Politica

Nasce la Rete della protezione e dell’inclusione sociale

Si tratta di una struttura permanente di confronto e programmazione delle politiche sociali, che coinvolge nelle decisioni programmatiche il terzo settore, le parti sociali e gli altri stakeholder. Lo prevede il decreto legislativo che istituisce il Reddito di Inclusione. Torna anche l'Osservatorio sulle povertà

di Sara De Carli

Tutti hanno elogiato, più volte, il metodo che ha portato alla nascita del Reddito di Inclusione. Ora così quel metodo diventa strutturale: nasce la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, una struttura permanente di confronto e programmazione delle politiche sociali, nonché di coinvolgimento nelle decisioni programmatiche del terzo settore, delle parti sociali e degli altri stakeholder. La Rete è presieduta dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei diversi livelli di governo, si articola in tavoli regionali e territoriali e ha l’obiettivo di rendere più omogeneo il sistema delle misure di protezione sociale, superando le attuali sperequazioni territoriali. Lo prevede il decreto legislativo approvato il 9 giugno dal Consiglio dei Ministri, che ora andrà in Parlamento, per l’attuazione della legge 15 marzo 2017, n. 33 (qui e in fondo alla pagina la sintesi del decreto).

Rispetto al Reddito di Inclusione, in particolare, il decreto dettaglia due articolazioni di questa Rete: il Comitato per la lotta alla povertà, per il confronto permanente tra i diversi livelli di governo e l’Osservatorio sulle povertà, che dovrà predisporre un Rapporto biennale sulla povertà, in cui siano formulate analisi e proposte in materia di contrasto alla povertà, di promuovere l’attuazione del ReI, evidenziando eventuali problematiche riscontrate, anche a livello territoriale, e di esprimere il proprio parere sul Rapporto annuale di monitoraggio sull’attuazione del ReI.

Il Reddito di inclusione (ReI) sarà operativo dal 1° gennaio 2018, come misura unica a livello nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. La novità del ReI è che si tratta di una misura articolata in due componenti: un beneficio economico erogato su dodici mensilità (l’importo andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti) e una componente di servizi alla persona. Questo "progetto personalizzato" volto al superamento della condizione di povertà sarà l’esito di una valutazione del bisogno del nucleo familiare che terrà conto, tra l’altro, della situazione lavorativa e del profilo di occupabilità, dell’educazione, istruzione e formazione, della condizione abitativa e delle reti familiari, di prossimità e sociali della persona. Il ReI è una misura «a vocazione universale», afferma il comunicato del Governo: oggi le risorse disponibili non sono sufficienti a raggiungere tutte le persone in una situazione di povertà assoluta, platea individuata dai requisiti indicati, ma a tendere dovrà arrivare a tutti. La misura è condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale. In fondo all'articolo la sintesi del decreto predisposta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

In questa prima fase, il ReI verrà riconosciuto ai nuclei familiari con un ISEE non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. In prima applicazione sono prioritariamente ammessi al REI i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultra cinquantacinquenni. Fermi restando i requisiti economici, il REI è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa, mentre non è compatibile con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della NASpI o di un altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria. Dal 2018 sarà disponibile una dichiarazione a fini ISEE "precompilata", con tutti i dati già in possesso della pubblica amministrazione: questo ISEE precompilato caratterizzerà l’accesso a tutte le prestazioni sociali agevolate, migliorando la fedeltà delle dichiarazioni e semplificando gli adempimenti per i cittadini.

Il "progetto personalizzato" a cui il beneficio economico è condizionato indicherà gli obiettivi generali e i risultati specifici da raggiungere nel percorso nonché i sostegni, in termini di specifici interventi e servizi, di cui il nucleo necessita oltre al beneficio economico. Il ReI sarà concesso per non più di 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi prima di poterlo richiedere nuovamente.

Il decreto costituisce quindi il disegno dell’ossatura del ReI e dei criteri per accedervi: l’espansione del REI che ci potrà essere sarà in presenza di maggiori risorse o di risparmi strutturali e che porterà a un graduale incremento del beneficio e del numero dei beneficiari, potrà essere realizzata con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, senza bisogno di leggi ulteriori.

Foto Clem Onojeghuo/Unsplash

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