Mondo

Chef rifugiati rivoluzionano lo sguardo sulla migrazione

2 imprenditori parigini danno vita a un team di chef rifugiati, per “cambiare lo sguardo sui migranti e valorizzare il bagaglio culturale che portano, le loro competenze e la loro cucina autentica e sconosciuta”.

di Cristina Barbetta

Cambiare lo sguardo sulla crisi migratoria… grazie al cibo! Les Cuistots Migrateurs (I Cuochi Migranti) è una rete di chef rifugiati. L’idea? Scoprire le cucine del mondo, quelle autentiche e ignorate, e preparate a Parigi da cuochi che aririvano da ogni parte del mondo. Il progetto nasce da un’intuizione di due imprenditorii, Louis Jacquot e Sebastien Prunier, che hanno lanciato qualche mese fa a Parigi uno dei primi servizi di catering al mondo che impiega rifugiati.

Lo scopo del loro progetto: «Cambiare lo sguardo sui migranti e valorizzare il bagaglio culturale che portano, le loro competenze e la cucina autentica e sconosciuta».

Come spiega Sebastien Prunier: «insieme ad associazioni come SInga, abbiamo formato un ‘équipe di chef incredibili. Con loro abbiamo creato un catalogo di più di 100 ricette inedite e autentiche».

Les Cuistots Migrateurs, che si compone per il momento di 6 chef, che provengono da Siria, Cecenia, Iran, India ed Etiopia, propone dei cocktail e dei buffet per i privati e le imprese così come delle cene grazie alla collaborazione con ristoranti partner.

Per sviluppare il business Les Cuistots Migrateurs hanno fatto una campagna su ulule, che si è conclusa molto positivamente (sono arrivati al 128% della richiesta) , per avere un aiuto per strutturarsi e professionalizzarsi.

Les Cuistots Migrateurs «vuole dimenticare il discorso abituale che riduce i rifugiati allo status di vittime, a una successione di cifre o ancor peggio a una minaccia. Sono dei vicini, della gente come noi con una storia, una famiglia , dei sogni e che cercano di ricostruire la loro vite dopo quello che hanno passato. Nei loro bagagli non ci sono solo delle cucine e delle ricette da condividere ma anche delle competenze e dei savoir-faire da valorizzare. “

Foto di apertura: dal sito di Les Cuistots Migrateurs

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