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Link 2007: Caro Gentiloni, sull’asilo e l’Africa è tempo di andare oltre l’emergenza
Alla vigilia della comunicazione del premier Gentiloni alle commissioni Esteri e Difesa del Parlamento sull'evoluzione della situazione in Libia, il contenimento dei flussi migratori e l'invio di navi in quelle acque territoriali, la rete di Ong "Link 2007" condivide analisi e proposte per la definizione di una politica complessiva dell’Italia, interna e nelle relazioni esterne, per il governo dell’immigrazione
di Link 2007
Emersione dell’esistente e fine della fase emergenziale, ingressi legali e freno di quelli illegali, iniziative per rimediare al caos in Libia ed aiutare i migranti, interventi lungo la rotta migratoria, sono i quattro capitoli del documento. Essi riprendono, in modo articolato, quegli aspetti che, ad avviso di LINK 2007, richiedono politiche e decisioni governative inserite in visione complessiva, una precisa direzione da seguire e un quadro normativo coerente. Il testo completo è accessibile qui, Vita.it vi propone una breve sintesi:
1. L’emersione dell’esistente e la fine della fase emergenziale.
È la grande priorità: togliere dall’irregolarità quanti già lavorano in Italia. “Un’identità riconosciuta è la base per ogni processo di integrazione” e occorre prendere coscienza che “la crescente mobilità umana è un fenomeno irreversibile e da governare, superando l’attuale legislazione e ristabilendo quanto prima la possibilità di ingressi regolari per lavoro. Solo l’apertura di canali di ingresso legali può facilitare la chiusura dei canali illegali controllati normalmente da organizzazioni criminali”. Il documento fa notare come il rapporto con l’Ue richieda una severa coerenza da parte italiana. “La distribuzione dei rifugiati e richiedenti asilo in tutti gli 8000 comuni italiani invece dei soli 2600 che partecipano al sistema di protezione SPRAR, potrebbe rappresentare un elemento di forte pressione politica sull’Ue”.
Solo l’apertura di canali di ingresso legali può facilitare la chiusura dei canali illegali controllati normalmente da organizzazioni criminali.
2. Argine agli ingressi illegali.
Il documento evidenzia come sia “un dovere dello Stato vigilare i confini” e “regolare gli ingressi in modo corrispondente alle capacità e possibilità di accoglienza e di sana integrazione, ai bisogni dell’economia e della società, ai doveri definiti dal senso di solidarietà umana, dalle leggi e dalle convenzioni internazionali in materia di protezione e di asilo”. Anche l’allontanamento è una delle prerogative dello Stato e, “come qualsiasi provvedimento limitante la libertà individuale, deve avvenire nel severo rispetto de principi e dei diritti fondamentali della persona sanciti dalla costituzione e dai trattati europei e internazionali”. Per sanare l’esistente, LINK 2007 ritiene che sia conveniente “procedere attuando forme di ritorno assistito per chi non è ammesso alla regolarizzazione”. Inderogabile e ferma deve essere “l’azione di contrasto alla tratta e allo sfruttamento di esseri umani, garantendo sempre la tutela e la protezione delle vittime, sia in Italia che nei paesi di origine e di transito”.
“In Italia i dati non sono allarmanti”, sottolinea il documento riportando i dati ISTAT. Ma “la percezione degli italiani è tutt’altra: quelle dell’invasione. Essa deve essere presa in seria considerazione, date le forti tensioni politiche e sociali sull’immigrazione, con le crescenti strumentalizzazioni che le alimentano spaccando sempre di più il paese”. Limitare e regolamentare gli arrivi “porrebbe problema solo se venissero ignorati i principi di umanità, giustizia, solidarietà, rispetto della dignità e del valore di ogni persona”.
Inderogabile e ferma deve essere l’azione di contrasto alla tratta e allo sfruttamento di esseri umani, garantendo sempre la tutela e la protezione delle vittime, sia in Italia che nei paesi di origine e di transito.
3. Caos in Libia e protezione dei migranti.
Dalla Libia arriva attualmente in Italia la maggior parte dei migranti e richiedenti asilo. La decisione del governo italiano e dell’Ue di rafforzare gli interventi è quindi corretta, anche per proteggere queste persone e garantirne i diritti. Per LINK 2007 rimane però “inaccettabile l’immediato affidamento del loro salvataggio e della loro protezione alla guardia costiera e alle forze di sicurezza libiche, data l’insicurezza e i gravi rischi per i migranti in tutto il paese”. Sembrano comunque esserci “segnali che possono incoraggiare la costituzione di centri di transito protetti nei quali accogliere e tutelare i migranti sottratti ai trafficanti ed alle carcerazioni arbitrarie o tratti in salvo nelle acque libiche”. Delegando invece ai libici il salvataggio e la protezione “senza centri di protezione in Libia, sicuri e indipendenti, l’Italia e i paesi europei entrerebbero in una clamorosa contraddizione con i loro principi e i valori fondamentali”.
“Il punto che deve preoccupare il nostro governo e l’intera Europa, secondo LINK 2007, è la tendenza, inaccettabile, alla rinuncia ai nostri valori fondamentali, scaricando la responsabilità della protezione delle persone, del rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni essere umano, del rifiuto dello sfruttamento, della tratta e della schiavitù su potentati clanici che non di rado basano la propria forza proprio sul potere di vita e di morte su chi è estraneo al gruppo familiare o sociale, in particolare se proveniente da paesi lontani”.
E' inaccettabile l’immediato affidamento del loro salvataggio e della loro protezione alla guardia costiera e alle forze di sicurezza libiche, data l’insicurezza e i gravi rischi per i migranti in tutto il paese.
4. Interventi lungo la rotta migratoria
Sarebbe utile riuscire a convincere i migranti a non entrare in Libia, “rendendoli consapevoli della reale situazione che incontreranno, nascosta loro dai trafficanti che li illudono con ingannevoli promesse lungo tutta la rotta, approfittandone e abusandone senza limiti”. Una consapevolezza che deve iniziare negli stessi paesi di origine. Le diaspore dei paesi africani presenti nel nostro paese potrebbero avere, allo scopo, un ruolo fondamentale. Le ragioni che portano ad emigrare sono normalmente legate alla mancanza di fiducia e speranza nel futuro del proprio paese. “Ad ognuno dovrebbe essere garantito il diritto di non dover emigrare, al pari di quello di poterlo fare ma ciò richiede che vi siano le condizioni per potere riappropriarsi del proprio destino, riconsiderando il valore del vivere nella propria terra per costruirvi il proprio futuro”. La cooperazione internazionale, nelle sue molte articolazioni nazionali e internazionali, può avere un ruolo primario, ma va intesa correttamente, coordinando le varie iniziative e i vari strumenti in una comune strategia di intervento. “L’aiutiamoli a casa loro deve diventare strumento di cambiamento per una globalizzazione più giusta e più equa, con una svolta di 180 gradi nei partenariati internazionali ed in particolare con l’Africa”.
Tutto si tiene, conclude il documento di LINK 2007: emersione dell’esistente, regolarizzazione e fine della fase emergenziale; argine agli ingressi illegali; rimedio al caos in Libia e protezione dei migranti; interventi lungo la rotta migratoria. “Continuare con le politiche e le decisioni a singhiozzo, senza seguire una strategia politica complessiva, a trecentosessanta gradi, e un coerente piano operativo inserito in questa più ampia visione di lungo periodo, non ci porterebbe molto lontano”.
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