Welfare
Occupazione e povertà, Renzi rilancia con il lavoro di cittadinanza
Per l’ex premier l’idea di un reddito di cittadinanza portata avanti dal M5S «non risponde all’articolo 1 della nostra Costituzione che parla di lavoro non di stipendio. Il lavoro non è solo stipendio, ma anche dignità». L'idea lanciata nel 2015 da Stefano Zamagni
«L’innovazione va governata con il lavoro di cittadinanza: fermare la tecnologia è assurdo, ma è tempo di affrontare i costi della perdita di impiego. Dobbiamo rivoluzionare il nostro welfare e la risposta non è una rendita universale ma il lavoro di cittadinanza».
La questione di fondo, secondo l’ex premier, è come sostenere un sistema di protezione a chi resta fuori dal processo di innovazione. «Fermare il progresso e la tecnologia o pensare di rallentare è assurdo. Le invenzioni, dalla stampa all’automobile, hanno avuto sempre ricadute sociali. Compito della politica è ora affrontare i problemi che derivano dalla rivoluzione digitale e i costi in termini di perdita di posti di lavoro».
Renzi però contesta la proposta grillina per risolvere il problema. «Garantire uno stipendio a tutti non risponde all’articolo 1 della nostra Costituzione che parla di lavoro non di stipendio. Il lavoro non è solo stipendio, ma anche dignità. Il reddito di cittadinanza nega il primo articolo della nostra Costituzione”, invece “serve un lavoro di cittadinanza», sottolinea.
Ma cos’è il lavoro di cittadinanza? L’idea non è nuova. L'economista Stefano Zamagni, già nel 2015 ne aveva parlato su Tv2000.
«Il concetto di reddito di cittadinanza, al di là delle buone intenzioni di chi lo propone, in effetti nasconde una sorta di contraddizione», spiegava l'economista.
«Io sono a favore del lavoro di cittadinanza. Perché se si da a tutti i cittadini un lavoro, poi si discute quale, è ovvio che avranno anche un reddito. Se invece scorporo il concetto di reddito dal concetto di lavoro ottengo solo di ricadere nelle misure di assistenzialismo», aggiungeva Zamagni.
«Il lavoro è un diritto fondamentale e inalienabile delle persone. Attraverso il lavoro la persona conosce sé stessa. Se questo è un principio fondamentale allora è evidente che la buona società, la società giusta, è quella che offre a tutti di lavorare. E offrendo questo offre anche il reddito», concludeva il professore.
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