Welfare
A casa finché si può: così l’assistenza domiciliare migliora la vita degli anziani
In occasione della Giornata del Malato, Fondazione sacra Famiglia presenta due esperienze innovative: Rsa aperta e Virgilio, servizio di orientamento personalizzato che guida la famiglia del paziente nella scelta dei servizi e ritarda la perdita dell'autonomia. Due soluzioni prese d'assalto dai cittadini, segno evidente che funzionano. Parla il direttore sanitario Carla Dotti
Niente è più difficile da accettare, per un anziano, che dover lasciare la propria casa perché «da solo non ce la fa più». La graduale perdita dell’autosufficienza è una ferita che molti ultrasettantenni fanno fatica ad accettare, e che i familiari tentano di tamponare ricorrendo al grande mercato delle badanti o facendo salti mortali tra figli e lavoro, o ancora orientandosi a fatica tra visite mediche, centri diurni, fisioterapia e servizi comunali. Ma le cure domiciliari di qualità, accompagnate e sostenute da strutture di assistenza competenti e vicine al cittadino sono il futuro: lo sa bene Fondazione Sacra Famiglia, che in occasione della Giornata Mondiale del Malato dell’11 febbraio pone l’attenzione sulla crescente domande di cure domiciliari e su progetti innovativi studiati per facilitare e supportare un’assistenza sanitaria che non strappi l’anziano al suo ambiente. Sono due le strade percorse dalla Fondazione di Cesano Boscone: la Rsa Aperta e il servizio di orientamento Virgilio. Ne parliamo con il Direttore Sanitario, Carla Dotti.
Dottoressa, cosa sono e quali caratteristiche li distinguono?
Rsa Aperta è un progetto della Regione Lombardia a cui Sacra Famiglia ha aderito, il cui obiettivo è portare le prestazioni sanitarie normalmente erogate da una Rsa direttamente a domicilio dell’anziano attraverso un sistema di voucher. La nostra regione si caratterizza per una capillare presenza delle Rsa nei vari comuni e anche per la qualità dell’assistenza che riescono a garantire; si è dunque pensato che invece i portare l’anziano nella struttura, questa si potesse aprire al territorio.
Come funziona, in pratica?
La Regione eroga dei voucher, che possono essere di tre tipi a seconda delle esigenze del paziente, con cui quest’ultimo può acquistare i servizi di cui ha bisogno, di fatto quelli tipici di una Rsa: assistenza sanitaria attraverso le figure del medico e del fisiatra, ma soprattutto un supporto sociosanitario. Gli operatori si prendono cura dell’anziano nel quotidiano, occupandosi dell’igiene, aiutandolo nella preparazione del pasto o nell’assunzione dei medicinali. Il tutto finanziato con fondi regionali, quindi completamente gratis. Nel corso del 2015, attraverso questo sistema abbiamo assistito 99 anziani e le loro famiglie.
Per gli anziani il valore della casa è enorme: essere curati nel proprio ambiente rende gli stessi interventi più efficaci e allevia le sofferenze
Virgilio invece che cos’è?
Si tratta di un servizio telefonico della nostra Fondazione, che come il Virgilio dantesco vuole guidare le famiglie dei malati attraverso “l’inferno” rappresentato dalla selva di proposte di cura e assistenza che spesso non si integrano tra loro e tra le quali è difficile scegliere. I nostri operatori, che ben conoscono la rete di servizi della zona in cui siamo presenti, sono a disposizione per orientare gratuitamente chiunque ci chiami, e sono tanti: in media 180 famiglie al mese.
Che cosa chiedono?
Solo due telefonate su dieci richiedono servizi medico sanitari. Circa un terzo vuole informazioni sulla possibilità di ricoveri, anche temporanei, e l’altra metà si divide equamente tra ricerca di badanti e domande sui nostri servizi. E visto che la help line ha avuto un così lusinghiero successo, stiamo per trasformarla in un servizio diretto.
In che modo?
A partire da maggio – ma una prima sperimentazione su un gruppo di pazienti si attiverà già a marzo – Virgilio diventerà un vero e proprio servizio domiciliare grazie alla figura del Case Manager: un operatore specializzato che farà da “regista” degli interventi attivi su ciascuna persona, recandosi a domicilio periodicamente per controllare che tutto vada per il meglio e facendo da punto di riferimento per familiari ed eventuali badanti.
Qual è l’obiettivo di Virgilio?
Ritardare il più possibile l’arrivo del momento in cui l’anziano perde la propria autonomia e deve ricorrere a una badante o addirittura alla Rsa. Non farlo sentire solo, affiancandogli una persona competente che lo ascolta e lo guida. Vede, non conviene a nessuno aumentare l’istituzionalizzazione: né alle strutture né, soprattutto, ai pazienti. E non si tratta innanzitutto di un risparmio economico: è proprio una questione di efficacia delle cure.
E torniamo al ruolo centrale della casa…
In Italia il concetto di casa è sacro. Non possiamo dire lo stesso per altri paesi, per esempio del Nord Europa, ma da noi è così, e non si può prescindere da questo valore. Oltretutto, essere curati nel proprio ambiente rende gli stessi interventi più efficaci e allevia le sofferenze. Se n’è accorto anche il ministero della Salute, che con i nuovi Lea ha innescato un rinnovato interesse verso il sistema della domiciliarità: l’ospedale diventa così un’opzione di cura tra le altre, non l’unica soluzione possibile.
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