Politica
Dopo di noi, pronto il decreto di riparto per il 2017
C'è già l’intesa della Conferenza Unificata e attualmente il decreto è alla firma dei ministeri concertanti. Saranno previste procedure semplificate per le regioni che presenteranno una programmazione in continuità con quella già approvata per l’anno 2016
di Redazione
È già pronto il decreto di riparto per l’anno 2017 delle risorse del Fondo per le persone con disabilità grave prive del sostegno familiare (meglio noto come fondo per il dopo di noi) e c’è già anche l’intesa della Conferenza Unificata: attualmente il decreto è alla firma dei ministeri concertanti. Lo ha confermato oggi il sottosegretario Luigi Bobba, rispondendo alla Camera a un’interpellanza urgente presentata dall’onorevole Elena Carnevali in merito all’attuazione della legge 112/2016, la cosiddetta “Dopo di noi”. Si tratta di 38,3 milioni di euro, ripartiti sulla base degli stessi criteri sperimentali previsti per il 2016. Una volta perfezionato il decreto, il Ministero del lavoro, nell’ambito dell’istruttoria finalizzata al trasferimento delle risorse alle regioni, terrà conto anche della raccomandazione formulata dalla Conferenza Unificata, che prevede procedure semplificate per quelle regioni che presenteranno una programmazione in continuità con quella già approvata per l’anno 2016, di cui proprio in questi giorni le Regioni stanno iniziando ad approvare le DGR.
Rispetto al 2016, anno per cui la dotazione del fondo è di 90 milioni di euro, al Ministero del lavoro sono pervenuti gli atti di programmazione di tutte le regioni tranne la Valle d’Aosta, che sta ancora predisponendo la documentazione: la Regione ha spiegato il ritardo, ha detto Bobba, con la riorganizzazione degli uffici competenti. Come già anticipato dalla sottosegretaria Franca Biondelli pochi giorni fa, rispondendo a un’altra interrogazione, il Ministero del lavoro ha concluso positivamente le istruttorie relative alle programmazioni di 16 regioni, alle quali ha erogato le relative risorse, per un importo totale di 86 milioni e 40mila Euro, pari al 95,6% delle risorse complessivamente stanziate per l’anno 2016.
Nell’ambito della prima Relazione annuale alle Camere, prevista dalla legge 112, verrà dato conto anche dei primi dati rispetto all’utilizzo da parte delle famiglie degli strumenti assicurativi, fiscali e finanziari previsti agli articoli 5 e 6 della legge e «il ministero del lavoro – ha spiegato il sottosegretario Bobba – ha richiesto al Mef la trasmissione dei dati relativi alle minori entrate di cui all’art 5 e 6 per i a primi 5 mesi dell’anno».
«Le risposte del Governo fanno giustizia alle polemiche infondate sull’inutilità della legge “dopo di noi” e mettono all’angolo coloro che hanno mostrato scetticismo. La legge 112/2016 non solo non ha fatto flop, ma la sua applicazione sta procedendo mostrando una responsabilità condivisa a tutti i livelli istituzionali», hanno sottolineato Elena Carnevali e Anna Margherita Miotto, deputate del Partito Democratico, dopo aver ascoltato la risposta del governo all’interpellanza urgente di cui erano firmatarie. «Il ministero del Lavoro ha erogato il 95,6% delle risorse complessivamente stanziate per l'anno 2016 e si appresta a completare entro la fine del mese la distribuzione alle regioni che, in queste settimane, procederanno a finanziare i progetti che consentano percorsi di accompagnamento all’uscita dal nucleo familiare di origine e il supporto all’abitare in autonomia in piccole convivenze simil familiari. Questo percorso è destinato a non interrompersi grazie agli stanziamenti già previsti nel triennio e così sarà d'ora in poi, ogni anno, attraverso una programmazione pluriennale».
È una svolta culturale, hanno sottolineato le deputate: «Chi pensava che le famiglie chiedessero solo un beneficio monetario si sbaglia, chiedono invece una prospettiva di vita per i figli, diversa dall’istituzionalizzazione, coscienti che per realizzare percorsi di autonomia servono anni di investimento sull’acquisizione delle competenze e “infrastrutturazione sociale” da parte delle regioni e degli enti locali in collaborazione con le associazioni dei famigliari, perché come dice la Fish “Nulla su di noi se non con noi”. Questa legge ha colto l’obiettivo, ora abbiamo il dovere di vigilare perché sia applicata coerentemente da parte delle regioni e degli enti locali».
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