Sono Anna e voglio far sentire la mia voce

Questa è la storia di Anna Sanna, vice leader degli autorappresentanti di Cagliari. «Questo progetto mi ha aiutata a maturare e ad esprimere le mie cose interiori. Noi abbiamo molte difficoltà a conoscere cose che ci riguardano e in questa piattaforma possiamo trovare aiuto. Per questo motivo ci devono sostenere. Noi abbiamo bisogno di far sentire la nostra voce»

di Anna Sanna

Io sono Anna Sanna, sono nata ad Iglesias nel 1965. Sono nata prematura, al settimo mese, e avevo una gemella. Quando siamo nate ci hanno portate subito all’ospedale di Cagliari, mia sorellina è morta poche ore dopo, mentre io sono rimasta per cinque mesi in ospedale. Ci sono stati dei problemi e da lì ho avuto un ritardo mentale. Mi mettevano la flebo in testa perché io non succhiavo il latte come gli altri bambini. Nell’incubatrice hanno sbagliato la temperatura e mi hanno ustionato la testa, per questo ho le cicatrici e non mi crescono i capelli. Adesso è diverso, i medici devono stare attenti a quello che fanno, ma allora era un'altra cosa.

All’età di tre anni mi hanno riscontrato una forma leggera di autismo, infatti non riuscivo a stare insieme alle altre persone. Ho avuto dei problemi anche con la scuola elementare, ero irrequieta e urlavo. I primi due anni ho frequentato solo dalle 8.30 alle 10.30 perché non riuscivano a tenermi. Per un periodo ho frequentato lezioni private. C’era un frate che faceva parte dei “Piccoli fratelli di Gesù”, lui mi ha aiutato moltissimo, facendomi conoscere un insegnante che mi ha fatto finire la seconda elementare, così sono arrivata a fare l’ammissione per la terza elementare ed è andata bene. Nel frattempo il mio carattere era migliorato, non era più aggressivo, grazie ad un insegnante che mi teneva sempre con lei e mi seguiva da vicino. Sono arrivata nel 1980 alla 5° elementare e piano piano ho accettato il mio passato, anche se sono rimasta un po’ chiusa.

Sono sempre andata in chiesa perché i miei genitori, che mi hanno aiutato molto, ci tenevano. Mia madre mi ha sempre seguita e ha combattuto per farmi entrare nella scuola con gli altri bambini. Sono entrata nel ’77 grazie ad una legge approvata dalla Camera. Mamma per me ha fatto molto, ero sempre insieme ai miei genitori che però mi lasciavano degli spazi, come ad esempio fare la spesa e tenere i conti di casa.

Poi 21 anni fa, la Domenica delle Palme, mio padre stava arrostendo la carne nel caminetto e a 69 anni gli è venuto un infarto folgorante, ed è morto. Questo ha scombussolato un po’ tutto. Quella morte improvvisa ha cambiato la nostra vita, soprattutto quella di mamma, perché i figli non possono sostituire un marito. Mamma poi è caduta in depressione ma piano piano si è ripresa. Sono stati anni difficili, che ancora piano piano io sto cercando di superare.

Mamma è morta nel 2007, dieci anni fa, e io sono andata a vivere da mio fratello che mi ha voluta con se. La mia vita è cambiata, all’inizio è stata molto dura perché io ho un carattere testardo e difficile. Piano piano mi sono abituata a vivere con mio fratello e la sua famiglia, e adesso va meglio, e sto iniziando ad aprirmi anche con loro.

Io sono stata inserita nel centro Anffas di Iglesias il 3 Novembre del 2014, ho conosciuto compagni che non conoscevo e laboratori che non avevo mai fatto. Mi sono trovata subito bene. Adesso sto imparando a cucinare, ma devo concentrarmi un po’, perché c’è sempre da imparare. Nei laboratori all’inizio mi aiutavano molto, poi con suggerimenti e consigli ho imparato a fare da sola. Ho iniziato a socializzare con operatori e ragazzi e vado d’accordo con tutti, mi è venuto facile perché sono una persona molto socievole.

Ho mille difetti: io so riconoscere i miei errori… ad esempio sono testarda e permalosa; ma ho anche molti pregi… Le mie giornate adesso sono impegnative e istruttive, prima a casa un po' mi annoiavo, invece adesso no. Con l’Anffas faccio anche del volontariato e mi occupo della preparazione dei pasti per le persone bisognose e le famiglie che non hanno da mangiare. Questo mi fa sentire bene perché mi piace aiutare il prossimo.

Ci sono persone che vanno aiutate e io so farlo. Ho rinnovato la carta d’identità e adesso ho scelto di donare gli organi perché alcune persone malate hanno bisogno di questa scelta. Bisogna sempre aiutare il prossimo. Non è una scelta facile, perché non tutti la pensano come me

Ho iniziato un anno fa questa esperienza con il progetto “Io, Cittadino”: ho imparato a conoscere i diritti e i doveri dei cittadini con disabilità. Abbiamo parlato dei referendum, li abbiamo analizzati e abbiamo visto come si vota. Nel nostro gruppo abbiamo fatto le votazioni come si fa nei seggi elettorali, io sono stata eletta vice leader del centro Anffas di Cagliari. Sono stata scelta come rappresentante del Centro di Iglesias in cui lavoro e questo mi ha fatta sentire entusiasta perché non me l’aspettavo. Mi sono sentita orgogliosa perché hanno tutti riconosciuto le mie qualità: io mi so esprimere bene e so ascoltare gli altri.

Questo progetto mi ha aiutata a maturare e ad esprimere le mie cose interiori. Nel mio Centro non sono più chiusa, ho imparato ad aprirmi piano piano sempre di più e questo mi fa sentire bene. Non sempre mi apro in altri ambienti, ho bisogno di tempo, ma piano piano mi sto esercitando. Essere parte della piattaforma degli Autorappresentanti per me significa avere la possibilità di esprimere i problemi che si incontrano, discutendo insieme e trovando, dove servono, le soluzioni. Perché si dovrebbe sostenere la Piattaforma degli Autorappresentanti? Noi abbiamo molte difficoltà a conoscere cose che ci riguardano e in questa piattaforma possiamo trovare aiuto. Per questo motivo ci devono sostenere. Il mio è un appello per dare dei piccoli fondi a questo progetto perché noi abbiamo bisogno di far sentire la nostra voce.

La Piattaforma Italiana degli Autorappresentanti è nata da Anffas grazie al Progetto "Io, Cittadino!". La Piattaforma degli Autorappresentanti è formata da persone con disabilità intellettiva e nasce per garantire alle persone con disabilità intellettiva gli strumenti per l'affermazione del diritto all'auto-determinazione, alla partecipazione attiva e all'inclusione nella società, come scritto sulla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. La Piattaforma vuole eliminare ogni forma di discriminazione attraverso la voce delle persone che le subiscono.Le storie degli autorappresentanti. Sul sito "io sostengo e tu" potete trovare le storie dei primi autorappresentanti, come Anna. Dal 17 marzo al 6 aprile è possibile sostenere il movimento italiano degli autorappresentanti tramite il numero solidale 45524.

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