Politica
Dalla Conferenza di Roma? Deve nascere un inizio del Fattore Famiglia
Il Governo ha confermato per il 28 e 29 settembre la terza Conferenza Nazionale per la Famiglia, a sette anni da quella di Milano. Qual è l'obiettivo da realizzare? «Che la famiglia sia al centro della prossima legge di stabilità, stanziando 4 o 5 miliardi che segnino l'avvio del fattore famiglia», dice De Palo (Forum Famiglie), «l'Italia non può più stare senza far nulla, aspettando che arrivi la catastrofe annunciata, come con i terremoti»
Il 28 e 29 settembre, Roma ospiterà la terza Conferenza Nazionale sulla Famiglia. Indicazioni logistiche al momento non ci sono, ma la notizia è certa. A fine luglio invece, con le dimissioni di Enrico Costa, ministro con delega alla famiglia, per diversi giorni tutti sono stati con il fiato sospeso: la Conferenza – programmata ma mai annunciata ufficialmente – si sarebbe fatta? «La Conferenza si farà e questo è di per sé un fatto estremamente importate», conferma Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Famigliari, membro anche del Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, nominato un anno fa, che ha lavorato essenzialmente alla preparazione dell’attesa Conferenza: l’ultima infatti si è tenne a Milano nel lontano 2010, benché la cadenza prevista sia biennale.
Nei giorni scorsi lei ha detto che la Conferenza non dovrà essere né un ring né una passerella: cosa auspica?
Intanto la data scelta è importante, la Conferenza si svolge prima della discussione della legge di stabilità, per cui ci aspettiamo un atto di responsabilità del Governo, che alla luce della situazione storica che stanno vivendo le famiglie e il Paese – penso all’emergenza demografica e alle note difficoltà economiche che le famiglie stanno attraversando – ci sia un’attenzione tale per la famiglia da poter dire di essere un inizio di ciò che chiediamo da tempo, il Fattore Famiglia. Siamo consapevoli che non possiamo ottenere il Fattore Famiglia subito, ma speriamo ci sia un segnale in tal senso.
Quindi concretezza, non bei discorsi?
In realtà è importante anche il fatto che le principali cariche istituzionali del Paese, il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio, un po’ “costretti” dalla Conferenza, dicano una parola precisa sul tema famiglia, perché mi sembra anche dal punto di vista dei contenuti non se ne parli mai. L’Italia ha un problema oggettivo enorme, che è la denatalità, e sembra invece che ci si debba vergognare a pronunciare la parola “figli”. È necessario che le principali cariche istituzionali prendano posizione. La terza cosa è che speriamo che la famiglia venga messa, anche grazie alla Conferenza, al centro dibattito per le prossime elezioni, da parte di tutte le forze politiche.
Concretamente come si svolgerà la Conferenza?
I tavoli di lavoro previsti sono sei, coordinati dai membri del Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio: la famiglia come risorsa (coordinato da Simonetta Matone), gli aspetti giuridici collegati alla famiglia (Gianni Ballarani), natalità e demografia che coordino io, un tavolo sull’armonizzazione degli aiuti oggi esistenti (Marco Allena), uno sulle proposte fiscali (Mauro Marè) e uno sulle politiche famigliari a livello locale (Riccardo Prandini). Il mio tavolo partirà dai dati, avremo le relazioni del professor Rosina e del professor Blangiardo: partendo dai dati descriveremo come cambierà la storia del nostro Paese, come si modificherà nei prossimi anni l’assetto sociale e culturale del Paese. È evidente che tra pochi anni non avremo più il welfare che conosciamo oggi ma nemmeno l’assistenza sanitaria che abbiamo oggi, la sanità sarà sempre più a pagamento. per fare un paragone… in questi giorni siamo purtroppo ancora una volta alle prese con un terremoto e contemporaneamente con il ricordo del terremoto di un anno fa: l’Italia sa di essere un Paese a rischio sismico, eppure non facciamo nulla… Lo stesso approccio lo abbiamo con la famiglia, sappiamo che… ma aspettiamo la catastrofe. La Conferenza sarà l’occasione per mettere a tema questi ragionamenti, per ascoltare altri mondi e da lì poi inizierà un percorso che porterà a un nuovo Piano per la Famiglia. L’importante ora è rimettere a tema.
Il "Fattore famiglia” indica una riforma fiscale che il Forum Famiglie chiede da moltissimi anni e che prevede, in estrema sintesi, una no tax area proporzionale al numero dei componenti della famiglia. Oggi invece l’Irpef si calcola su base individuale, per cui un single e un padre di famiglia risultano tassati allo stesso modo. Questa no tax area sarebbe corrispondente al costo di mantenimento dei suoi componenti, definirebbe un minimo vitale non tassabile. Renzi, Costa, Lorenzin e Nannicini avevano promesso una riforma dell’Irpef già per il 2018, facendo anche un esplicito riferimento al Fattore Famiglia. E di un intervento sul fisco a misura di famiglia si parla sin dal 1991. Non è poco ora auspicare un “inizio” del Fattore Famiglia?
La cosa veramente importante è iniziare subito, ma per davvero. Il Fattore Famiglia, a regime, costerebbe fra i 14 e i 16 miliardi, è plausibile che non si possa ottenerlo integralmente subito. È anche vero però che se prendiamo i vari bonus esistenti e li mettiamo insieme, se razionalizziamo le varie agevolazioni, una cifra significativa si può ottenere subito, diciamo 4 o 5 miliardi con cui fare una operazione politicamente seria che dia un segnale, non una cosa una tantum ma l’inizio di un processo. Noi insistiamo da anni sul Fattore Famiglia perché è una proposta di sintesi, molto flessibile, che valorizza l’occupazione femminile, che comprende gli incapienti, che non riguarda solo le famiglie numerose… Tra l’altro non si tratta di aiuti alle famiglie ma di giustizia fiscale, di superare una discriminazione fiscale che dura da 40 anni. Iniziamo. 4 o 5 miliardi sono una cifra realistica, se prendiamo i vari bonus e li mettiamo insieme non ne siamo lontani nemmeno ora, soltanto che i bonus non incidono sulla natalità, sono utilissimi per i bambini che sono già nati ma non per invertire la tendenza.
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