Politica

Baretta: «Ecco la bozza, è l’ora della trasparenza»

Il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta scrive a Vita sul riordino del sistema dei punti gioco e sulla bozza di accordo con le regioni: «il Governo è intenzionato a non fare un provvedimento, su questo delicato argomento, senza il coinvolgimento degli enti locali»

di Pier Paolo Baretta

Marco Dotti mi invita, su Vita, a “giocare a carte scoperte” e, quindi, a rendere pubblico il testo sul settore gioco discusso con gli Enti locali in sede di Conferenza unificata. Nessun problema. Non c'è alcun motivo per non rendere pubblico (già lo è di fatto) l'esito di un lungo percorso di ascolto e confronto. In questi mesi, abbiamo incontrato e discusso con tutti i soggetti coinvolti che hanno chiesto di interloquire col Governo: Istituzioni, Associazioni, operatori; ma, in particolare, Comuni e Regioni, perché, come ho dichiarato, il Governo è intenzionato a non fare un provvedimento, su questo delicato argomento, senza il coinvolgimento degli enti locali.

Ma il risvolto sociale di questo tema merita un più ampio confronto ed è, perciò, opportuno che tutti possano contribuire a migliorare il lavoro svolto fin qui. Ecco, dunque, che accolgo volentieri la proposta di pubblicare l'ultimo testo discusso con gli Enti locali (qui). Restiamo in attesa di proposte e osservazioni che possono essere inviate all’email segreteria.baretta@mef.gov.it, indicando nell’oggetto “Proposte riordino settore giochi”. Al termine di questa fase, pubblicheremo una sintesi delle proposte arrivate.

Clicca qui per leggere la "Proposta del Governo alla Conferenza unificata del 2 febbraio 2017".

Il Governo è intenzionato a non fare un provvedimento, su questo delicato argomento, senza il coinvolgimento degli enti locali.

Una sola considerazione, per avviare la discussione: lo scopo del nostro lavoro è quello di mettere ordine in un settore nel quale da tempo mancano regole nazionali, con l'obiettivo di contrastare gli effetti patologici che sono conseguenti all'eccesso di offerta. Ecco perché abbiamo scelto la strada della riduzione dell'offerta attraverso il dimezzamento (in tre anni) dei punti gioco; la riduzione delle slot (oltre il 30%) e per le rimanenti la trasformazione da remoto; la riduzione della aggressività delle Vlt riducendo da 500 euro a 100 euro la giocata massima.

So che il punto controverso sono le sale certificate di tipo A; ma si rifletta sulla situazione attuale delle nostre città, delle periferie, di molti esercizi con macchine accatastate in locali inadeguati. Ebbene, poiché il punto non è abolire il gioco pubblico (l'effetto sarebbe drammatico a favore della illegalità e della malavita), ridurre l'offerta da un lato e renderla più controllata e "decente" dall'altro è un dovere civico per tutti.

Ed ecco perché noi non tocchiamo le prerogative degli Enti locali, ma proponiamo che, assieme a loro, si definisca una distribuzione territoriale equilibrata. È in questa ottica che va affrontato il tema della distanze.

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