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Grecia: a Chios 1 migrante su 3 ha assistito a un suicidio

Un nuovo rapporto pubblicato dall’Ong Refugee Rights Data Project, ha portato alla luce nuovi dati allarmanti. Basato su 300 interviste ai migranti dell’isola, il report ha rilevato che 1 persona su 3 ha assistito ad un suicidio all’interno dei campi. Il 71% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto problemi di salute mentale dal proprio arrivo e meno di un terzo di questi avrebbe avuto accesso a cure mediche

di Ottavia Spaggiari

Che la situazione dei migranti sull’isola di Chios fosse difficile non è una novità, ma i dati rivelati dall’ultimo rapporto pubblicato dal Refugee Rights Data Project (RRDP) e ripresi dal quotidiano britannico The Independent sono effettivamente impressionanti. Il report, basato su 300 interviste ai migranti dell’isola ha rivelato che 1 persona su 3 ha assistito ad un suicidio all’interno dei campi. Il 39% dei rifugiati sull’isola avrebbe infatti visto morire qualcuno e nell’87% dei casi si sarebbe trattato di suicidio. Il 71% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto problemi di salute mentale dal proprio arrivo e meno di un terzo di questi avrebbe avuto accesso a cure mediche. Una percentuale ancora più alta tra le donne (il 12% delle persone intervistate), con il 94% che ha dichiarato di avere avuto problemi mentali dallo sbarco sull’isola e meno di 1/3 di queste ha avuto accesso ad un sostegno psicologico.

I dati sollevano ulteriori preoccupazioni per il sempre più vicino abbandono dell’isola da parte delle Ong. Previsto per fine luglio il ritiro delle organizzazioni è dovuto ad una deviazione dei fondi UE che le lascerà senza contratto a partire dal 31 luglio, momento in cui la gestione dei servizi dovrebbe passare in mano al governo greco. Una transizione che l’Unhcr aveva definito naturale, poiché la fase di emergenza era stata conclusa a dicembre ma che già aveva sollevato molte perplessità, con le Ong che affermano di non aver ricevuto ancora informazioni relativamente al passaggio di consegne e alle nuove disposizioni.

Alcune organizzazioni presenti sull’isola hanno dichiarato che, alla luce di questi nuovi dati, il ritiro dei loro servizi avrà un effetto “deleterio e inumano” sulla vita delle persone e hanno chiesto che la salute, la sicurezza e i diritti umani dei profughi siano la priorità più alta. Il 24% dei migranti ha dichiarato di essere stato vittima di violenza da parte della polizia, e molti hanno riportato ai ricercatori di essere stati trattati “come animali”. Il 22% invece ha affermato di aver subito violenze da parte degli abitanti di Chios e 37% ha invece dichiarato di essere stato vittima di attacchi da parte di altri richiedenti asilo.

La sicurezza rimane un grosso problema, con l’85% dei migranti che afferma di non sentirsi sicuro. Particolarmente critica è la situazione dei minori, la metà dei quali sono arrivati sull’isola da soli. Il 73% di questi hanno dichiarato di non sentirsi sicuri nei campi e più di un quarto di essi ha affermato di aver visto qualcuno morire sull’isola.

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