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Corte Penale Internazionale: Presto un’inchiesta sui crimini contro i migranti in Libia
Il procuratore capo della Corte Penale Internazionale, Fatou Bensouda, minaccia l’apertura di un’inchiesta sui crimini perpetrati contro i migranti in territorio libico. “Dobbiamo agire”, ha dichiarato Bensouda durante una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla Libia.
“Il mio ufficio sta raccogliendo prove relative a crimini perpetrati contro migranti in Libia”, che ormai è diventato “un mercato” per la tratta di essere umani. Lo ha dichiarato Fatou Bensouda, procuratore capo della Corte Penale Internazionale, durante una seduta del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dedicata alla Libia.
“Secondo fonti credibili, gli stupri, gli omicidii e gli atti di tortura sarebbero all’ordine del giorno e sono rimasta scioccata da queste informazioni che assicurano che la Libia è diventato un mercato per la tratta di esseri umani”. Di conseguenza, la Corte Penale Internazionale “sta seriamente valutando la possibilità di aprire un’inchiesta sui crimini legati ai migranti in territorio libico”.
“Migliaia di migranti, special donne e bambini, sarebbero detenuti ovunque nel paese in condizioni molto spesso disumane. Dobbiamo quindi agire per fermare questo fenomeno”.
Puntando il dito contro una situazione sicuritaria che “è considerevolmente peggiorata” da oltre un anno, Fatou Bensouda ha messo in guardia il Consiglio di sicurezza sui legami tra trafficanti di esseri umani, lo sviluppo del crimine organizzato e le reti terroristiche presenti nel paese.
Infine, il procuratore capo della CPI ha esortato le autorità libiche ad arrestare l’ex capo della sicurezza di Gheddafi, Al-Touhami Khaled, sospettato di risiedere ancora in Libia e su cui pende dal 2013 un mandato di arresto internazionale.
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