Mondo

L’Onu avvia i lavori per il trattato sulle armi nucleari

A New York, all’Onu, iniziano oggi i negoziati per la messa al bando degli arsenali nucleari. Un'occasione storica: le armi nucleari sono le sole per cui non c'è ancora una messa al bando.

di Redazione

Due mesi fa, a fine gennaio, gli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientist spostarono in avanti di mezzo minuto le lancette del Doomsday Clock, l’orologio dell’Apocalisse: mancano soltanto due minuti e mezzo a mezzanotte. Il Doomsday nacque nel 1947, un orologio simbolico dove la mezzanotte segna la fine del mondo: all'epoca le lancette segnavano 7 minuti alla mezzanotte, oggi, alla fine del mondo ne mancano solo due e mezzo.
Intanto nel mondo ci sono 15mila testate nucleari attive, di cui 150 di proprietà Usa ma “ospitati” in Europa (dati della Federation of American Scientist): si trovano in Belgio (20), Germania (20), Paesi Bassi (20) e Turchia (50). In Italia ne abbiamo 40: 20 ad Aviano e 20 a Ghedi.

Oggi il mondo ha una chance concreta per chiudere con gli ordigni nucleari: a New York, all’Onu, iniziano oggi i negoziati per la messa al bando degli arsenali nucleari. I lavori saranno dal 27 al 31 marzo e poi ancora dal 15 giugno al 7 luglio. Elayne Whyte Gómez, rappresentante del Costa Rica all’United Nations Office di Ginevra, presiederà la conferenza. Sono vent’anni che non c’è una presa di posizione ufficiale delle Nazioni Unite sul tema.

La Conferenza di oggi nasce dalla raccomandazione di un gruppo di lavoro presieduto dall'Ambasciatore Thani Thongphakdi (Thailandia), che aveva il compito di individuare misure legali efficaci concreti, disposizioni di legge e le norme necessari per raggiungere e mantenere un mondo senza armi nucleari. Le armi nucleari infatti ad oggi sono le sole armi di distruzione di massa non messe al bando. Una prima risoluzione (A/RES/71/258) è stata adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 23 Dicembre 2016 e l’Italia ha votato contro.

In questi ultimi giorni gruppi disarmisti hanno organizzato azioni fotografiche coordinate davanti alle installazioni militari nucleari dei propri Paesi, come gesto di sostegno ai negoziati per un Trattato che metta al bando le armi nucleari di New York.

È una delle azioni della “Settimana di Azione” organizzata a sostegno dei trattati. Lisa Clark, referente per il disarmo nucleare in seno a Rete Disarmo e co-presidente dell’International Peace Bureau afferma: «Speriamo che in questa occasione ci sia più attenzione per la posizione della società civile italiana che rilancia la voce di centinaia di organizzazioni e migliaia di attivisti di tutto il mondo. E riprende soprattutto il grido di dolore dei sopravvissuti alle bombe di Hiroshima e Nagasaki: mai più si usino gli ordigni nucleari!».

Per Francesco Vignarca – Rete Italiana per il Disarmo – «il trattato varrebbe, come ogni trattato, solo per gli stati firmatari ma una messa al bando completa farebbe scivolare le grandi potenze nucleari in una situazione di illegalità, spronandole ad imboccare la via del disarmo. Tutte queste iniziative servono a esplicitare come le popolazioni europee e la società civile siano chiaramente in favore del disarmo nucleare, mentre i Governi continuano a scegliere di basarsi su una teoria ormai antiquata e inefficace come quella della deterrenza. Ma il punto vero è che l'impatto umanitario degli ordigni nucleari è ormai incontrollabile e per questo il mondo dovrebbe cambiare direzione».

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