Non profit

Cesenatico fa bingo: ecco la sala beneficiaria dell’emendamento alla manovrina fiscale di maggio

Fino al maggio scorso la legge vietava di spostare una sala bingo in un diverso immobile, ma come avevamo subito segnalato un emendamento alla "manovrina" fiscale, presentato in V Commissione Bilancio e Tesoro della Camera, ha cambiato le carte in tavola. Quali le ragioni di "necessità e urgenza"? Perché tanta fretta? Oggi, in pompa magna e a quanto si apprende alla presenza di funzionari del Mef, dei Monopoli e di Lottomatica, inaugura la prima sala bingo beneficiaria dell'emendamento che si è dotata di una mega sala con 100 vlt. Un casinò (neppure tanto "mini") che apre inquietanti prospettive sulla "riforma" del settore

di Marco Dotti

Uno più uno fa due. Ma talvolta fa pure tre. Soprattutto quando si parla di istituzioni e azzardo e nel mezzo, ahinoi, ci finiscono il territorio e cittadini.

Né necessario, né urgente: l'emendamento sposta-Bingo

Il 26 maggio scorso avevamo scritto di un controverso emendamento presentato una settimana prima in in V Commissione Bilancio e Tesoro della Camera dal deputato Marco Di Maio (Pd), eletto in Emilia Romagna. L’emendamento era poi stato approvato nella “manovrina fiscale” di primavera.

Che cosa prevede, oggi, la legge emendata su iniziativa di Marco Di Maio e perché ci sembrava alquanto controverso come emendamento? Prevedela possibilità – fino a maggio vietata – di spostare fisicamente le sale Bingo.

Il Bingo, diversamente da altri “giochi pubblici”, opera per concessione diretta. Ciò significa che a ogni concessione dello Stato – e in Italia sono 220 le concessioni, quindi le sale – deve corrispondere una sala bingo e solo quella sala, specificamente collocata a quell'indirizzo: non è possibile – anzi prima dell'emendamento non era, ora è possibile – poi spostare la sala nemmeno per ragioni di forza maggiore, figuriamoci per mancati pagamenti di fideiussioni fitti o quant'altro.

Se il titolare della concessione per la sala Bingo si fosse trovato nella necessità di cambiare sede semplicemente non avrebbe potuto farlo, dovendo cessare l’attività riconsegnando ai Monopoli di Stato concessione e la licenza.

Cui prodest?

Regole chiare e fino a oggi valide per tutti la cui ratio era il controllo territoriale. Non è un caso se contro l’emendamento Di Maio si era espressa persino Federbingo, dichiarandosi assolutamente contraria a un provvedimento che, in fase di rinnovo delle concessioni con il settore che opera in proroga e in attesa della riforma complessiva annunciata dal Governo, altera alla radice il sistema. Per Federbingo, in sostanza, il provvedimento finito nel decreto non rispetta critieri necessità né urgenza. Perché allora tanta fretta per farlo approvare, anziché attendere il bando per le concessioni e la riforma a cui sta lavorando il sottosegretario Baretta?

A chi giova un provvedimento del genere? Ai territori? Al sistema? Alla sicurezza? Non scherziamo. Se persino la federazione dei portatori di interessi del settore ha preso le distanze la logica non può esser quella solita, ma un'altra – anche se ancora non la capiamo. Ecco comunque l'emendamento che ha modificato il sistema:

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:
  4-bis. All'articolo 1, comma 838, lettera c), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, dopo le parole: «e il divieto di trasferimento dei locali per tutto il periodo della proroga» sono aggiunte, infine, le seguenti: «ad eccezion fatta per quei concessionari che, successivamente al termine del 31 dicembre 2016, si trovino nell'impossibilità di mantenere la disponibilità dei locali, per cause di forza maggiore e, comunque, non a loro imputabili o per scadenza del contratto di locazione oppure di altro titolo, e abbiano la disponibilità di altro immobile, situato nello stesso comune, nel quale trasferirsi, ferma, comunque, la valutazione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli».

Proposta di modifican. 6.23 al ddl C.4444 in riferimento all’articolo 6. presentato il 15/05/2017 in V Bilancio e Tesoro della Camera da Marco DI MAIO (PD)

Facili profezie: a Cesenatico il Bingo si sposta e raddoppia

La nostra deduzione era che si trattasse di un provvedimento ad personam per qualche sala sottoposta a sfratto. Movimenti e associazioni locali – poi – davano per certo che quella sala fosse collegata allo spostamento annunciato da mesi di una sala bingo dal centro di Cesenatico alla periferia. Ora sappiamo che quella sala è stata effettivamente spostata e trasformata in una “gaming hall”, ossia in un mega casinò di periferia.

Il nostro articolo del 26 maggio si concludeva con una considerazione: una sala bingo non è un pacco postale e non si sposta dall’oggi al domani, richiede investimenti milionari: quindi se i lavori sono iniziati prima dell’approvazione o qualcuno sapeva prima dell’emendamento presentato alla manovrina o ha tirato il suo dado sul Rubicone e ha fatto… bingo!

Oggi un nuovo elemento si aggiunge al “pasticciaccio brutto”: alle 19 di questa sera avverrà l’inaugurazione della sola e unica sala bingo che ha beneficiato dell’emendamento alla manovrina: si tratta (nomen omen) di Atlantica Bingo Gaming Hall di Andrea Battistini che ha spostato la sede in un edificio di 3mila metri quadrati in via Litorale Marina a Cesenatico.

Mentre si apre una grande questione: che cosa accadrà nella vecchia sede? nella nuova, attrezzata con oltre a 400 postazioni per il bingo ci saranno anche 100 Vlt e una sala scommesse gestita da Better Lottomatica si farà festa magari intonando lo storytelling consunto che si creano posti di lavoro, si garantisce la sicurezza, si rispettano norme per il “gioco responsabile”…

Singolare scenario, quello della “gaming hall” di Cesenatico, dove portatori di interessi privati e regolatori istituzionali si ritroveranno allo stesso tavolo.

Leggiamo dal comunicato stampa del mini casinò che – udite udite – «per il taglio del nastro assieme alle istituzioni locali sono attesi i responsabili di Lottomatica e funzionari del Ministero dell’Economia, che prendono il progetto di Atlantica Bingo Gaming Hall come un modello a livello nazionale di centro dedicato al gioco». Se questo è il modello di policy e gestione del settore che verrà c'è di che non dormire sonni tranqulli.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.