Politica

Il Reddito di inclusione nascerà a maggio 2017

È scritto nero su bianco nel DEF approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, il cui testo è stato diffuso oggi

di Sara De Carli

La ferma volontà del Governo di definire quanto prima l’avvio del REI e del Piano contro la povertà è stata più volte dichiarata (leggi qui l’intervista a Raffaele Tangorra che annunciava come imminente una comunciazione ufficiale sullo stato dei lavori per il decreto attuativo della legge delega). La novità è che nel DEF c’è una data scritta nero su bianco: maggio 2017 (pagina 95 e poi ancora pagina 135, dove è specificato che arriverà a maggio 2017 la «normativa di attuazione della Legge delega n.33/2017 per il contrasto alla povertà»).

Un’altra buona notizia è che il cronoprogramma delle azioni prevede anche “misure di sostegno alla famiglia” entro il 2017. L’altra novità è che il DEF 2017 contiene, per la prima volta, l’allegato tecnico del benessere, con un primo esercizio di previsione e simulazione di un sottoinsieme di indicatori sperimentali volto a cogliere l’impatto delle azioni di politica economica introdotte e programmate sulla disuguaglianza, ambiente e in generale il well being. L’Italia è, infatti, il primo e unico Paese che, collegando gli indicatori di benessere alla programmazione economica e di bilancio, attribuisce a essi un ruolo nell’attuazione e nel monitoraggio delle politiche pubbliche.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha messo online in giornata il DEF (Documento di Economia e Finanza) 2017 approvato ieri dal Consiglio dei Ministri (si può scaricare tutto qui). La terza parte del DEF consta di un “Programma Nazionale di Riforma”, di cui un capitolo riguarda «l’azione di contrasto alla povertà» (la parola povertà ha in tutto 51 occorrenze), che sarà incentrata sulla «strategia delineata dalla legge delega approvata nel marzo scorso, che il Governo ha ferma intenzione di attuare nel corso dei prossimi mesi». Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 1,18 miliardi per il 2017 e 1,704 per il 2018. La delega, come noto (anche se a molti commentatori pare una novità di oggi), autorizza il Governo ad intervenire su tre ambiti:

  • il varo del Reddito di Inclusione, cioè della prima misura universale di sostegno economico ai nuclei in povertà: il Governo scrive nel DEF che il REI prevede un «progressivo ampliamento della platea di beneficiari (già nel 2017 si prevede di raggiungere oltre 400 mila nuclei familiari, per un totale di 1 milione e 770 mila persone, mentre ad oggi il SIA ha dato sostegno, dice il DEF, a 65mila famiglie per un totale di 250mila persone);
  • il riordino delle prestazioni assistenziali finalizzate al contrasto della povertà (carta acquisti per minori e l’assegno di disoccupazione ASDI);
  • il rafforzamento e coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali, finalizzato a garantire maggiore omogeneità territoriale nell’erogazione delle prestazioni.

I decreti delegati «conterranno disposizioni sull’introduzione di un sussidio universale (reddito di inclusione), sulla riorganizzazione delle prestazioni assistenziali e sul rafforzamento degli interventi coordinati in materia di servizi sociali. I decreti legislativi definiranno i criteri di identificazione dei beneficiari e l’ammontare del beneficio, in sede di prima applicazione. Con un Piano per la lotta alla povertà, di natura triennale, sulla base degli stanziamenti di bilancio, si potranno prevedere ampliamenti della platea verso un universalismo pieno e incrementi del beneficio».

Questa azione del Governo rientra – dice sempre il testo del DEF – in un’azione più ampia, volta a «ridurre di 20 milioni il numero delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale». Di questa azione, oltre al REI e al Piano contro la povertà fanno parte ad esempio l’APE, i 50 milioni per il Fondo per la non autosufficienza, i 600 milioni per le politiche per la famiglia, il voucher asili nido e i 500 milioni per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie.

Foto Fabian Blank/Unsplash

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