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Liguria, retromarcia sull’azzardo?

Mentre l'ex ministro Mastella, oggi sindaco di Benevento, inaugura un centro scommesse il Presidente della Liguria, il forzista Toti vuole proporre una deroga alla legge ligure contro l'azzardo

di Marco Dotti

Prendiamo Benevento, per esempio. Pochi giorni fa il sindaco Clemente Mastella – sì, proprio lui, l'ex ministro di grazia e giustizia di Ceppaloni – ha pensato bene di presenziare al taglio del nastro per l'inaugurazione di un centro scommesse nel Rione Ferrovia. Proprio dove i "suoi" cittadini stanno da tempo combattendo contro il degrado e quella forma di tratta dell'umano che si chiama prostituzione e gioco d'azzardo.

Una storia piccola piccola, ma esemplare di come molto funzioni sui territori, ma non tutto funzioni per il verso giusto. C'è uno scollamento in atto fra rappresentanza, rappresentazione e realtà. A Benevento non tira aria di elezioni e quindi ci si può permettere anche di "raccontare" che quel mega centro scommesse sia polo di servizio per la cittadinanza e il quartiere. In effetti è proprio questo il modello dei mini casinò che qualcuno vorrebbe diffondere su tutto il territorio.

Ma che dire della Regione Liguria? Abbiamo ancora in mente il Presidente Giovanni Toti che, esattamente un anno fa, firma il Manifesto delle Regioni contro l'azzardo e si oppone allo scippo romano della normativa anti slot. Liguria, Lombardia e oggi anche il Veneto hanno le leggi regionali no slot più efficaci. Questo ai lobbysti non piace: vogliono leggi innocue, buone per riempirsi la bocca e poco più.

Leggi che, soprattutto in Lombardia e Liguria, mandano in bestia i fondi specuelativi di investimento finanziario che controllano i concessionari di Stato e gran parte dell'apparato dell'azzardo di massa. A mandarli in crisi sono normative su distanze da luoghi sensibili e orari. Distanze da chiese, ospedali, scuole, case di riposo, scuole per l'infanzia da cui, fino a ora, in Liguria dovevano sottostare solo le nuove aperture di sale gioco e le installazioni di nuove slot, aperte o installate dopo l'entrata in vigore della legge regionale n. 17 del 2012.

La legge regionale ligure ha dato ben 5 anni di tempo, non 5 giorni, per adeguarsi alla stessa. Ovviamente i signori dell’azzardo di adeguarsi non ci pensano affatto. Il gioco per loro è “legale” nel senso che vogliono una legalità a loro tutela, non certo a tutela della cittadinanza.

La sicurezza e la salute di territori e cittadini prima di tutto, si era detto. Ma evidentemente qualcosa deve essere successo se lo stesso Toti, e il sul assessore, il leghista Edoardo Rixi, oggi dichiarano che è allo studio la moratoria di 1 anno (e sarebbero 6!) per i signori del gambling e i loro terminali sul territorio. In sostanza, se ne parla nel 2018, ovvero mai. Chi non ha voluto adeguarsi alle regole in 5 anni, perché dovrebbe farlo in 12 mesi?

Oggi in Liguria ci sono, disseminate sul territorio, 12.154 slot machines e 110 sale vlt, su un totale di 1milione e 565mila abitanti, il che significa 1 slot machine ogni 128 abitanti.

Che la confusione sia grande sotto il sole lo dimostrano le parole del Governatore:

«Abbiamo contribuito – afferma Toti- a bloccare la legislazione nazionale proposta dal Governo in conferenza unificata: diciamo no a interventi che fanno chiudere i piccoli esercizi e aprire mini casinò. La storia del nostro paese è fatta da sempre di piccoli esercizi, come sono i bar e i tabaccai. La ludopatia è un tema importante ma bisogna intervenire con misura ed equità: non credo che distruggere le reti di commercio aiuti un malato di gioco».

Del tutto evidente lo scopo di queste dichiarazioni: portare al punto di rottura la questione-azzardo. E guadagnarsi qualche simpatia tra qualche commerciante.

A Genova ci saranno presto le elezioni comunali, ed è oramai chiaro che questa sarà una delle principali questioni del contendere. Toti e il sul assessore Rixi vogliono di fatto abolire le distanze minime di 300 metri che dal 2 maggio saranno necessarie per ogni istallazione di slot machine nei locali. Distanze che finora valevano per le nuove istallazioni e da maggio varranno per tutti. Si parla di proroga, ma di fatto è un azzeramento della legge regionale ligure anti azzardo. E un gran favore ai tentacoli di questa piovra.

Clima elettorale a parte, appaiono singolari altre parole del Presidente della Regione Liguria Toti che su sale e slot afferma: «Ogni insegna che si spegne è un presidio in meno delle nostre strade e dei nostri quartieri». Un po’ come per Mastella, le slot ora sarebbero diventate presidi di servizi e commercio? Speriamo di aver compreso male: smontare 5 anni di lavoro sul territorio ligure, lavoro vero non chiacchiere di associazioni, movimenti, sindaci e cittadini reso possibile dalla legge regionale della Liguria sarebbe una macchia politica dalla quale per liberarsi non basteranno proroghe.

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