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Cuba ha perso i suoi figli

Il tasso di fecondità dell'isola caraibica è crollato a 1,72 figli in media per donna contro il minimo necessario per mantenere stabile una popolazione nel tempo, che è pari a 2,1 figli. Il regime di Castro è corso ai ripari con una legge e un pacchetto di misure ad hoc per cercare di fare aumentare a tutti i costi la natalità

di Paolo Manzo

Hanno i bambini tra i più belli al mondo e sempre sorridenti. Ma sono pochi e sempre meno a tal punto che ad allertarsi adesso sono anche le istituzioni. In una Cuba che dopo oltre 50 anni di embargo riscopre se stessa molti problemi cominciano a venire pesantemente alla luce. Tra questi uno davvero inquietante. L’isola, paradiso dei Caraibi e meta agognata di turisti ormai da tutto il mondo, rischia di trasformarsi nei prossimi anni in una sorta di ospizio per anziani.

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Il tasso di fecondità è, infatti, crollato a 1,72 figli in media per donna contro il minimo necessario per mantenere stabile una popolazione nel tempo, che è pari a 2,1 figli. Un valore così basso che adesso si preoccupa anche il regime di Raúl Castro, intervenuto la scorsa settimana con una legge e un pacchetto di misure ad hoc per cercare di fare aumentare a tutti i costi la natalità.

Da qui, per esempio, l’idea dell’asilo gratuito a partire dal terzo figlio, sgravi fiscali del 50% per i cuentapropistas – così si chiama il “popolo delle partite IVA” cubano, sempre più importante per il settore privato locale – che fanno almeno due figli, oltre a significativi benefits per i tanti nonni che si prendono cura dei neonati. Perché, come lo stesso Raúl ha dichiarato, il problema è da considerarsi “improrogabile”. Una vera e propria emergenza nazionale insomma che origina le sue radici nella precaria situazione economica in cui versa da decenni Cuba oltre che nella fuga in Florida, via mare, di molti giovani. «È chiaro – spiega Luisa Martins, una signora residente all’Avana – che con una famiglia più piccola è più facile educare i figli e si sta meglio economicamente». Mentre per Maria, anche lei della capitale, «è un problema soprattutto di mancanza di case. Un problema cruciale per un uomo che vuole mettere su famiglia».

L’idea che c’è dietro il nuovo pacchetto di misure legislative è che la famiglia debba essere considerata nel suo significato più ampio. Per questo molto spazio viene dato anche ai nonni, agevolati fiscalmente se verranno in aiuto della famiglia decisa ad ampliare la prole. Resta comunque il problema delle donne che, al di là della maternità, a Cuba ancora molti diritti devono conquistare. Per la sociologa cubana Reina Fleitas «Il ruolo della donna deve essere visto in un senso ampio dove il lavoro gioca una funzione importante, bisogna permettere loro l’accesso ad un lavoro dignitoso perché questo poi le aiuta a costruire un progetto di vita di benessere anche per la famiglia».

Del resto basta farsi un giro nella bellissima isola caraibica per capire che la situazione è davvero problematica dal punto di vista demografico. Oltre due milioni di cubani – il 19,3 per cento della popolazione – oggi ha infatti più di 60 anni con un’aspettativa di vita quasi 80 anni. E in prospettiva tutte le proiezioni fanno prevedere un’eccezionale invecchiamento demografico nei prossimi dieci anni, a meno che le nuove politiche pro natalità del regime non diano i risultati auspicati da Raúl Castro.


Da Gli Occhi della guerra di Paolo Manzo

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