Welfare
Al Made in Italy etico d’alta gamma il premio Angelo Ferro
La cooperativa sociale Quid onlus ha vinto ieri a Padova la prima edizione del riconoscimento per l'innovazione sociale. Tra i cinque finalisti c'erano anche l'Associazione Avvocato di strada onlus; la Fondazione La Casa onlus, la Fondazione S. Elisabetta e La cooperativa sociale Insieme. A promuovere il premio Cassa di Risparmio del Veneto e Banca Prossima
di Redazione
Affrontare le sfide dell’innovazione in tempi non facili, con soluzioni sostenibili e originali. Questo il comun denominatore dei cinque progetti finalisti del Premio Angelo Ferro per l’innovazione sociale, promosso da Cassa di Risparmio del Veneto e Banca Prossima (banca del gruppo Intesa Sanpaolo dedicata al terzo settore). Mercoledì 5 luglio nell’aula magna dell’Università di Padova si è respirata un’aria nuova per l’economia sociale grazie alla premiazione del vincitore scelto tra i cinque finalisti scelti tra le candidature giunte da tutta Italia: ben 90 quelle che hanno risposto al bando. Alla cerimonia, tra gli altri sono intervenuti Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Emanuela Zancan che ha parlato di questa prima esperienza del premio e il professor Stefano Zamagni, che ha tenuto una lectio Magistralis du “Il Terzo settore in transito”. L'illustrazione dei cinque progetti finalisti è stata affidata a Marco Morganti, Ad di Banca Prossima.
Ad aggiudicarsi la prima edizione del premio – intitolato alla memoria del professor Angelo Ferro, imprenditore e filantropo padovano che nell’ultimo periodo della sua vita è stato presidente dell’Oic (Opera Immacolata Concezione) e che è stato anche un apprezzato consigliere di amministrazione di Intesa Sanpaolo e della Cassa di RIsparmio del Veneto – la Cooperativa Sociale QUID Onlus che opera nel territorio veronese, coinvolgendo lavoratori svantaggiati (in particolare donne) del Veneto e di altre regioni, in collaborazione con i servizi sociosanitari, Sert e carcere di Verona. Quid trasforma tessuti di qualità donati o ceduti a prezzo di stock da aziende italiane in prodotti a marchio QUID, realizzati con tecniche innovative di up-cycling nel pieno rispetto dei requisiti di sostenibilità ambientale e sociale. È made in Italy etico e di alta gamma, distribuito dalla cooperativa e da aziende prestigiose che commissionano accessori e capi di abbigliamento. Due terzi della forza lavoro è composta da persone svantaggiate (65%) con problemi di disabilità, tossicodipendenza, detenzione, vittime di tratta, violenza domestica. Nel 2016 il fatturato ha superato il milione di euro, più del doppio dell’anno precedente, occupando 60 persone, vendendo oltre 20mila capi di abbigliamento e 150mila accessori. Si tratta, si legge in una nota di “risultati che nascono dal radicamento nel territorio e da una robusta rete di collaborazioni su scala nazionale tra enti no profit e profit, insieme capaci di produrre valore, innovando, includendo, sviluppando capitale sociale”.
Gli altri finalisti del premio erano: l’Associazione Avvocato di strada onlus, organizzazione di volontariato nata a Bologna nel 2007 grazie a molti avvocati che dal 2001 tutelano gratuitamente in varie città italiani e stranieri senza dimora e donne vittime di tratta in gravi condizioni di disagio e senza riconoscimento dei diritti umani fondamentali. Avvocato di strada Onlus è oggi lo studio legale più grande d’Italia con più di 700 volontari. È invece specializzata in housing sociale e sviluppa soluzioni che valorizzano il patrimonio immobiliare pubblico e privato la Fondazione La Casa Onlus. Nata da un progetto condiviso con la Regione Veneto, le province di Padova, Venezia, Rovigo e molti comuni, insieme interessati a innovare la gestione del patrimonio immobiliare pubblico ha allargato la sua azione con acquisizioni di immobili, aree edificabili, siti di riqualificazione urbana, facendo strada a soluzioni basate sull’abitare sostenibile e inclusivo, messe a disposizione di persone e famiglie italiane e straniere. Gestisce 104 alloggi con soluzioni di housing sociale e co-housing, mettendo al centro il valore umano che fa la differenza anche in termini economici.
Tra i finalisti anche la Fondazione S. Elisabetta di Bolzano che opera senza scopo di lucro a vantaggio di persone bisognose di aiuto. Offre servizi ad anziani, malati, persone con disabilità, in condizione di svantaggio sociale. L’obiettivo è sviluppare soluzioni di accoglienza residenziale di quinta generazione come definita dal KDA (Kuratorium Deutsche Altenhilfe) che in Germania promuove le soluzioni innovative capaci di qualificare la normalità della vita delle persone. Significa sostenere in tutti i modi possibili l’autonomia di vita delle persone valorizzando le loro capacità di autodeterminazione. Infine Insieme soc.coop.sociale a r.l. che gestisce nel vicentino la filiera commerciale dei beni usati intercettando e valorizzando i rifiuti urbani nel pieno rispetto della normativa ambientale riducendoli e riutilizzandoli. Agisce in una rete collaborativa di aziende, centri raccolta, enti pubblici che promuovono il riuso nel mercato dell’usato. In questo modo vengono intercettate oltre 400 tonnellate annue di materiale, riducendo lo smaltimento e i processi industriali destinati al riciclo. I risultati sono ecologici e di eco-design, con lavori “verdi” e inclusivi. Una parte dei prodotti è destinata a persone a basso reddito e/o interessate a stili di vita sostenibili. Sono oltre 60 gli inserimenti lavorativi di persone che difficilmente avrebbero trovato lavoro nel mercato.
In apertura foto di Andrik Langfield /Unspalash
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