Politica
Anche le scuole paritarie potranno presentare progetti per i bandi europei
L'annuncio della ministra Fedeli: accantonati parte dei fondi PON per le scuole paritarie. Saranno sbloccati al termine della rinegoziazione con Bruxelles. «La legge italiana va rispettata. Le scuole paritarie sono elemento di democrazia», ha detto la ministra. Le dieci azioni mettono a disposizione complessivamente 830 milioni di euro, il primo bando pubblicato due giorni fa.
Anche le scuole paritarie potranno accedere i fondi PON, provenienti dall’Unione Europea e partecipare di conseguenza ai bandi in corso. L’Europa ha destinato alla scuola italiana, nei sette anni 2014-2020, un budget complessivo di oltre 3 miliardi di euro, di cui l’anno scorso sono stati già impiegati 500 milioni. Pochi giorni fa è stato pubblicato invece il bando per rafforzare le competenze di base degli legati al contesto in cui vivono e ridurre la dispersione scolastica: è la prima di 10 azioni strategiche individuate dal Miur per creare «una scuola aperta, inclusiva e innovativa», finanziate complessivamente con 830 milioni di euro (i bandi usciranno tutti da qui al 6 aprile, qui temi e calandario). La novità è che per la prima volta a questi bandi potranno partecipare anche le scuole paritarie.
La notizia è arrivata direttamente dalla ministra Valeria Fedeli, che ha annunciato di aver accantonato una parte dei Fondi PON per queste dieci azioni, riservandole alla scuole paritarie: «Ho fatto una scelta credo importante, perché bisogna rispettare le leggi italiane: adesso che sono partite le dieci azioni per i finanziamenti Pon che arrivano anche dalla comunità europea, 820 milioni di euro, ho accantonato quello che riguarderà le scuole paritarie perché in Europa, secondo una regolazione che dobbiamo rinegoziare, le scuole paritarie non sono considerate scuole pubbliche. Pur di far partire per le altre scuole l’accesso a questa parte di finanziamenti per scelta abbiamo tenuto quello per le scuole paritarie, che sbloccheremo nei prossimi giorni dopo aver sbloccato con Bruxelles. Il rispetto delle scuole paritarie continua ad essere un elemento secondo me di avanzamento democratico».
La linea era stata anticipata il 13 gennaio dal sottosegretario Gabriele Toccafondi, che alla Camera, rispondendo a un’interpellanza circa l’esclusione delle paritarie dal bando Scuole Al Centro per l’apertura pomeridiana della scuole, finanziato con il PON 2014/20, aveva annunciato che l’amministrazione e il Ministero avevano attivato trattative con l’Unione Europea per ottenere una specifica modifica dell’accordo di partenariato, in particolare alla luce del fatto che nella legge di stabilità 2017 la quinta commissione della Camera ha approvato diversi emendamenti che mirano a chiarire in chiave interpretativa la decisione 9952 del dicembre 2014 della Commissione Europea, affermando che la locuzione “istituzioni scolastiche” indica tutte le istituzioni scolastiche che costituiscono il sistema nazionale di istruzione ai sensi della legge 62/2000.
Il casus belli era stato nei mesi scorsi proprio il bando per le Scuole Al Centro, che si rivolgeva solo alle scuole statali. In un secondo momento alle scuole paritarie era stato consentito di partecipare al bando, ma in rete con istituzioni scolastiche statali, proprio per il fatto che l’Europa fino ad ora non considera le scuole paritarie come scuole pubbliche.
Foto Pexels
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