italia. Ora è il momento che gli Stati si uniscano e firmino il Trattato per garantirne l’efficacia e l’universalità. Come società civile, sosteniamo i governi che sono in prima linea in questo momento storico, e uniamo le nostre voci affinché anche il Governo italiano decida di essere dal lato giusto della storia».
La Campagna “Italia Ripensaci!” è dedicata a Stanislav Petrov, l’ufficiale sovietico recentemente scomparso che nel settembre 1983 rifiutò di rispondere con ordigni nucleari all’allarme di attacco nemico in corso che il computer (per errore) gli stava mostrando. In questo modo salvò così il mondo. In suo onore il 26 settembre è stata dichiarata dall’ONU “Giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari”.
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