Mondo

La crisi rifugiati in Sud Sudan è anche una crisi economica

Servono 1,4 miliardi di dollari per fare fronte all’emergenza umanitaria in Sud Sudan, dove 1,8 milioni di rifugiati, di cui un milione bambini, sono fuggiti, riversandosi nei Paesi vicini. Secondo l’Unhcr, ad oggi si è raggiunto solo il 14% dei fondi necessari. Il Sud Sudan è oggi il Paese al mondo con il più rapido tasso di crescita di rifugiati

di Redazione

Un’emergenza che non è ancora stata finanziata adeguatamente, con appena il 14% dei fondi raccolti. È la crisi dei rifugiati sudsudanesi, ad affermarlo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e il Programma Alimentare Mondiale (WFP), che hanno sottolineato che, per assicurare assistenza di base ai rifugiati ospitati attualmente nei 6 Paesi vicini, per tutto il 2017, alle organizzazioni umanitarie servono 1,4 miliardi di dollari. La situazione in Sud Sudan continua infatti a peggiorare e il sovrapporsi di diversi fattori tra cui il confitto, la siccità e la carestia, portano ulteriori spostamenti di persone e un rapido esodo di quanti fuggono da una delle crisi più gravi al mondo.

"Il violento conflitto e il deterioramento delle condizioni umanitarie nel Sud Sudan stanno spingendo un numero record di persone a lasciare le loro case", ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.

Il Sud Sudan ormai è diventato il Paese con il tasso di rifugiati più in rapida crescita al mondo, con più di 1,8 milioni di rifugiati, di cui un milione di bambini, che hanno cercato rifugio in Uganda, Sudan, Etiopia, Kenya, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centro Africana.

"La sofferenza che sta vivendo il Sud Sudan è inimmaginabile," ha affermato il direttore esecutivo del WFP David Beasley. "Sono ad un passo dall'abisso e la violenza è alla base di questa crisi. Le organizzazioni umanitarie spesso non sono in grado di raggiungere le persone più vulnerabili che hanno maggior bisogno di aiuto. Molti muoiono di fame e a causa delle malattie, mentre molti altri sono dovuti fuggire per cercare sicurezza altrove".

Il numero di persone che sono fuggite dal Paese ha superato le stime della comunità umanitaria, che già erano molto pessimistiche. Nel mese di marzo, ad esempio, il numero di rifugiati ha superato la cifra attesa per l'intero anno. L'Uganda sta gestendo un numero di arrivi superiore al previsto, e a questo ritmo probabilmente presto arriverà ad ospitare oltre un milione di rifugiati sudsudanesi.

"La carenza di fondi ci ha costretti a fare dei tagli alle razioni alimentari di molti rifugiati in Uganda", ha dichiarato Beasley. "Io lo trovo inaccettabile, e spero di non essere l’unico. Sono famiglie come le nostre, sono nostri fratelli e sorelle e il mondo deve aiutarli ora – non c’è tempo da perdere. Aiutateci a fare qualcosa perché ne hanno bisogno."

L'UNHCR ha accolto con gratitudine l’incredibile generosità dimostrata ai rifugiati dai Paesi dell’area, ma è allarmato dalla criticità della situazione.

"Paesi come l'Uganda hanno fatto tutto il possibile, ma non saranno in grado di sostenere ulteriormente i rifugiati, a meno che il resto del mondo non faccia la sua parte," ha sottolineato l’Alto Commissario Grandi, durante la presentazione del piano a Ginevra.

Finanziamenti insufficienti rendono difficile il lavoro delle agenzie umanitarie, che faticano a fornire cibo, acqua, sostegno alimentare, rifugio e servizi sanitari ai rifugiati.

Le comunità che stanno ospitano i rifugiati sono tra le più povere del mondo e vivono una pressione immensa. "Aiutare i rifugiati non è solo questione di prima assistenza", ha dichiarato Grandi dell'UNHCR. "Significa anche sostenere i governi, le comunità e l’economia dei Paesi che li accolgono."

L'UNHCR sta gestendo la risposta all’emergenza con i governi, le agenzie umanitarie, le comunità ospitanti e i rifugiati stessi. Attualmente l'Uganda ospita circa 898.000 rifugiati, il Sudan 375.000, l’Etiopia 375.000, il Kenya 97.000, la Repubblica Democratica del Congo 76.000 e la Repubblica Centrafricana 2.200.

Il WFP fornisce assistenza alimentare e denaro a più di 1,8 milioni di rifugiati nei Paesi limitrofi. Il piano di risposta aggiornato non copre le necessità umanitarie di circa due milioni di persone sfollate all’interno del Sud Sudan.

Foto: LIVIO SENIGALLIESI/SINTESI MOTHER WITH SON


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA