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Tutore volontario, la campagna di comunicazione punta sull’orgoglio

Essere tutore volontario di un minore non accompagnato è una forma di cittadinanza attiva. Significa cambiare il futuro di un ragazzo, insegnargli i suoi diritti, accompagnarlo nelle decisioni difficili... «Se immaginare tutto questo ti rende orgoglioso, perché non farlo?»: ecco le prime due immagini della campagna di comunicazione per promuovere la nuova figura

di Sara De Carli

«Ha affrontato il deserto. Aiutalo ad affrontare la normalità»: recita così la campagna di sensibilizzazione dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, rivolgendosi direttamente alla popolazione. L'obiettivo è far conoscere la possibilità di diventare tutore volontario per i minori stranieri che arrivano soli nel nostro Paese, senza adulti di riferimento.

Due sono le locandine realizzate, che verranno distribuite nei principali luoghi di aggregazione su tutto il territorio nazionale (in settembre saranno diffusi anche uno spot TV e uno spot radiofonico): una mette in primo piano i ragazzi e il loro bisogno di avere qualcuno che li accompagni nella loro nuova vita, per costruire un nuovo futuro.

La seconda mette in primo piano il cittadino: un bel volto sereno, affidabile, che trasmette un’idea di saggezza e un messaggio che dice “Immagina di cambiare il futuro di un ragazzo arrivato in Italia senza genitori. Immagina di insegnargli i suoi diritti, di assisterlo nelle decisioni difficili. Non è un’adozione, non è un affido, è una guida per aiutarlo a capire il Paese in cui vive. Se immaginare tutto questo ti fa sentire orgoglioso, perché non farlo?”.

In Italia ci sono oltre 17 mila ragazzi minorenni senza genitori, arrivati qui superando enormi difficoltà e per i quali è necessario trovare qualcuno che li guidi nel costruirsi un futuro in un Paese nuovo con leggi che non conoscono: «L’idea che vorrei trasmettere – ha dichiarato la Garante nazionale Filomena Albano – è che il tutore volontario è una persona speciale a cui fare riferimento nelle scelte e nelle difficoltà della vita di ogni giorno. Non è necessario che conosca le lingue o software particolari, non deve ospitare nessuno a casa propria ma può sentirsi orgoglioso di essere la guida di un giovane migrante, un modello di cittadinanza attiva».

La figura del tutore volontario per minori non accompagnati è stata già sperimentata da tempo in alcune regioni, ma da aprile 2017, con la legge numero 47, la figura è stata estesa a tutta Italia. Nel mese di luglio nelle varie regioni sono stati pubblicati i bandi ed è ormai è possibile candidarsi a diventare tutore volontario di un minore non accompagnato in tutte le regioni, segnalando ai Garanti per l’infanzia e l’adolescenza locali la propria disponibilità a seguire innanzitutto un corso di formazione (qui la mappa dei bandi regionali). Al momento in Lazio più di 170 persone hanno dato la propria disponibilità, mentre nelle quattro regioni che non hanno un Garante regionale i bandi sono stati predisposti dalla Autorità Garante Nazionale: hanno risposto 24 persone in Abruzzo, 9 in Molise, 50 in Toscana e 50 in Sardegna. La fine delle vacanze e la campagna di comunicazione dovrebbero far conoscere ulteriormente questa bella possibilità.

Photo by Michael Mims on Unsplash

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